Torrano, Ponte dell'Olio, Piacenza. Heinkel He 111
L'Heinkel He 111 era un bombardiere medio, bimotore ad ala bassa, fabbricato in Germania dalla Heinkel Flugzeugwerke AG e impiegato dalla Luftwaffe durante il secondo conflitto mondiale. Volò per la prima volta il 24 febbraio 1935. Interamente rivestito di lamiera con un'ampia carlinga quasi completamente vetrata; poteva volare a 430 km/h, aveva un'autonomia di 2000 km, il carico bellico trasportato poteva raggiungere i 40 quintali e, a seconda della configurazione, poteva essere costituito oltre che dalle armi difensive di bordo, da bombe di vario tipo e cannoni, missili da crociera e financo una bomba guidata, usata contro le navi nemiche. Le dimensioni del velivolo erano: 16,40 metri di lunghezza; 22,60 metri di apertura alare; 4 metri di altezza; 140 quintali peso massimo al decollo; 8500 metri di tangenza.
La fonte della notizia
L'informazione su questo incidente proviene da Stefano del Grac, che avendo tra i suoi conoscenti un certo Diego Tagliaferri di Torrano, ha saputo tramite lui dell'aereo caduto sui campi davanti alla chiesa di Torrano. Diego ha riportato il resoconto che gli ha fatto sua mamma Maria, che al tempo del disastro, che si colloca verso fine '42 inizio estate '43, era una giovinetta e risiedeva a Torrano. Maria ha passato la notizia a Diego del velivolo precipitato, ma senza troppi particolari, se non quello del punto dello schianto, notizia che si rivelerà esatta. La fonte non riporta se è precipitato di giorno o di notte; in quanti erano a bordo e se sono morti, né di che nazionalità potevano essere.
Ricerca e ritrovamento dei resti del velivolo
Il 23 e 24 gennaio 2020 Arrigo, Cristiano, Stefano e Pierlino hanno dato inizio alla ricerca dei resti di questo velivolo. Dopo neanche mezz'ora Stefano annuncia: trovato! Subito dopo anche gli altri sentono che i loro strumenti segnalano materiale "nobile". Le indicazioni della signora Maria si sono rivelate esatte. In altri casi ci sono voluti mesi di ricerca per recuperare il primo pezzo e magari dopo innumerevoli uscite. In qualche caso addirittura non si è mai trovato alcun reperto neanche dopo anni di ricerche. E' stata una vera fortuna localizzare subito l'area precisa dell'impatto, questo grazie alla memoria infallibile della signora Maria. I "ragazzi" del Grac hanno setacciato per due giorni l'intero campo e tratto dal terreno numerosi reperti, i quali "hanno raccontato" qualche particolare su questo incidente. Dopo l'esame dei resti rinvenuti si può affermare con certezza che si trattava di un velivolo della Luftwaffe, diverse targhette scritte in tedesco lo testimoniano; che nell'impatto ha preso fuoco, ci sono numerose fusioni di metalli in grumi. Con discrete probabilità si può "azzardare" anche il tipo del velivolo precipitato: un Heinkel He 111. A sostegno di questa tesi ci sono diversi elementi: dalle targhette, al munizionamento e una manopola di sintonizzazione radio; tutti elementi compatibili con l'Heinkel He 111. Per il momento non si è in grado di sapere di più. Le ricerche sono sospese dall'arrivo della pandemia, ma è compito del Grac ritornare sul luogo per ulteriori esplorazioni, appena i tempi lo consentiranno. Sotto alcune immagini delle giornate di ricerca e i reperti rinvenuti. Da aggiungere che molto probabilmente questo aereo caduto a Torrano era di stanza a San Damiano. Il reparto Kamfgeschwader 54, che fu effettivo sull'aeroporto piacentino dal dicembre '42 all'inizio estate '43, aveva in dotazione gli Heinkel He 111 e gli Junkers JU 88.
Deutscher Militärflughafen L 40686
Aeroporto Militare di San Damiano, il "casermone", costruito all'interno del sedime aeroportuale. Archivio Cristiano Maggi
Nel 1936 fu iniziata la costruzione dell'aeroporto di Piacenza perché servisse come base di bombardieri e campo scuola di volo. L'aerocampo era classificato "Aeroporto armato di seconda classe". Fu inaugurato il 28 marzo 1938. La pista era al tempo in terra battuta e si estendeva per 1500 metri, una bell'opera per i tempi. Nel 1941 la Luftwaffe iniziò ad usufruire del campo di volo piacentino come base di scalo e rifornimento per i suoi aerei che puntavano a sud, verso il teatro operativo del Mediterraneo. Ma è nell'estate del '42 che la Regia Aeronautica cedette ufficialmente l'aeroporto di S. Damiano alla Lutfwaffe. Il passaggio avvenne con una cerimonia pubblica in Piazza Cavalli. L'aeroporto "Gaetano Mazza" divenne a tutti gli effetti un aeroporto tedesco: "Deutscher Militärflughafen L 40686" (Aeroporto Militare Tedesco L 40686) ed inquadrato nella II^ Flotta Aerea Germanica in Italia. Il comando fu assegnato al May Mans Doster. Il reparto di volo era costituito da circa duemila soldati, tra ufficiali, sottufficiali e truppa. Il comando germanico apportò molte migliorie in tutta l'aerea aeroportuale, a cominciare dalla pista di volo che costruì in cemento armato e l'allungò fino a 2750 metri dei circa 1500 che era; e poi eresse nuovi e più capienti hangars, costruì bunkers per la difesa delle infrastrutture; postazioni efficientissime di contraerea, ecc.
Lo stemma del Kamfgeschwader 54 "Totenkopf", un reparto di volo germanico che fu di stanza a San Damiano dalla fine del 1942 all'inizio dell'estate 1943 e che aveva in dotazione l'aereo in questione.
I tedeschi si servirono massicciamente della base acquisita anche come scuola di volo: questo "chiarisce" come mai gli incidenti aerei furono così numerosi in quegli anni. San Damiano fu anche la base di "restauro equipaggi"; infatti, dalla fine del '42 in poi, divenne la base dove inviare gli equipaggi, stressati dai combattimenti in prima linea, a "riposarsi" e recuperare le energie fisiche e mentali. Poi, dal settembre 1943, fu praticamente la base dove si trovavano tutti i reparti: caccia, ricognitori, bombardieri e scuola. Il 12 settembre 1943 i tedeschi requisirono il castello di Grazzano Visconti e vi trasferirono gli uffici del comando aeroporto. Avvisaglie di incursioni aeree da parte del nemico c'erano già state e gli ufficiali tedeschi percepivano che prima o poi gli americani non si sarebbero limitati a ricognizioni fotografiche ma avrebbero buttato sull'aeroporto tante bombe, perciò sarebbe stato meglio avere il comando in un luogo più sicuro.
Le previsioni, abbastanza facili, dei generali tedeschi si avverarono il 12 maggio 1944. Quel giorno l'aeroporto di San Damiano fu bombardato da 75 B-24 e mitragliato da 31 P-38 Lightnings della 15^ AAF. Furono messi fuori uso 5 aeroplani e diverse infrastrutture distrutte o danneggiate. Ma il finimondo doveva arrivare qualche giorno dopo... Domenica 14 maggio 1944, verso l'ora di pranzo, il cielo sopra la Valle del Nure viene oscurato da 75 bombardieri B-24 Liberators e 66 B-17 Fortresses, scortati da 47 P-51 Mastangs. Chi li ha visti da sotto, dalla parte della "preda", può ancora oggi, a distanza di oltre settant'anni, ricordare quel momento con estrema lucidità e precisione e ricostruirlo istante per istante: il rumore dei motori, il sibilo delle bombe che arrivano, le esplosioni quando impattano il terreno, il fischio delle pallottole delle mitraglie, il fumo e la puzza che ti avvolge, il terrore di perdere la vita... momenti incisi a fuoco nella mente, nel cuore, nel cervello e mai più cancellabili. Quella domenica perderanno la vita anche diversi abitanti di Rizzolo. I danni riportati dai tedeschi furono ingenti, sei aerei distrutti al suolo, la pista di involo principale inservibile causa enormi crateri causati dalle bombe, molti edifici distrutti o gravemente danneggiati. Non pienamente soddisfatti del lavoro fatto, qualche tempo dopo, il giorno 25 maggio 1944, gli alleati si ripresentarono sopra il cielo di San Damiano con 150 bombardieri B-24s scortati da 42 P-38 e finirono il loro compito... tra gli aerei tedeschi distrutti si annotano: 1 FW 190; 1 HE 111; 10 FW 190s; ecc.
Nella primavera 1945, quando ormai era chiaro anche ai meno informati, che tedeschi e fascisti avevano perso la guerra, gli ultimi aerei ancora in grado di volare decollarono per casa. Subito dopo arrivò un reparto di artificieri della Wehrmacht per concludere il lavoro di demolizione iniziato dagli alleati con i bombardamenti sopracitati. Questo nella logica, leggermente luciferina, di non lasciare nulla da godere al nemico che arriva... I tedeschi minarono tutti i manufatti presenti nell'aera aeroportuale ed anche all'esterno se erano di pertinenza del campo d'aviazione. Gli specialisti in demolizioni minarono, scientemente, anche il monumento dedicato all'eroe piacentino Gaetano Mazza, al quale era ed è intitolato l'aeroporto militare di San Damiano. Mazza si guadagnò una medaglia al Valor Militare nei cieli di Oderzo, sul fronte del Piave, dove, ai comandi del suo velivolo, il 7 novembre 1917 venne mortalmente colpito. Il monumento dedicato al sergente Mazza era stato costruito per durare: cemento armato e lastre di marmo. Sopravvissuto ai pesanti bombardamenti degli americani, dovette però soccombere per mano degli artificieri tedeschi, un tempo alleati...
Le previsioni, abbastanza facili, dei generali tedeschi si avverarono il 12 maggio 1944. Quel giorno l'aeroporto di San Damiano fu bombardato da 75 B-24 e mitragliato da 31 P-38 Lightnings della 15^ AAF. Furono messi fuori uso 5 aeroplani e diverse infrastrutture distrutte o danneggiate. Ma il finimondo doveva arrivare qualche giorno dopo... Domenica 14 maggio 1944, verso l'ora di pranzo, il cielo sopra la Valle del Nure viene oscurato da 75 bombardieri B-24 Liberators e 66 B-17 Fortresses, scortati da 47 P-51 Mastangs. Chi li ha visti da sotto, dalla parte della "preda", può ancora oggi, a distanza di oltre settant'anni, ricordare quel momento con estrema lucidità e precisione e ricostruirlo istante per istante: il rumore dei motori, il sibilo delle bombe che arrivano, le esplosioni quando impattano il terreno, il fischio delle pallottole delle mitraglie, il fumo e la puzza che ti avvolge, il terrore di perdere la vita... momenti incisi a fuoco nella mente, nel cuore, nel cervello e mai più cancellabili. Quella domenica perderanno la vita anche diversi abitanti di Rizzolo. I danni riportati dai tedeschi furono ingenti, sei aerei distrutti al suolo, la pista di involo principale inservibile causa enormi crateri causati dalle bombe, molti edifici distrutti o gravemente danneggiati. Non pienamente soddisfatti del lavoro fatto, qualche tempo dopo, il giorno 25 maggio 1944, gli alleati si ripresentarono sopra il cielo di San Damiano con 150 bombardieri B-24s scortati da 42 P-38 e finirono il loro compito... tra gli aerei tedeschi distrutti si annotano: 1 FW 190; 1 HE 111; 10 FW 190s; ecc.
Nella primavera 1945, quando ormai era chiaro anche ai meno informati, che tedeschi e fascisti avevano perso la guerra, gli ultimi aerei ancora in grado di volare decollarono per casa. Subito dopo arrivò un reparto di artificieri della Wehrmacht per concludere il lavoro di demolizione iniziato dagli alleati con i bombardamenti sopracitati. Questo nella logica, leggermente luciferina, di non lasciare nulla da godere al nemico che arriva... I tedeschi minarono tutti i manufatti presenti nell'aera aeroportuale ed anche all'esterno se erano di pertinenza del campo d'aviazione. Gli specialisti in demolizioni minarono, scientemente, anche il monumento dedicato all'eroe piacentino Gaetano Mazza, al quale era ed è intitolato l'aeroporto militare di San Damiano. Mazza si guadagnò una medaglia al Valor Militare nei cieli di Oderzo, sul fronte del Piave, dove, ai comandi del suo velivolo, il 7 novembre 1917 venne mortalmente colpito. Il monumento dedicato al sergente Mazza era stato costruito per durare: cemento armato e lastre di marmo. Sopravvissuto ai pesanti bombardamenti degli americani, dovette però soccombere per mano degli artificieri tedeschi, un tempo alleati...
Bibliografia
Francesca Tassi, Un aeroporto nella storia. Aeroporto Militare G. Mazza, San Damiano, Piacenza, Edizioni Tip.Le.Co., 1996.
Carlo Lucchini, Il 13° Stormo B.T., uno stormo piacentino, Editore ITC srl Udine, 2002.
Luca Guglielmetti-Andrea Rebora, La Regia Aeronautica nella Battaglia d'Inghilterra, Aeronautica Militare, Ufficio Storico, 2014
Henry L. deZeng IV, Luftwaffe Airfields 1935-45. Italy, Sicily and Sardinia, September 2015.
Pagina pubblicata il 21 dicembre 2020