Una qualsiasi giornata di bombardamenti sulla Valle del Po
di Paolo A. Dossena
di Paolo A. Dossena
Operazione "Mallory Major"
La campagna "Mallory Major", che prendeva il nome del suo pianificatore, il maggiore Mallory, mirava alla distruzione di tutti i ponti fissi e ponti di barche sul fiume Po e sui suoi affluenti. L’operazione cominciò la mattina del 12 luglio 1944.
Dal Protettorato alla Valle Padana
I treni lasciarono il Protettorato di Boemia e Moravia tra il 23 e il 25 maggio 1944, e seguirono la linea ferroviaria per l’Italia settentrionale (Pilsen/Plzeň, Monaco, Innsbruck, Passo del Brennero, Treviso, Verona). (1) Arrivarono alle rispettive destinazioni tra il 27 e il 29 maggio. (2)
Il 28 maggio, alla fermata di Varese, si verificò la seconda diserzione ceca (un altro soldato era già scappato) quando il soldato semplice Antonín Rottrekl saltò da un vagone. (3)
Per motivi di sicurezza, ai soldati dell’Esercito Governativo fu proibito di inviare lettere a casa per sei settimana. La sorveglianza era rigorosa.
L’Esercito Governativo (Regierungstruppe) del Protettorato era costituito da circa 7000 uomini e 200 ufficiali, soldati di etnia ceca. (4) I cechi sarebbero stati usati per compiti di sorveglianza: ponti, ferrovie e aeroporti della Valle del Po (l’Italia continentale, l’Italia del nord, a nord della dorsale appenninica settentrionale). Qui, insieme a ausiliarie tedesche e a soldati tedeschi e italiani della Flak (la difesa contraerea tedesca) sarebbero stati massacrati dai bombardamenti americani legati all’operazione Mallory Major.
Il 28 maggio, alla fermata di Varese, si verificò la seconda diserzione ceca (un altro soldato era già scappato) quando il soldato semplice Antonín Rottrekl saltò da un vagone. (3)
Per motivi di sicurezza, ai soldati dell’Esercito Governativo fu proibito di inviare lettere a casa per sei settimana. La sorveglianza era rigorosa.
L’Esercito Governativo (Regierungstruppe) del Protettorato era costituito da circa 7000 uomini e 200 ufficiali, soldati di etnia ceca. (4) I cechi sarebbero stati usati per compiti di sorveglianza: ponti, ferrovie e aeroporti della Valle del Po (l’Italia continentale, l’Italia del nord, a nord della dorsale appenninica settentrionale). Qui, insieme a ausiliarie tedesche e a soldati tedeschi e italiani della Flak (la difesa contraerea tedesca) sarebbero stati massacrati dai bombardamenti americani legati all’operazione Mallory Major.
‘ìl gamba ‘d légn’ (mercoledì 12 luglio 1944)
L’allarme notturno, a Piacenza, veniva dato tutte le notti, così alla fine, la gente rinunciò a scappare nelle cantine rimanendo a letto (testimonianza di Anna Molinari).
Nel primo mattino di mercoledì 12 luglio, soldati italiani della compagnia deposito di Palazzo Farnese, e locali lavoratori, avevano raggiunto i ponti locali con un tram a vapore che nel “dialetto” di Piacenza era noto come “ìl gamba ‘d légn” (il gamba di legno) o come “’l bò negàr” (il bue nero). I ponti erano sorvegliati da soldati tedeschi e da membri del Terzo Battaglione ceco.
Alle sette e mezzo, i soldati e lavoratori italiani e della OT stavano riparando una via di comunicazione bombardata accanto ai ponti, quando la posizione contraerea tedesca diede l’allarme. (5)
Gli italiani scapparono dai ponti, e così fecero i soldati cechi e tedeschi. (6) Poi, come il soldato semplice Ferdinando Arisi avrebbe più tardi testimoniato, tutti sentirono un “boato indescrivibile”, e mentre le orecchie dei superstiti erano doloranti, lo spostamento d’aria aveva curvato i rami degli alberi. Un secondo attacco, peggiore del primo, venne subito dopo. Successivamente ai due bombardamenti, mentre i sopravvissuti si congratulavano tra loro, gli aerei americani ritornarono e li mitragliarono.
Il ponte stradale era stato distrutto durante il primo attacco di quel giorno, mentre il ponte ferroviario sarebbe stato ripetutamente bombardato e reso infine del tutto inservibile durante le successive incursioni. (7)
Nel primo mattino di mercoledì 12 luglio, soldati italiani della compagnia deposito di Palazzo Farnese, e locali lavoratori, avevano raggiunto i ponti locali con un tram a vapore che nel “dialetto” di Piacenza era noto come “ìl gamba ‘d légn” (il gamba di legno) o come “’l bò negàr” (il bue nero). I ponti erano sorvegliati da soldati tedeschi e da membri del Terzo Battaglione ceco.
Alle sette e mezzo, i soldati e lavoratori italiani e della OT stavano riparando una via di comunicazione bombardata accanto ai ponti, quando la posizione contraerea tedesca diede l’allarme. (5)
Gli italiani scapparono dai ponti, e così fecero i soldati cechi e tedeschi. (6) Poi, come il soldato semplice Ferdinando Arisi avrebbe più tardi testimoniato, tutti sentirono un “boato indescrivibile”, e mentre le orecchie dei superstiti erano doloranti, lo spostamento d’aria aveva curvato i rami degli alberi. Un secondo attacco, peggiore del primo, venne subito dopo. Successivamente ai due bombardamenti, mentre i sopravvissuti si congratulavano tra loro, gli aerei americani ritornarono e li mitragliarono.
Il ponte stradale era stato distrutto durante il primo attacco di quel giorno, mentre il ponte ferroviario sarebbe stato ripetutamente bombardato e reso infine del tutto inservibile durante le successive incursioni. (7)
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Sopra e sotto: documenti americani relativi agli attacchi del 12 luglio (320th Bombardment Group)
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Casalmaggiore, Cremona (12 luglio, mattina)
Nel frattempo, quella stessa mattina, tra le nove e un quarto e le nove e trentuno, un gruppo di bombardieri americani B-26, guidati dal capitano Nunkalee attaccò il ponte ferroviario di Casalmaggiore (Cremona), come si legge sul rapporto militare che documenta l’incursione: “Il secondo Squadrone, che non fu in grado di sganciare al primo passaggio, ne effettuò un secondo sul bersaglio”
Gli arei B-26 sganciarono 63 bombe da demolizione, e “L’estremità sud del ponte ricevette due efficaci concentrazioni di bombe”. (8)
Subito dopo, alle 9:49, ventiquattro aerei americani B-26, guidati dal colonnello A. A. Woolridge, fecero un’incursione sui ponti di Cremona, che sopravvissero all’attacco perché i soldati tedeschi e cechi (Quarto battaglione) liberarono una cortina fumogena. (9)
Gli arei B-26 sganciarono 63 bombe da demolizione, e “L’estremità sud del ponte ricevette due efficaci concentrazioni di bombe”. (8)
Subito dopo, alle 9:49, ventiquattro aerei americani B-26, guidati dal colonnello A. A. Woolridge, fecero un’incursione sui ponti di Cremona, che sopravvissero all’attacco perché i soldati tedeschi e cechi (Quarto battaglione) liberarono una cortina fumogena. (9)
La Comunità ceca di Sermide, Ostiglia-Revere e Ferrara (12 luglio, mattina)
Pochi minuti dopo, alle 10:18, il ponte di barche di Ostiglia fu a sua volta attaccato. Questa incursione fu condotta da altre unità statunitensi (il 445°, 446°, 447° e 448° squadroni della 12° Forza Aerea).
Successivamente, alle 10:27, le stesse unità bombardarono anche i ponti di Ostiglia-Revere.
Quest’area (Sermide/Ostiglia-Revere) era tenuto del Quarto battaglione ceco, che gestiva altresì i traghetti di Viadana. (10)
In quest’area i soldati dell’Esercito Governativo trovarono un gruppo di individui e di famiglie cechi (Potuccek, Pospisek, Vinduska), famiglie i cui uomini erano tecnici abili e apprezzati, che lavoravano per la locale raffineria. Due di questi signori slavi, il signor Pospisek e il signor Vinduska, sarebbero stati uccisi, insieme a diversi civili di Sermide, durante una successiva ondata di bombardamenti, nel tardo febbraio del 1945. Tuttavia, i loro discendenti vivono tutt’ora a Sermide. (11)
Ancora quel mattino, al ponte ferroviario di Ferrara fu risparmiato un primo attacco da parte del 340° Gruppo da bombardamento, grazie a un’efficace cortina fumogena. Nel frattempo, altri aeroplani del 340° Gruppo da bombardamento lanciarono una seconda missione su Ferrara, che ottenne “ottimi risultati”. (12)
Successivamente, alle 10:27, le stesse unità bombardarono anche i ponti di Ostiglia-Revere.
Quest’area (Sermide/Ostiglia-Revere) era tenuto del Quarto battaglione ceco, che gestiva altresì i traghetti di Viadana. (10)
In quest’area i soldati dell’Esercito Governativo trovarono un gruppo di individui e di famiglie cechi (Potuccek, Pospisek, Vinduska), famiglie i cui uomini erano tecnici abili e apprezzati, che lavoravano per la locale raffineria. Due di questi signori slavi, il signor Pospisek e il signor Vinduska, sarebbero stati uccisi, insieme a diversi civili di Sermide, durante una successiva ondata di bombardamenti, nel tardo febbraio del 1945. Tuttavia, i loro discendenti vivono tutt’ora a Sermide. (11)
Ancora quel mattino, al ponte ferroviario di Ferrara fu risparmiato un primo attacco da parte del 340° Gruppo da bombardamento, grazie a un’efficace cortina fumogena. Nel frattempo, altri aeroplani del 340° Gruppo da bombardamento lanciarono una seconda missione su Ferrara, che ottenne “ottimi risultati”. (12)
Capacità tedesca di improvvisazione
Due nebbiogeni erano installati alle due estremità del ponte di Cremona, mentre non c’erano batterie anti-aeree. (13) A dispetto di una grande carenza di armi di terra e di potenza aerea, i tedeschi salvarono molte situazioni grazie alla loro capacità di improvvisazione. (14)
E’ un dato di fatto che le truppe di terra tedesche e ceche non disponevano di copertura aerea. Tra le rare sfide che la Luftwaffe (il ramo aereo delle forze armate tedesche) fu in grado di lanciare, due si verificarono il 12 e il 13 luglio, quando aerei tedeschi contrattaccarono i piloti americani a sud di Ferrara. (15)
E’ un dato di fatto che le truppe di terra tedesche e ceche non disponevano di copertura aerea. Tra le rare sfide che la Luftwaffe (il ramo aereo delle forze armate tedesche) fu in grado di lanciare, due si verificarono il 12 e il 13 luglio, quando aerei tedeschi contrattaccarono i piloti americani a sud di Ferrara. (15)
Le tre foto sopra mostrano i ponti sul Po di Casal Maggiore prima, durante e dopo il bombardamento del 12 luglio 1944 (foto aerea USAAF)
Casalmaggiore, Cremona, Ferrara (12 luglio, Pomeriggio)
Nel pomeriggio, alle diciotto e quarantotto, altri 33 aerei americani B-26, guidati dal capitano Probasco, effettuarono un secondo attacco sul ponte ferroviario di Casalmaggiore. Secondo il rapporto alleato, “Le bombe di uno Squadrone sono piombate al centro del ponte in buona concentrazione, sferrando probabili colpi diretti; un altro Squadrone ha colpito gli approcci meridionali; qualche bomba è piombata oltre il ponte, verso ovest”. (16)
Quasi immediatamente dopo questo bombardamento, alle diciotto e cinquantatré, un’altra ondata di aerei americani B-26 (319° Gruppo da bombardamento) guidati dal colonnello J. R. Holzapple, sganciò 143 bombe sul ponte di Cremona, che non era oscurato dal fumo. (17) Il bersaglio fu colpito e gravemente danneggiato, ma non demolito. (18) Quindi, per essere certi che il l’obiettivo fosse distrutto, il colonnello Holzapple ordinò che si tornasse il giorno successivo. (19) La politica del 319° Gruppo da bombardamento era ora di rivisitare ripetutamente un bersaglio finché l’obiettivo non fosse completamente distrutto.
Secondo i rapporti americani, le guardie di Cremona avevano liberato la cortina fumogena appena dopo la fine dell’attacco. (20) Le truppe dell’Asse, inoltre, avevano liberato, su altri ponti di secondaria importanza che erano stati attaccati, altre cortine fumogene, risultate inefficaci a causa del vento. (21)
Ancora quel pomeriggio, il 340° Gruppo da bombardamento eseguì un altro attacco sul ponte ferroviario di Ferrara, “una ripetizione della missione del mattino”. (22) La 12° Forza Aerea americana considerava Ferrara un importante bersaglio, che era difeso dalla Flak tedesca.
Intanto, i bombardieri pesanti B-24 della 15° Forza Aerea attaccarono il porto di Fiume/Rijeka, depositi di petrolio a Trieste/Triest/Trst e a Porto Marghera e scali smistamento di quattro diverse località. Nel frattempo, le fortezze volanti B-17 della 15° Forza aerea attaccavano scali smistamento e ponti ferroviari di altre tre località.
Una qualsiasi giornata di bombardamenti sulla Valle del Po.
Quasi immediatamente dopo questo bombardamento, alle diciotto e cinquantatré, un’altra ondata di aerei americani B-26 (319° Gruppo da bombardamento) guidati dal colonnello J. R. Holzapple, sganciò 143 bombe sul ponte di Cremona, che non era oscurato dal fumo. (17) Il bersaglio fu colpito e gravemente danneggiato, ma non demolito. (18) Quindi, per essere certi che il l’obiettivo fosse distrutto, il colonnello Holzapple ordinò che si tornasse il giorno successivo. (19) La politica del 319° Gruppo da bombardamento era ora di rivisitare ripetutamente un bersaglio finché l’obiettivo non fosse completamente distrutto.
Secondo i rapporti americani, le guardie di Cremona avevano liberato la cortina fumogena appena dopo la fine dell’attacco. (20) Le truppe dell’Asse, inoltre, avevano liberato, su altri ponti di secondaria importanza che erano stati attaccati, altre cortine fumogene, risultate inefficaci a causa del vento. (21)
Ancora quel pomeriggio, il 340° Gruppo da bombardamento eseguì un altro attacco sul ponte ferroviario di Ferrara, “una ripetizione della missione del mattino”. (22) La 12° Forza Aerea americana considerava Ferrara un importante bersaglio, che era difeso dalla Flak tedesca.
Intanto, i bombardieri pesanti B-24 della 15° Forza Aerea attaccarono il porto di Fiume/Rijeka, depositi di petrolio a Trieste/Triest/Trst e a Porto Marghera e scali smistamento di quattro diverse località. Nel frattempo, le fortezze volanti B-17 della 15° Forza aerea attaccavano scali smistamento e ponti ferroviari di altre tre località.
Una qualsiasi giornata di bombardamenti sulla Valle del Po.
Note
1)Kroener, Bernhard R.; Müller, Rolf-Dieter, Umbreit, Hans, Germany and the Second World War, Volume V/II, Organization and Mobilization in the German Sphere of Power (Clarendon Press, 2003), p. 288; cf Veselý, Jirí Maria, Staudek, Frantisek, La resistenza cecoslovacca in Italia 1944/45 (Editoriale Jaca Book, 1975), pp. 15, 30, 32;
2)Muñoz, Antonio J., Pavlović, Darko, Hitler’s Green Army: The German Order Police and Their European Auxiliaries, 1933-1945. Western Europe and Scandinavia (Europa Books, 2005), p. 42; Thomas, Nigel, Andrew, Stephen, German army 1939-45 (5): Western Front, 1941-43 (Osprey Publishing, 2000), p. 11; Pietra, Antonio, Guerriglia e Controguerriglia (ed. Gino Rossato, 1997), pp. 96-99; Littlejohn, David Foreign Legions of the Third Reich. Vol. 3: Albania, Czechoslovakia, Greece, Hungary and Yugoslavia (2nd Printing – October 1994), p. 23; Veselý, Staudek, op. cit., p. 31.
3)Veselý, Staudek, op. cit., p. 31.
4)Dokumentation der Vertreibung der Deutschen aus Ost-Mitteleuropa, Volume 4, Issue 1, (Bundesministerium für Vertriebene, 1953), p. 56; Muñoz, Pavlović, op. cit., p. 41; Littlejohn, op. cit., p. 23; Epstein, M., The Statesman’s Years Book; Statistical and Historical Annual of the States of the World for the Year 1945 (Springer, 2016), p. 831.
5)Mori, Roberto, Galeazzi, Lucia, Piacenza, una città nel tempo, Volume II (Piacenza: Tip.Le.Co., 1998).
6)Ibid.
7)Caccialanza, Roberto, I Ponti sul Po Dirimpetto a Piacenza 1801-2013, Fantigrafica, 2013; Mori, Galeazzi, op. cit.
8)Intelligence Narrative No, 276, Day Operation, 12 July 1944 (Headquarters 320th Bombardment Group M).
9)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Alberti, Agostino, Vailati, Deira, Obbiettivo Cremona, (Storia Militare, 2009), p. 10; Styling, Mark, B-26 Marauder Units Of The MTO (Osprey Publishing, 2008), p. 69.
10)Il Movimento di liberazione in Italia, Volume 25 (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, 1973), p. 788; Cavazzoli, Luigi, Guerra e Resistenza: Mantova, 1940-1945 (Mantua: Postumia, 1995), p. 788.
11)Guidorzi, Alberto, Storia dello zucchero (Sermdiana n. 3, March 2002), p. 10; Malvasi, Rino, Sermidesi vittime civili della seconda guerra mondiale (Sermdiana n. 4, April 2005), p. 2; Mantovani, Sirio, Zuccherificio 60 anni di lavoro…in abbandono da 27 (Sermdiana n. 6, June 2009), pp. 29-30.
12)Corporal Sebastian A. Buffa, War Diary of the 340th Bombardment Group, July 1944; F.I. Report – 340th Bomb Group, 12 July 1944; Declassified, EO12958, War Diary, 488 Bomb SQ, Mission # 1, NO. OF A/C: 12 B-25’w, 12 July 1944.
13)Alberti, Vailati, op. cit., pp. 7-9.
14)Ibid., p. 7.
15)Bernstein, Jonathan, P-47 Thunderbolts Units of the Twelfth Air Force, Bloomsbury Publishing, 2012.
16)Intelligence Narrative No, 277, Day Operation, 12 July 1944 (Headquarters 320th Bombardment Group M).
17)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
18)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Alberti, Deira, 2009, p. 7; Styling, op. cit., p. 69.
19)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Styling, op. cit., p. 69.
20)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
21)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
22)Declassified, IAW EO12958, Corporal Sebastian A. Buffa, War Diary of the 340th Bombardment Group, July 1944.
2)Muñoz, Antonio J., Pavlović, Darko, Hitler’s Green Army: The German Order Police and Their European Auxiliaries, 1933-1945. Western Europe and Scandinavia (Europa Books, 2005), p. 42; Thomas, Nigel, Andrew, Stephen, German army 1939-45 (5): Western Front, 1941-43 (Osprey Publishing, 2000), p. 11; Pietra, Antonio, Guerriglia e Controguerriglia (ed. Gino Rossato, 1997), pp. 96-99; Littlejohn, David Foreign Legions of the Third Reich. Vol. 3: Albania, Czechoslovakia, Greece, Hungary and Yugoslavia (2nd Printing – October 1994), p. 23; Veselý, Staudek, op. cit., p. 31.
3)Veselý, Staudek, op. cit., p. 31.
4)Dokumentation der Vertreibung der Deutschen aus Ost-Mitteleuropa, Volume 4, Issue 1, (Bundesministerium für Vertriebene, 1953), p. 56; Muñoz, Pavlović, op. cit., p. 41; Littlejohn, op. cit., p. 23; Epstein, M., The Statesman’s Years Book; Statistical and Historical Annual of the States of the World for the Year 1945 (Springer, 2016), p. 831.
5)Mori, Roberto, Galeazzi, Lucia, Piacenza, una città nel tempo, Volume II (Piacenza: Tip.Le.Co., 1998).
6)Ibid.
7)Caccialanza, Roberto, I Ponti sul Po Dirimpetto a Piacenza 1801-2013, Fantigrafica, 2013; Mori, Galeazzi, op. cit.
8)Intelligence Narrative No, 276, Day Operation, 12 July 1944 (Headquarters 320th Bombardment Group M).
9)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Alberti, Agostino, Vailati, Deira, Obbiettivo Cremona, (Storia Militare, 2009), p. 10; Styling, Mark, B-26 Marauder Units Of The MTO (Osprey Publishing, 2008), p. 69.
10)Il Movimento di liberazione in Italia, Volume 25 (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, 1973), p. 788; Cavazzoli, Luigi, Guerra e Resistenza: Mantova, 1940-1945 (Mantua: Postumia, 1995), p. 788.
11)Guidorzi, Alberto, Storia dello zucchero (Sermdiana n. 3, March 2002), p. 10; Malvasi, Rino, Sermidesi vittime civili della seconda guerra mondiale (Sermdiana n. 4, April 2005), p. 2; Mantovani, Sirio, Zuccherificio 60 anni di lavoro…in abbandono da 27 (Sermdiana n. 6, June 2009), pp. 29-30.
12)Corporal Sebastian A. Buffa, War Diary of the 340th Bombardment Group, July 1944; F.I. Report – 340th Bomb Group, 12 July 1944; Declassified, EO12958, War Diary, 488 Bomb SQ, Mission # 1, NO. OF A/C: 12 B-25’w, 12 July 1944.
13)Alberti, Vailati, op. cit., pp. 7-9.
14)Ibid., p. 7.
15)Bernstein, Jonathan, P-47 Thunderbolts Units of the Twelfth Air Force, Bloomsbury Publishing, 2012.
16)Intelligence Narrative No, 277, Day Operation, 12 July 1944 (Headquarters 320th Bombardment Group M).
17)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
18)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Alberti, Deira, 2009, p. 7; Styling, op. cit., p. 69.
19)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944; Styling, op. cit., p. 69.
20)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
21)Declassified, IAW EO12958, War Diary, 319 Bombardment Group, July 1944.
22)Declassified, IAW EO12958, Corporal Sebastian A. Buffa, War Diary of the 340th Bombardment Group, July 1944.
Pagina pubblicata il 08 dicembre 2018