Armi individuali e di reparto dei combattenti della II Guerra Mondiale
Nota: le armi qui sotto raffigurate sono parte della raccolta del Museo della Resistenza di Sperongia di Morfasso. Ognuna di esse è certificata per essere esposta al pubblico in quanto "demilitarizzata", resa cioè innocua tramite bloccaggio permanente ed irreversibile di ogni parte meccanica atta al funzionamento di un'arma, canna compresa.
Nota del 09 gennaio 2015: lo storico Gianluigi Usai, profondo conoscitore di armi (in specie quelle impiegate dalle formazioni partigiane), dopo aver visitato questa pagina ha inviato una precisazione: il mitra MAB 38A che compare in foto di seguito è rumeno (la fabbrica italiana lo aveva costruito anche per la Romania); la carabina M1, dotata di attacco baionetta è una versione mai giunta in Italia se non nel dopoguerra. Si ringrazia il Signor Usai per l'intervento.
Nota del 05 agosto 2020: il signor Andrea Ceresa Gastaldo ha scritto al Grac per segnalare che: "Nel paragrafo dedicato al mitra STEN, c'è un errore. STEN infatti, è l'acronimo di tre parole: sono le iniziali dei cognomi dei suoi disegnatori, maggiore Shepherd, Turpin e Enfield, la località sede della fabbrica che lo produceva". Il Grac ringrazia il signor Andrea per l'intervento.
Nota del 09 gennaio 2015: lo storico Gianluigi Usai, profondo conoscitore di armi (in specie quelle impiegate dalle formazioni partigiane), dopo aver visitato questa pagina ha inviato una precisazione: il mitra MAB 38A che compare in foto di seguito è rumeno (la fabbrica italiana lo aveva costruito anche per la Romania); la carabina M1, dotata di attacco baionetta è una versione mai giunta in Italia se non nel dopoguerra. Si ringrazia il Signor Usai per l'intervento.
Nota del 05 agosto 2020: il signor Andrea Ceresa Gastaldo ha scritto al Grac per segnalare che: "Nel paragrafo dedicato al mitra STEN, c'è un errore. STEN infatti, è l'acronimo di tre parole: sono le iniziali dei cognomi dei suoi disegnatori, maggiore Shepherd, Turpin e Enfield, la località sede della fabbrica che lo produceva". Il Grac ringrazia il signor Andrea per l'intervento.
Inghilterra, fucile mitragliatore Bren (BRNO-ENFIELD) arma di progettazione Cecoslovacca, calibro 0303 (7,7 mm), peso Kg. 10,320, caricatore da 30 colpi, funzionamento a presa di gas, celerità di tiro 450/colpi minuto. Prima arma "pesante" in dotazione ai partigiani grazie ai lanci alleati.
Inghilterra, canna di ricambio per fucile mitragliatore Bren.
Italia, fucile mitragliatore Breda 30 calibro 6,5 mm, peso Kg 11, caricatore da 20 colpi, celerità di tiro circa 500 colpi/minuto, gittata utile 1000 metri, funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Arma ben costruita, ma complicata: aveva necessità di una continua lubrificazione, che in presenza di polvere o ghiaccio causava l'inceppamento dell’arma.
Germania, fucile mitragliatore/mitragliatrice MG 42 calibro 7,92 mm, peso Kg 11, caricatore a nastro da 50/250 colpi, celerità di tiro circa 1200 colpi/minuto, gittata utile 1829 metri, funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Chiamata anche SEGA di HITLER o FARFALLONE, molto temuta dai suoi nemici, utilizzata tutt’ora in calibro 7,62 NATO.
Germania, pistola mitragliatrice MP 40, calibro 9 parabellum, peso Kg 3,700, caricatore da 32 colpi, celerità di tiro circa 450/540 colpi/minuto, funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Conosciuta anche come macchine pistole, arma ben costruita con molte parti stampate per ridurre i tempi di produzione.
Stati Uniti D’America, mitra Thomson Mod. 1928 A1, calibro 45 ACP, peso Kg 4,9, caricatore a tamburo da 50 colpi, funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Arma resa famosa dalle bande di Gangsters attive negli USA negli anni 20 e 30.
Inghilterra, mitra Sten (Sterling Enfield) calibro 9 parabellum, peso Kg 3, caricatore da 32 colpi, celerità di tiro circa 540 colpi/minuto, funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Arma di costruzione molto semplice ed economica anche se aveva alcuni problemi di funzionamento poté essere distribuita su larga scala vista la sua facilità di produzione. Molto utilizzata dai Partigiani grazie ai lanci alleati.
Italia, moschetto automatico Bertta mod. 38 A, calibro 9 parabellum, peso Kg 3.950, caricatore da 10-20-32 colpi, celerità di tiro circa 500 colpi minuto,funzionamento a utilizzo diretto del rinculo. Arma molto ben costruita, ma costosa perciò venne consegnata in pochi esemplari rispetto alle richieste. Molto apprezzata anche dai Tedeschi.
Stati Uniti D’America, carabina M1(winchester) calibro 30 carabine, peso Kg 2,5, caricatore da 15-30 colpi, gittata utile 200 metri, funzionamento a recupero di gas. Arma molto leggera, utilizzata dagli ufficiali, operatori radio e paracadutisti; prodotta in quasi 6 milioni di esemplari.
Italia, fucile 9138, calibro 6,5, peso Kg 3,675, caricatore da 6 colpi, gittata utile 1200 metri, funzionamento manuale. Arma derivante dal 91 lungo a cui sono stati accorciati la canna e il calcio, per ottenere un’arma di dimensioni accettabili e per il risparmio di materiale.
Germania, fucile Mauser 98K(tac pum), calibro 7,92mm, peso Kg 3,9, caricatore da 5 colpi, gittata utile 1000 metri, funzionamento manuale. Arma costruita con ottimi materiali, anche se, con l’avanzare della guerra, venne sempre più semplificata.
Stati Uniti D’America, fucile M1 Garand, calibro 3006, peso Kg 4,3, caricatore da 8 colpi, gittata utile 600-700 metri, funzionamento a presa di gas. Primo fucile semi-automatico adottato da un esercito in grande numero. E’ stato usato dall’Esercito Italiano fino agli anni 80 in calibro 7,62 NATO.
Italia, fucile Carcano mod. 91, calibro 6,5, peso Kg 3,7, caricatore da 6 colpi, funzionamento manuale. Arma precisa visto il piccolo calibro, è stato prodotto dal 1891 fino alla Seconda Guerra Mondiale.
Germania, baionetta tedesca per Mauser 98K, ritrovata ai Terruzzi di Morfasso.