Montechino di Gropparello, PC. 1945, bombe sui pozzi
Foto sotto: cantieri nei pressi di Montechino, anni venti, concessione Studio Croce di Maurizio Cavalloni
"Ai primi di aprile del 1945 i pozzi petroliferi di Montechino furono sottoposti ad un prolungato attacco di cacciabombardieri anglo-americani. Le attrezzature subirono gravissimi danni. L'ultimo carico di greggio da Piacenza a Milano fu compiuto fra il 19 e il 20 aprile del 1945 sotto continui attacchi di aerei e pattuglie partigiane. Fonti partigiane dicono che alcuni pozzi abbandonati servivano per rifornire gli automezzi dei partigiani. Non si conosce con quale tecnica o quale motore potesse bruciare questo petrolio..." (tratto da: http://digilander.libero.it)
"La parrocchia è zona petrolifera con numerosi pozzi... vi lavorano circa 300 operai, officine, uffici, magazzeni, serbatoi, ecc... fino dall'otto settembre 1943 incubo dei bombardamenti... durante l'occupazione tedesca ed il governo RSI teatro di guerra tra le circostanti formazioni partigiane ed il presidio corazzato "Leonessa" costituitisi nel castello di Montechino, per convogliare la produzione di petrolio agli scopi di guerra... diverse incursioni aeree, specie il 7 e l'8 aprile 1945 hanno completamente distrutto ogni impianto petrolifero... le incursioni aeree hanno segnato per sempre la sorte di Montechino, non esistendo contraerea, i piloti poterono sbizzarrirsi a loro piacimento e prendere la mira con calma, a colpo sicuro... una distruzione completa... una ripresa non era più possibile, tutti gli operai sono stati licenziati e dovettero emigrare per lavoro per il mondo... in tal modo Montechino, prima fiorente per il petrolio e l'agricoltura... con circa mille abitanti e scesa ora a 350..."
(Relazione di Chiesa don Angelo parrocchia di Montechino, tratto da: "Nella bufera della Resistenza" di Ponzini-Porro, Piacenza 1985)
"Il giorno 07 aprile 1945, era un sabato, da stare a casa (Quarantini) si vedevano aerei sorvolare la zona del monte verso Montechino, dopo non molto si sentirono delle potenti deflagrazioni, stavano bombardando l’impianto petrolifero. Da un aereo ho proprio visto scendere le due bombe che probabilmente avrebbero dovuto colpire il pozzo 192, posto sul monte Falò, distante da noi circa 800 metri in linea d’aria, ma sbagliarono obiettivo e le bombe caddero 3 o 400 metri dal pozzo 192 verso i Quarantini, al limitare dei boschi con i campi. Altre due bombe caddero sulla sommità del Monte Falò, vicinissime ad un grande invaso, scavato nel terreno, pieno d’acqua che serviva per far funzionare i cantieri. Di quest’ultime due si vedono ancora chiaramente i crateri che provocarono, in particolare quella caduta più vicina al vascone, ancora oggi ci sta dentro un camioncino. Un fatto curioso: quando la mia mamma si recò nel pollaio, lo stesso giorno, per prendere alcune uova, scoprì che all’interno del pollaio, nel bel mezzo del nido dove le galline erano solite a deporre, vi era un sasso grande come un pugno. Si chiese cosa ci facesse un sasso in quel posto, ma le spiegazioni li ebbe subito quando vide che il tetto del pollaio, costruito con le “ciappe”, presentava un’apertura…. Quel sasso veniva dal cielo, scaraventato fin sul tetto del pollaio dalla forza dovuta all’esplosione delle bombe indirizzate al pozzo 192." (Testimonianza di Antonio Bergonzi, tuttora abitante nella località citata)
"In Italy, during the night of 6/7 Apr, A-20s and A-26s bomb bridges at Lavis, Ala, Rovereto, and San Ambrogio di VaIpolicella, and several Po River crossings; during the day weather grounds the medium bombers; XXII Tactical Air Command fighters and fighter bombers, operating on a limited scale, hit the Montechino oilfield, ammunition dumps and communications targets N of the battle area, and gun positions in the Monte Belvedere-Strettoia area in which US Fifth Army forces push N. Units moving from Corsica to Italy: HQ 57th Bombardment Wing and HQ 310th Bombardment Group (Medium) with the 380th, 381st and 428th Bombardment Squadrons (Medium) from Ghisonaccia to Fano with B-25s; the 486th, 487th and 488th Bombardment Squadrons (Medium), 340th Bombardment Group (Medium), from Alesan to Rimini with B-25s..."
(Tratto da: Combat Chronology of the US Army Air Forces April 1945, "Tactical Operations Twelfth Air Force")
"La parrocchia è zona petrolifera con numerosi pozzi... vi lavorano circa 300 operai, officine, uffici, magazzeni, serbatoi, ecc... fino dall'otto settembre 1943 incubo dei bombardamenti... durante l'occupazione tedesca ed il governo RSI teatro di guerra tra le circostanti formazioni partigiane ed il presidio corazzato "Leonessa" costituitisi nel castello di Montechino, per convogliare la produzione di petrolio agli scopi di guerra... diverse incursioni aeree, specie il 7 e l'8 aprile 1945 hanno completamente distrutto ogni impianto petrolifero... le incursioni aeree hanno segnato per sempre la sorte di Montechino, non esistendo contraerea, i piloti poterono sbizzarrirsi a loro piacimento e prendere la mira con calma, a colpo sicuro... una distruzione completa... una ripresa non era più possibile, tutti gli operai sono stati licenziati e dovettero emigrare per lavoro per il mondo... in tal modo Montechino, prima fiorente per il petrolio e l'agricoltura... con circa mille abitanti e scesa ora a 350..."
(Relazione di Chiesa don Angelo parrocchia di Montechino, tratto da: "Nella bufera della Resistenza" di Ponzini-Porro, Piacenza 1985)
"Il giorno 07 aprile 1945, era un sabato, da stare a casa (Quarantini) si vedevano aerei sorvolare la zona del monte verso Montechino, dopo non molto si sentirono delle potenti deflagrazioni, stavano bombardando l’impianto petrolifero. Da un aereo ho proprio visto scendere le due bombe che probabilmente avrebbero dovuto colpire il pozzo 192, posto sul monte Falò, distante da noi circa 800 metri in linea d’aria, ma sbagliarono obiettivo e le bombe caddero 3 o 400 metri dal pozzo 192 verso i Quarantini, al limitare dei boschi con i campi. Altre due bombe caddero sulla sommità del Monte Falò, vicinissime ad un grande invaso, scavato nel terreno, pieno d’acqua che serviva per far funzionare i cantieri. Di quest’ultime due si vedono ancora chiaramente i crateri che provocarono, in particolare quella caduta più vicina al vascone, ancora oggi ci sta dentro un camioncino. Un fatto curioso: quando la mia mamma si recò nel pollaio, lo stesso giorno, per prendere alcune uova, scoprì che all’interno del pollaio, nel bel mezzo del nido dove le galline erano solite a deporre, vi era un sasso grande come un pugno. Si chiese cosa ci facesse un sasso in quel posto, ma le spiegazioni li ebbe subito quando vide che il tetto del pollaio, costruito con le “ciappe”, presentava un’apertura…. Quel sasso veniva dal cielo, scaraventato fin sul tetto del pollaio dalla forza dovuta all’esplosione delle bombe indirizzate al pozzo 192." (Testimonianza di Antonio Bergonzi, tuttora abitante nella località citata)
"In Italy, during the night of 6/7 Apr, A-20s and A-26s bomb bridges at Lavis, Ala, Rovereto, and San Ambrogio di VaIpolicella, and several Po River crossings; during the day weather grounds the medium bombers; XXII Tactical Air Command fighters and fighter bombers, operating on a limited scale, hit the Montechino oilfield, ammunition dumps and communications targets N of the battle area, and gun positions in the Monte Belvedere-Strettoia area in which US Fifth Army forces push N. Units moving from Corsica to Italy: HQ 57th Bombardment Wing and HQ 310th Bombardment Group (Medium) with the 380th, 381st and 428th Bombardment Squadrons (Medium) from Ghisonaccia to Fano with B-25s; the 486th, 487th and 488th Bombardment Squadrons (Medium), 340th Bombardment Group (Medium), from Alesan to Rimini with B-25s..."
(Tratto da: Combat Chronology of the US Army Air Forces April 1945, "Tactical Operations Twelfth Air Force")

Piantina dei cantieri della zona petrolifera dove era situato il pozzo nr 192 (tratto da: "L'attività estrattiva e le risorse minerarie della regione Emilia Romagna", di Attilio Scicli)
Nell'ottobre del 2011 Cristiano e Pierlino, con il determinante aiuto dell'amico Antonio Bergonzi, localizzano il pozzo 192 ed i crateri, tuttora ben visibili, causati dallo scoppio delle bombe. Qui sotto i momenti della ricerca e le inerte schegge ritrovate:
Nell'ottobre del 2011 Cristiano e Pierlino, con il determinante aiuto dell'amico Antonio Bergonzi, localizzano il pozzo 192 ed i crateri, tuttora ben visibili, causati dallo scoppio delle bombe. Qui sotto i momenti della ricerca e le inerte schegge ritrovate: