Zavattarello, Pavia. Douglas C-47 Dakota
Il C-47 era un velivolo costruito dalla Douglas nelle fabbriche americane di Oklahoma City; furono oltre diecimila gli aerei prodotti. Il C-47 è stato uno degli aerei da trasporto più impiegato dagli alleati durante la seconda guerra mondiale: era molto versatile e fu usato per trasporto aviotruppe, trasporto materiali, evacuazione feriti, traino alianti pesanti ed anche come bombardiere. Il Douglas C-47 veniva codificato come "DAkOTA" (Douglas Aircraft Company) dagli inglesi, che lo chiamavano anche "Gooney Bird". Per gli americani invece il C-47 era lo "Skytrain".
Il C-47 era un velivolo con un'ottima aerodinamica, facile da pilotare e robusto, poteva decollare ed atterrare anche su piste semi-preparate; ma aveva anche una vulnerabilità bellica superiore a qualsiasi altro velivolo in quanto era sprovvisto di armi difensive adeguate, corazzature e i serbatoi non erano del tipo auto-sigillante. L'aereo aveva una lunghezza di quasi venti metri, un'altezza di oltre cinque metri ed un'apertura alare di trenta; il peso a pieno carico era di oltre 140 quintali, la velocità massima di 379 km/ora ed un'autonomia operativa di quasi seimila chilometri.
Il C-47 era un velivolo con un'ottima aerodinamica, facile da pilotare e robusto, poteva decollare ed atterrare anche su piste semi-preparate; ma aveva anche una vulnerabilità bellica superiore a qualsiasi altro velivolo in quanto era sprovvisto di armi difensive adeguate, corazzature e i serbatoi non erano del tipo auto-sigillante. L'aereo aveva una lunghezza di quasi venti metri, un'altezza di oltre cinque metri ed un'apertura alare di trenta; il peso a pieno carico era di oltre 140 quintali, la velocità massima di 379 km/ora ed un'autonomia operativa di quasi seimila chilometri.
L'inizio
La segnalazione al Grac di questo incidente è pervenuta dallo storico Alberto Magnani, prezioso collaboratore di questo sito. Al contrario di molti ritrovamenti effettuati dal Grac, questo non costituisce una "prima pagina" in quanto è già stato ritrovato dal gruppo "Archeologi dell'Aria" anni orsono; ma il diverso sistema di comunicazione del Grac (meno specialistico) ha convinto il gruppo a dedicare la presente pagina al fatto accaduto nella notte del 22 febbraio 1945 sulle pendici del Calenzone, nel comune di Zavatterello, Pavia.
La ricerca
Domenica, 7 giugno 2015. Arrigo e Pierlino raggiungono Zavattarello e per prima cosa contattano il parroco, Sac. Leonard Sticlaru, che molto disponibile consulta, su richiesta del Grac, il “Liber Mortuorum”, documento di partenza sul luogo del disastro. Purtroppo, il parroco del tempo non riportò sul registro i nomi dei morti. Secondo la "Relazione Aliotta" (riportata integralmente più sotto) i resti dei poveri aviatori vennero seppelliti nel cimitero di Zavattarello, ma non fu officiata una messa in quanto non si sapeva a quale religione appartenessero i poveretti. Il prete si limitò dunque ad una "benedizione ordinaria", omettendo, da quel che si sa, qualsiasi registrazione. Successivamente il Grac raggiunge il luogo della caduta (poche centinaia di metri ad est di Casale), segnalato su diverse fonti in internet, anche con le coordinate geografiche. Raggiunte le coordinate indicate dal web, Arrigo e Pierlino "scandagliano" il terreno incolto e boscoso per diverse ore, ma senza alcun risultato. Nel pomeriggio i due ricercatori si recano a Crociglia e qui incontrano il signor Giuseppe Frassone, classe 39, che ricorda chiaramente l'evento ed ha memoria ancora fresca del bimbo che fu ed i giochi che faceva con gli altri ragazzini della sua stessa età, utilizzando anche parti del Dakota. Giuseppe accompagna poi il Grac su una carrareccia che parte da Crociglia e, inerpicandosi tra boschi fitti, porta alle pendici del Calenzone; qui indica l'aerea dove precipitò l'aereo e poi lascia Arrigo e Pierlino al loro lavoro. I due cercano con gli strumenti per altre ore, ma di pezzi aeronautici neanche l'ombra. La zona indicata da Frassone è alquanto vasta da far passare metro per metro con i metaldetectors e non è improbabile che i ricercatori debbano tornare svariate volte prima di localizzare il punto esatto di caduta. La prima giornata dedicata interamente alla ricerca del Dakota di Zavattarello si conclude cosi.
"Relazione Aliotta"
Relazione sull'incendio di un aereo avvenuto a Zavattarello
La sera del giorno 22 febbraio doveva effettuarsi un lancio da parte degli Alleati alla 3^ Divisione Garibaldi "Aliotta". Due sere prima era stato eseguito un lancio che doveva ritenersi di prova per la scarsità del materiale lanciato. Alle ore 21:30 circa è comparso sul cielo di Zavattarello un aereo Alleato che è entrato in zona di lancio facendo i regolari segnali fotici. Da parte della formazione garibaldina è stato risposto con i segnali convenuti. Dopo due giri sul campo, l'apparecchio sganciò due bidoni; immediatamente dopo si assistette al seguente triste spettacolo: una lingua di fuoco partì dal motore di sinistra del velivolo, la fiammata fu seguita da un sibilo, poi da un boato e quasi subito l'apparecchio picchiò senza speranza, precipitando contro la più bassa pendice di un monte. I patrioti accorsero immediatamente sul posto; il velivolo era un rogo scoppiettante per l'esplosione di materiale da guerra trasportato; in mezzo al rogo ardevano i corpi dei componenti l'equipaggio. Soltanto dopo alcune ore fu possibile recuperare le salme. Si trattava di sette aviatori, tutti di sesso maschile, completamente carbonizzati. I corpi vennero pietosamente ricomposti e trasportati alla camera mortuaria del cimitero di Zavattarello. Il parroco diede la prima benedizione. Per tutto il giorno un picchetto di garibaldini montò la guardia d'onore presso le salme. Il giorno 24 venne effettuata la funzione funebre. Dato che s'ignorava la religione dei valorosi caduti, il parroco non celebrò la messa, ma si limitò ad impartire una benedizione durante il breve ufficio funebre. Le salme furono trasportate a spalla dai garibaldini dalla camera mortuaria alla chiesa e dalla chiesa al cimitero fra due ali di folla. La popolazione di Zavattarello era accorsa in massa a rendere l'estremo saluto ai valorosi aviatori che avevano trovato la morte nel tentativo di apportare aiuto ai fratelli cornbattenti la dura lotta partigiana. Davanti al corteo sventolò la bandiera della Brigata Garibaldina "Crespi" nel territorio della quale era caduto l'apparecchio. Le bare fatte di legno, per mancanza di zinco, furono seppellite in una fossa comune cementata e calcinata, in maniera di permettere, a non lunga distanza di tempo, l'eventuale riesumazione e trasporto delle salme:, qualora i governi Alleati e i familiari lo richiedessero. Sulla fossa comune venne posta una lapide fatta in sasso rustico. con il seguente epitaffio:
" Nel porgere l'aiuto fraterno, cadde la mano mutilata dal destino. Agli eroici aviatori Anglo-Americani, i garibaldini della 3^ Divisione Garibaldi "Aliotta" riconoscenti e mai dimentichi. Cielo di Zavattarello. il 22/2/ '45»
Al momento dell'inumazione. i garibaldini hanno sparato una raffica a salve, fra la commozione dei presenti. Le salme sono ora affidate alla popolazione di Zavattarello che le ha prese in consegna attraverso l'organo insurrezionale e patriottico, il CLN locale. Già mani pietose adornano la fossa con i primi fiori primaverili. Intendiamo assicurare i Governi Alleati che le salme dei loro soldati saranno sempre gelosamente custodite dalla popolazione italiana, quale simbolo dell'estremo fraterno sacrificio, consumato per il raggiungimento della stessa grande comune idea.
" Zona libera", 25 febbraio 1945
La sera del giorno 22 febbraio doveva effettuarsi un lancio da parte degli Alleati alla 3^ Divisione Garibaldi "Aliotta". Due sere prima era stato eseguito un lancio che doveva ritenersi di prova per la scarsità del materiale lanciato. Alle ore 21:30 circa è comparso sul cielo di Zavattarello un aereo Alleato che è entrato in zona di lancio facendo i regolari segnali fotici. Da parte della formazione garibaldina è stato risposto con i segnali convenuti. Dopo due giri sul campo, l'apparecchio sganciò due bidoni; immediatamente dopo si assistette al seguente triste spettacolo: una lingua di fuoco partì dal motore di sinistra del velivolo, la fiammata fu seguita da un sibilo, poi da un boato e quasi subito l'apparecchio picchiò senza speranza, precipitando contro la più bassa pendice di un monte. I patrioti accorsero immediatamente sul posto; il velivolo era un rogo scoppiettante per l'esplosione di materiale da guerra trasportato; in mezzo al rogo ardevano i corpi dei componenti l'equipaggio. Soltanto dopo alcune ore fu possibile recuperare le salme. Si trattava di sette aviatori, tutti di sesso maschile, completamente carbonizzati. I corpi vennero pietosamente ricomposti e trasportati alla camera mortuaria del cimitero di Zavattarello. Il parroco diede la prima benedizione. Per tutto il giorno un picchetto di garibaldini montò la guardia d'onore presso le salme. Il giorno 24 venne effettuata la funzione funebre. Dato che s'ignorava la religione dei valorosi caduti, il parroco non celebrò la messa, ma si limitò ad impartire una benedizione durante il breve ufficio funebre. Le salme furono trasportate a spalla dai garibaldini dalla camera mortuaria alla chiesa e dalla chiesa al cimitero fra due ali di folla. La popolazione di Zavattarello era accorsa in massa a rendere l'estremo saluto ai valorosi aviatori che avevano trovato la morte nel tentativo di apportare aiuto ai fratelli cornbattenti la dura lotta partigiana. Davanti al corteo sventolò la bandiera della Brigata Garibaldina "Crespi" nel territorio della quale era caduto l'apparecchio. Le bare fatte di legno, per mancanza di zinco, furono seppellite in una fossa comune cementata e calcinata, in maniera di permettere, a non lunga distanza di tempo, l'eventuale riesumazione e trasporto delle salme:, qualora i governi Alleati e i familiari lo richiedessero. Sulla fossa comune venne posta una lapide fatta in sasso rustico. con il seguente epitaffio:
" Nel porgere l'aiuto fraterno, cadde la mano mutilata dal destino. Agli eroici aviatori Anglo-Americani, i garibaldini della 3^ Divisione Garibaldi "Aliotta" riconoscenti e mai dimentichi. Cielo di Zavattarello. il 22/2/ '45»
Al momento dell'inumazione. i garibaldini hanno sparato una raffica a salve, fra la commozione dei presenti. Le salme sono ora affidate alla popolazione di Zavattarello che le ha prese in consegna attraverso l'organo insurrezionale e patriottico, il CLN locale. Già mani pietose adornano la fossa con i primi fiori primaverili. Intendiamo assicurare i Governi Alleati che le salme dei loro soldati saranno sempre gelosamente custodite dalla popolazione italiana, quale simbolo dell'estremo fraterno sacrificio, consumato per il raggiungimento della stessa grande comune idea.
" Zona libera", 25 febbraio 1945
Verbale compilato dal Comando della 3^ Divisione Garibaldi "Aliotta" (INSMLI, fondo CVL, b. 100, f. 1, custodito presso l'ANPI di Voghera, che si ringrazia per l'autorizzazione alla pubblicazione integrale del documento)
Il ricordo degli abitanti di Zavattarello
Gli aviatori caduti sono ricordati con un monumento posto nella centrale Piazza Dal Verme.
Zavattarello, 7 giugno 2015: foto della ricerca e dei luoghi di interesse...
La tragica storia dei sette aviatori: cinque americani, due inglesi
Dalla "Relazione del mancato rientro" del "War Department Headquarters Army Air Forces di Washinton", compilata dai comandi che avevano in carico il personale ed il velivolo, si legge che il Dakota C-47A, Serial number: 42-100954, appartenente alla Twelfth Air Force, 64th Group Troop Carrier, 16th Squadron Troop Carrier, era decollato da Rosignano Airdrome (Livorno), alle 20:30 del 22 febbraio 1945. Il target di questa missione era di raggiungere "Peedunk", 44° 51' 55'' N - 09° 16' 27'' E (nome in codice del luogo di lancio, corrispondente alla zona tra Zavattarello ed il Calenzone) per sganciare rifornimenti ai partigiani della formazione "Aliotta". L'ultimo contatto avuto con il velivolo è stato al decollo, 20:30, poi più nessuna comunicazione. Il velivolo precipiterà subito dopo aver raggiunto la zona di lancio. Le condizioni meteo sull'area erano ottime. Cosa sia accaduto esattamente sul rapporto non è specificato, dice solamente "Battle Casuality", ma dalla "Relazione Aliotta", sopra integralmente riportata, si intuisce che potrebbe esserci stato un guasto meccanico improvviso e gravissimo all'origine del disastro:
"Alle ore 21:30 circa è comparso sul cielo di Zavattarello un aereo alleato che è entrato in zona di lancio facendo i regolari segnali fotici. Da parte della formazione garibaldina è stato risposto con i segnali convenuti. Dopo due giri sul campo, l'apparecchio sganciò due bidoni; immediatamente dopo si assistette al seguente triste spettacolo: una lingua di fuoco partì dal motore di sinistra del velivolo, la fiammata fu seguita da un sibilo, poi da un boato e quasi subito l'apparecchio picchiò senza speranza, precipitando contro la parte più bassa di un monte."
"Alle ore 21:30 circa è comparso sul cielo di Zavattarello un aereo alleato che è entrato in zona di lancio facendo i regolari segnali fotici. Da parte della formazione garibaldina è stato risposto con i segnali convenuti. Dopo due giri sul campo, l'apparecchio sganciò due bidoni; immediatamente dopo si assistette al seguente triste spettacolo: una lingua di fuoco partì dal motore di sinistra del velivolo, la fiammata fu seguita da un sibilo, poi da un boato e quasi subito l'apparecchio picchiò senza speranza, precipitando contro la parte più bassa di un monte."
Ecco i nomi degli uomini dello sfortunato equipaggio:
Wallin Robert Ernest 1st Lt. 0-1683423 Pilot Flight Leader, Chicago, Illinois; Faull Donald R. 2nd Lt. 0-769409 Co-Pilot, Angels Camp, California; Lloyd C. Poole 1st Lt. 0-701289 Navigator, Richmond, Virginia; Rupnik John V. Sgt. 36461008, Crew Chief , Ironwood, Michigan; Perzyk Richard J. Sgt. 16043611, Radio Operator , Detroit, Michigan; Kicker Ford Edward J. Driver 191599 Kicker: employed as crew members. Responsible for prompt ejection of re-supply bundles over Drop Zone. Members of 352^ Company, Royal Army Srvice Corp (General Transport); Kicker Saynor David C. Driver 90849: employed as crew members. Responsible for prompt ejection of re-supply bundles over Drop Zone. Members of 352^ Company, Royal Army Srvice Corp (General Transport). Nota: l'immagine a destra raffigura il "Crew Chief", Sgt. Rupnik John V. (la foto è stata gentilmente concessa dal sito web www.luoghidelricordo.it, che si ringrazia). |
Missing Air Crew Reports
Il documento sottostante è la "Relazione del mancato rientro" (MACRs: Missing Air Crew Reports) nr 12987 relativa al Dakota sn 42-100954, compilata subito dopo il fatto dai comandi americani dai quali dipendevano l'equipaggio ed il velivolo.
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16th Squadron Troop Carrier
Lineage: Constituted 16th Transport Squadron on 20 Nov 1940. Activated on 11 Dec 1940. Redesignated 16th Troop Carrier Squadron on 4 Jul 1942. Inactivated on 31 Jul 1945... Assignments: 64th Transport (later Troop Carrier) Group, 11 Dec 1940-31 Jul 1945... Stations: McClellan Field, Calif, 11 Dec 1940; Portland, Ore, 9 Jul 1941; Westover Field, Mass, 12 Jun-31 Jul 1942; Ramsbury, England, 16 Aug-Nov 1942 (operated from Maison Blanche, Algeria, 11 Nov-Dec 1942); Blida, Algeria, c. 12 Dec 1942; Kairouan, Tunisia, 28 Jun 1943; El Djem, Tunisia, 26 Jul 1943; Comiso, Sicily, 4 Sep 1943 (operated from bases in India, Apr-Jun 1944); Ciampino, Italy, 10 Jul 1944 (operated from Istres, France, 7 Sep-11 Oct 1944); Rosignano Airfield, Italy, 10 Jan-23 May 1945 (operated from Brindisi, Italy, 29 Mar-13 May 1945); Waller Field, Trinidad, 4 Jun-31 Jul 1945... Aircraft: C-47, 1941-1945... Operations during World War II: Included airborne assaults on Sicily and Southern France; support for partisans in Northern Italy, Jan-May 1945... Campaigns: Algeria-French Morocco; Tunisia; Sicily; Naples-Foggia; Apennines; Po Valley... Decorations: Distinguished Unit Citation: CBI Theater, 7 Apr-15 Jun 1944... (Tratto da: "Combat Squadrons of the Air Force, World War II", Department of the Air Force, United States of America, Editet by Maurer Maurer, Albert F. Simpson Historical Research Center and Office of Air Force History Headquarters USAF, 1982)
I lanci di armi, esplosivi ed equipaggiamenti alle formazioni partigiane
Partisans, fighting behind German lines in Italy, Southern France, Yugoslavia and Greece, have been important factors in Allied victories in the Mediterranean theater. Sometimes, as in Italy, they fight and harass the enemy in small bands, attacking his communication an supply lines, ambushing his patrols... In the beginning, for lack of supplies and weapons, they were often helpless. They were cut off from Allied aid by land and sea. Only hope to help them become significant fighting forces was to supply them by air. High ground and air officers made planes, revolving around the C-47 tranports of the 12th Air Force and Dakota of the RAF. Soon supplies were getting to them regularly, flown in by crews which performed miracles of navigation to find the Partisan hideoyts in the mountain wildernesses, by night and day, in fair wether and foul. The 64th Troop Carrier Group of the 12th Air Force has been one of the principal supply mediums of the Partisans of Northern Italy. Its airmen risk flak and fighters in their cumbersome, unarmed transports and overcome nightmarish flying condition to keep their rendezvous far behind enemy lines with the Partisan... (Foto e documenti tratti da: Fold3 - Historical military records)
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Il ritrovamento...
Domenica, 21 giugno 2015. Arrigo e Pierlino alle dieci del mattino sono di nuovo a Zavattarello per la ricerca del Dakota. Oggi insieme a loro c'è anche l'amico Andrew Foster (ingegnere aeronautico inglese, di Southampton, U.K., amico e consulente apprezzato del Grac), che ha voluto unirsi ai ricercatori per condividere l'emozione della "caccia"... Sarà proprio Andrew, qualche ora più tardi, a trovare il primo reperto e localizzare il punto di caduta del velivolo. A portare il Grac sul luogo quest'oggi è stato il signor Ballerini Luigi di Crociglia, incontrato al mattino nella piazza del paese. Ballerini s'è reso subito disponibile ed ha accompagnato i tre fin quasi sul posto, dando delle indicazioni molto precise. Il luogo era praticamente quasi coincidente con quello indicato quindici giorni fa da Frassone. Quando il gruppo ha notato che le informazioni erano sovrapponibili ha avuto la certezza che oggi sarebbe stato il giorno del ritrovamento. Infatti, dopo circa un'ora di "spazzolamento" Andrew trova il primo pezzo e subito dopo anche gli altri metaldetectors "suonano in concerto"... Il Dakota è caduto proprio qui. I reperti rinvenuti sono molti, ma sono pezzi minuscoli e nessuno di speciale rilievo. Si son trovati svariati bossoli, completamente slabbrati, il che rafforza la tesi che sul Dakota vi fosse un carico di armi e munizioni da lanciare ai partigiani dell'"Aliotta"; moltissime poi le colate (che certificano l'incendio dell'aereo dopo l'impatto) e qualche pezzo di lamiera del rivestimento. Sotto i momenti della ricerca di oggi e i reperti ritrovati.
Il braccialetto d'argento del sergente Richard
20 agosto 2015. Un'emozione indescrivibile quella che hanno provato oggi Cristiano e Pierlino quando dal piccolo scavo hanno visto riaffiorare le maglie di un bracciale. Con molta cura, trepidanti, lo hanno liberato dal terreno che lo ricopriva da settant'anni e con estrema delicatezza lo hanno pulito versando acqua dalla borraccia. Quando sulla piastrina è apparso il nome i due ricercatori si sono abbracciati dall'entusiasmo... Grazie alla tecnologia odierna hanno subito confrontato, sul sito "gracpiacenza.com", che riporta il documento ufficiale dell'USAAF, il nome e il numero di matricola incisi sul bracciale: coincidevano! Si trattava proprio di un membro dell'equipaggio che qui perse la vita! Il bracciale era ancora chiuso con il gancetto, come quando è indossato; forse l'aviatore lo teneva in tasca o forse... Ora sarebbe bello se si riuscisse a ritrovare anche un parente a cui consegnare questo straordinario ricordo... Sotto le immagini del bracciale appartenuto a Perzyk Richard J. Sgt. 16043611, Radio Operator , Detroit, Michigan. L'aviatore è sepolto nel Cimitero di Guerra Americano di Firenze. Sotto le foto del bracciale rinvenuto oggi.
20 agosto 2015. Oltre al braccialetto del sergente Perzyk, nella ricerca di oggi sono stati rinvenuti anche i seguenti reperti.
16 gennaio 2016. Oggi sono stati ritrovati questi ulteriori reperti da Arrigo e Pierlino
Alla ricerca dei familiari del sergente Perzyk
Il giorno successivo al ritrovamento del braccialetto di Perzyk sul luogo dell'incidente, il Grac ha dato incarico al suo "ministro per gli esteri", Cristiano, di avviare subito le ricerche per rintracciare eventuali familiari del militare defunto. Cristiano ha lavorato alacremente inviando decine di lettere a vari contatti in America. Qui sotto si pubblica la lettera di Ron Hampton, cittadino USA, e gli articoli di giornale, relativi al sergente Perzyk, che ha mandato al Grac.
Thur 21 Apr 2016 1100 hrs.
My friend Cristiano,
"WOW" I have found that you have been working very hard trying to finding Sgt Richard PERZYK family. With the suggested email sites you sent me I have followed up each site and have found that you have also have contacted them.
I just talked to Doug PERZYK this morning in Detroit for about 30 minutes. He told me that you had contacted him also. He said that he did not know if he was related to Richard or not. He said also he had asked several family members and they did NOT know Richard so they also did NOT know if they were related to him.
Detroit Free Press news paper I found three short articles about
1) Aug 12 1942: Richard J PERZYK, son of Anna PERZYK, 2433 Sheridan promoted to corporal
2) Apr 21 1945: Richard J PERZYK, son of AnnA PERZYK, 2433 Sheridian Army Casualties DEAD MOTHER
1) Apr 21 1949: PERZYK, Anna M, 65, 2433 Sheridan Detroit Deaths
Detroit city has changed over the years since 1950's. In the PERZYK home address there are NO family living there since about 1950, after her death. The neighborhood has changed and now about 99 % are black families in that area. Most of the original family would be dead now because of age.
I have talked with the US Army people and they do NOT have any info on PERZYK after they contacted the family about his death in 1945.
Your 1930 & 1940 Census helped. So right now I do not know of other areas to cover about PERZYK but will keep this open and see what new I can find and when I do I will contact you.
Your interest and hard work in trying to find PERZYK's family is most honorable. I admire you very much and especially being he is not a fellow countryman of yours. Keep up your outstanding goals.
Your "old fart" buddy,
Ron - San Diego
My friend Cristiano,
"WOW" I have found that you have been working very hard trying to finding Sgt Richard PERZYK family. With the suggested email sites you sent me I have followed up each site and have found that you have also have contacted them.
I just talked to Doug PERZYK this morning in Detroit for about 30 minutes. He told me that you had contacted him also. He said that he did not know if he was related to Richard or not. He said also he had asked several family members and they did NOT know Richard so they also did NOT know if they were related to him.
Detroit Free Press news paper I found three short articles about
1) Aug 12 1942: Richard J PERZYK, son of Anna PERZYK, 2433 Sheridan promoted to corporal
2) Apr 21 1945: Richard J PERZYK, son of AnnA PERZYK, 2433 Sheridian Army Casualties DEAD MOTHER
1) Apr 21 1949: PERZYK, Anna M, 65, 2433 Sheridan Detroit Deaths
Detroit city has changed over the years since 1950's. In the PERZYK home address there are NO family living there since about 1950, after her death. The neighborhood has changed and now about 99 % are black families in that area. Most of the original family would be dead now because of age.
I have talked with the US Army people and they do NOT have any info on PERZYK after they contacted the family about his death in 1945.
Your 1930 & 1940 Census helped. So right now I do not know of other areas to cover about PERZYK but will keep this open and see what new I can find and when I do I will contact you.
Your interest and hard work in trying to find PERZYK's family is most honorable. I admire you very much and especially being he is not a fellow countryman of yours. Keep up your outstanding goals.
Your "old fart" buddy,
Ron - San Diego
Il diario di Annibale Sclavi dell'87^ Brigata Garibaldi "Crespi"
Giugno 2017. Grazie a Piero Ricci di Pavia, amico e collaboratore del Grac, si viene a conoscenza del diario di Annibale Sclavi, comandante partigiano della Brigata "Crespi", inserita nella Divisione "Aliotta".
Qui sotto si riportano le annotazioni che Annibale scrisse sul suo quaderno riguardo all'incidente del Dakota.
Tratto da "Fuochi nell'Oltrepò" di Annibale Sclavi, Edizioni Vangelista, 1978.
Qui sotto si riportano le annotazioni che Annibale scrisse sul suo quaderno riguardo all'incidente del Dakota.
Tratto da "Fuochi nell'Oltrepò" di Annibale Sclavi, Edizioni Vangelista, 1978.
21-27 febbraio 1945.
Gli alleati, dopo tante promesse a vuoto, hanno deciso di inviarci un altro lancio: fra l'altro non abbiamo più munizioni per il Bren. Siamo tutti in stato d'allarme. La zona predisposta per il lancio dev'essere completamente oscurata, nessuno deve accendervi fuochi o luci, al fine di facilitare al massimo ai piloti alleati la ricerca dell'area convenuta che questa volta è presso Molino degli Alberti, sul greto del torrente Morcione che qui è assai largo. La sera del lancio, l'area viene resa ben visibile da una corona di falò: un apposito reparto della Crespi, composto dagli uomini del Servizio Informazioni Partigiano e dai compagni cecoslovacchi deve vigilare affinché nessuno si avvicini, né partigiano né civile. C'è sempre qualcuno che sogna di mettere le mani su un pastrano militare inglese, o su un paracadute di seta o anche sulle armi. Una sera abbiamo avuto un lancio ben riuscito che si deve ripetere il 26. Osserviamo da Ossenisio il bagliore dei falò: dopo un po' appare nel cielo di Zavatterello un grosso aereo alleato da carico. Vola lentamente su Valverde e i suoi boschi alla ricerca della zona concordata: quindi inizia il lancio dei grossi colli d'acciaio, sorretti questa volta da giganteschi paracadute di cotone. Ma dopo due o tre giri notiamo a bordo dell'aereo una fiammata e subito dopo un'esplosione: l'apparecchio perde quota e va a precipitare in un valloncello sotto Costa Sisra, sul versante verso il Crociglia. Si levano alte le fiamme che sciolgono la neve circostante e danno il via a un succedersi di esplosioni delle munizioni, esplosivi e carburante ancora a bordo. Il cielo si tinge di bagliori rossastri, come una sinistra aurora. Quando accorrano le nostre squadre non trovano che un tragico rogo. L'indomani tutti, partigiani e popolo, vanno a rendere omaggio ai sette eroici aviatori alleati esposti nelle loro bare nella camera mortuaria del piccolo cimitero di Zavattarello. Tre si sono incredibilmente rattrappiti al calore del rogo e sono divenuti piccini, gli altri quattro hanno braccia o gambe carbonizzate, tutti emanano un acre odore di carne arsa. I loro nomi sono incisi nelle medagliette militari appese al collo. Un nodo ci serra la gola: mai come ora li sentiamo alleati, fratelli. L'omaggio della pietà popolare dura due giorni.
28 febbraio 1945
Il 28 si sono svolti i funerali dei sette alleati caduti. E' presente una sterminata moltitudine di popolo e di partigiani, gente venuta da tutta la Zona libera e compagni di tutti i reparti. Sono orgoglioso di appartenere a questo popolo contadino così buono, così riconoscente e commosso, che bene comprende il valore della vita ed è profondamente grato a quei giovani che hanno sacrificato la loro per portare aiuto ai nostri combattenti per la libertà. Pronuncia l'orazione funebre un prete partigiano, don Pollarolo, cappellano delle formazioni Giustizia e Libertà. Colpisce come tanti partigiani temprati da mesi di durissime prove abbiano gli occhi lucidi: ma forse dono state proprio le sofferenze a renderci più umani. Le salme vengono tumulate mentre ogni partigiano presenta le armi in un silenzio carico di partecipazione, rotto alla fine dal crepitio dei mitra di un reparto, che spara in aria in segno di affettuoso saluto.
Gli alleati, dopo tante promesse a vuoto, hanno deciso di inviarci un altro lancio: fra l'altro non abbiamo più munizioni per il Bren. Siamo tutti in stato d'allarme. La zona predisposta per il lancio dev'essere completamente oscurata, nessuno deve accendervi fuochi o luci, al fine di facilitare al massimo ai piloti alleati la ricerca dell'area convenuta che questa volta è presso Molino degli Alberti, sul greto del torrente Morcione che qui è assai largo. La sera del lancio, l'area viene resa ben visibile da una corona di falò: un apposito reparto della Crespi, composto dagli uomini del Servizio Informazioni Partigiano e dai compagni cecoslovacchi deve vigilare affinché nessuno si avvicini, né partigiano né civile. C'è sempre qualcuno che sogna di mettere le mani su un pastrano militare inglese, o su un paracadute di seta o anche sulle armi. Una sera abbiamo avuto un lancio ben riuscito che si deve ripetere il 26. Osserviamo da Ossenisio il bagliore dei falò: dopo un po' appare nel cielo di Zavatterello un grosso aereo alleato da carico. Vola lentamente su Valverde e i suoi boschi alla ricerca della zona concordata: quindi inizia il lancio dei grossi colli d'acciaio, sorretti questa volta da giganteschi paracadute di cotone. Ma dopo due o tre giri notiamo a bordo dell'aereo una fiammata e subito dopo un'esplosione: l'apparecchio perde quota e va a precipitare in un valloncello sotto Costa Sisra, sul versante verso il Crociglia. Si levano alte le fiamme che sciolgono la neve circostante e danno il via a un succedersi di esplosioni delle munizioni, esplosivi e carburante ancora a bordo. Il cielo si tinge di bagliori rossastri, come una sinistra aurora. Quando accorrano le nostre squadre non trovano che un tragico rogo. L'indomani tutti, partigiani e popolo, vanno a rendere omaggio ai sette eroici aviatori alleati esposti nelle loro bare nella camera mortuaria del piccolo cimitero di Zavattarello. Tre si sono incredibilmente rattrappiti al calore del rogo e sono divenuti piccini, gli altri quattro hanno braccia o gambe carbonizzate, tutti emanano un acre odore di carne arsa. I loro nomi sono incisi nelle medagliette militari appese al collo. Un nodo ci serra la gola: mai come ora li sentiamo alleati, fratelli. L'omaggio della pietà popolare dura due giorni.
28 febbraio 1945
Il 28 si sono svolti i funerali dei sette alleati caduti. E' presente una sterminata moltitudine di popolo e di partigiani, gente venuta da tutta la Zona libera e compagni di tutti i reparti. Sono orgoglioso di appartenere a questo popolo contadino così buono, così riconoscente e commosso, che bene comprende il valore della vita ed è profondamente grato a quei giovani che hanno sacrificato la loro per portare aiuto ai nostri combattenti per la libertà. Pronuncia l'orazione funebre un prete partigiano, don Pollarolo, cappellano delle formazioni Giustizia e Libertà. Colpisce come tanti partigiani temprati da mesi di durissime prove abbiano gli occhi lucidi: ma forse dono state proprio le sofferenze a renderci più umani. Le salme vengono tumulate mentre ogni partigiano presenta le armi in un silenzio carico di partecipazione, rotto alla fine dal crepitio dei mitra di un reparto, che spara in aria in segno di affettuoso saluto.
Ritrovata la famiglia di Richard Perzyk
Dopo anni di ricerca il Grac ha finalmente rintracciato la famiglia di Richard. Lo straordinario incontro ha potuto avverarsi grazie a Piero Ricci che, avendo studiato e lavorato a lungo in America, ha potuto sfruttare la rete di conoscenze tramite le quali si è arrivati alla sorella dell'aviatore morto sul Calenzone. I famigliari di Richard hanno inviato al Grac documenti e fotografie del loro caro.
Foto a destra: Perzyk Richard J. Sgt. 16043611, Radio Operator, Detroit, Michigan; sopra il pensiero di Richard scritto sulla foto inviata ai suoi genitori:
"Ecco le mie foto! Una per la mamma e una per Kay. Non chiedetemi di averne altre perchè i ragazzi vogliono sempre vedere le foto che ho fatto e che pensano siano bellissime (o almeno così dicono). Mi prendono in giro perchè dicono che ho una faccia da bambino. Pensa che batosta quando scoprono che sono il grande e cattivo sergente...hi hi. Richie" |
Incontro con Simone Tiglio, sindaco di Zavattarello
15 luglio 2017. Oggi, Cristiano, Piero e Pierlino hanno incontrato il Sindaco di Zavattarello, Simone Tiglio, per informarlo sulle novità. Il Sindaco ha detto che è sicuramente daccordo nel programmare una cerimonia per la consegna ufficiale del braccialetto alla sorella del giovane aviatore americano morto nell'incidente aereo sul Calenzone. Ha affermato che discuterà al più presto l'argomento in giunta e poi formulerà un invito ufficiale alla famiglia Perzyk.
Corriere della Sera
Domenica 6 agosto 2017, il più importante quotidiano italiano ha dedicato un ampio servizio sull'aereo precipitato nel 1945 sul Calenzone a firma di Giusi Fasano. Servizio riportato anche in prima pagina del Corriere della Sera, edizione online, sabato 5 agosto.
Il braccialetto di Richard ritorna in Michigan
Zavattarello, 4 novembre 2017. La cerimonia dedicata all'Unità Nazionale e alle Forze Armate svoltasi oggi nel comune pavese, ha dato l'opportunità all'Amministrazione di Zavattarello di ricordare anche il sacrificio degli aviatori caduti sul Calenzone nell'inverno del 1945. Il sindaco, Simone Tiglio, insieme a Luigino Panigazzi, un partigiano della Divisione "Aliotta", hanno consegnato il braccialetto ritrovato dal Grac alla sorella Therese, giunta di proposito dagli USA.
Il ritrovamento di un oggetto personale che ha il sapore di una reliquia e la sua solenne riconsegna alla sorella Therese arrivata appositamente dagli States, non è un fatto privato ne' secondario. Alla presenza delle Autorità Civili e Militari, la cerimonia di Zavattarello ha assunto una valenza pari a quella dell'assegnazione di una medaglia al valore; questa volta non concessa per iter burocratici, ma arrivata direttamente dai discendenti di quelle generazioni liberate oltre 70 anni fa dalla dittatura nazifascista. Vale non solo come ricordo ma soprattutto come riconoscenza a quel ventenne americano che ha attraversato l'Atlantico per venire a morire sui nostri cieli.
La cronaca completa della giornata in questa pagina
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La pagina della RAI dedicata all'evento di Zavattarello
Il giorno 4 novembre 2017 alla cerimonia di riconsegna del braccialetto da parte delle autorita alla sorella Therese era presente anche la RAI, che nell'edizione della sera dello stesso giorno ha dedicato un servizio sull'evento...