Gusano di Gropparello, Piacenza. Bristol Beaufighter
Il Bristol Beaufighter era un aereo da caccia pesante inglese costruito dalla Bristol Aeroplane Company. Questo velivolo venne impiegato su quasi tutti i fronti della seconda guerra. Era molto affidabile per la sua manovrabilità ed autonomia. Aveva le seguenti dimensioni: lunghezza 12,6 metri; apertura alare 17,65; altezza 4,84; peso massimo al decollo quasi 120 quintali. Poteva volare per circa 3000 chilometri, alla massima velocità superava i 500 k/h; era armato da quattro cannoni Hispano MK II calibro 20 mm, montava una Browning 7,7 mm; nella stiva poteva portare 2 bombe da 250 lb; nei supporti subalari trovavano posto otto razzi da 60 lb. La casa costruttrice ne produsse circa 6000 esemplari.
La notizia del disastro aereo di Gusano
"La notte del 06 settembre 1944 nei pressi di Gusano precipitava per avarie subite in combattimento un caccia americano. I partigiani del distaccamento, accorsi immediatamente sul posto, estrassero dall'aereo pressoché distrutto il corpo straziato ed ormai esamine del pilota che seppellirono, dopo esequie religiose, nel vicino cimitero. I documenti in possesso furono consegnati al parroco perché li custodisse e l'incidente segnalato al servizio informazioni del comando alleato il quale provvide a fine guerra alla traslazione della salma in patria." (Tratto dal libro "Figli di nessuno" di Giuseppe Prati, TEP Piacenza 1980).
Altre ricostruzioni tramandate oralmente
Nel territorio comunale di Gropparello il fatto è conosciuto da molti e, come sempre in questi casi, ognuno la racconta a modo suo. Oltre alla versione di Prati, sulle cause della caduta di questo aereo, ve ne sono altre due: guasto meccanico, a seguito del quale l'equipaggio avrebbe tentato un atterraggio di emergenza. Questa versione appare poco attendibile in quanto nessun pilota che ragioni freddamente in tale situazione tenterebbe un atterraggio di emergenza di notte sui monti quando è già un'operazione azzardatissima se fatta di giorno sui lunghi campi di una pianura. Se si fosse verificato un guasto da non poter più stare in linea di volo il pilota avrebbe scelto l'unica via di salvezza: il paracadute. Il solo dubbio è che l'unica pala dell'elica ritrovata è integra all'estremità, il che significherebbe che non girava durante l'impatto altrimenti sarebbe "arricciata"; ma le dinamiche di un incidente aereo sono talmente variabili che potrebbe essere rimasta intatta anche se il motore girava alla massima potenza...
La terza versione è forse la più verosimile: Pippo volava per controllare il territorio ed il suo compito era di mitragliare o lanciare bombe su tutte le luci che avesse scorso sotto di se, al fine di lanciare un messaggio chiaro a “Fritz” ed a quelli che ancora lo sostenevano: “Attenzione, non siete più liberi neanche di accendere una luce di notte, quindi di spostarvi ecc…”. Da testimonianze orali tramandate si dice che quella sera un'auto dei partigiani, con luci accese, fosse partita da Gusano in direzione nord verso la strada in discesa che porta alla pianura. Presumibilmente Pippo l'avvistò e si mise in affondata con direzione nord-sud per mitragliarla di fronte. A questo punto il pilota potrebbe aver realizzato, con un attimo di ritardo, che la picchiata effettuata per mettersi in linea di tiro l'aveva portato ben sotto la quota dei monti, che si stavano pericolosamente avvicinando, costringendolo ad una repentina ed estrema richiamata, per risalire oltre gli ostacoli naturali, finita purtroppo in tragedia. Dall'esame della dislocazione dei resti ritrovati si percepisce con discreta precisione che l'aereo proveniva da nord-est ed ha impattato probabilmente contro il groppo al centro del paese disintegrandosi da qui nella direzione del vecchio cimitero.
Per dire proprio tutto, c'è anche un altro resoconto: un partigiano, tuttora vivente, che al tempo aveva 17 anni, dice con orgoglio di averlo abbattuto lui con una mitragliera posta a Mirandola. La versione non è accettabile per due motivi: primo, era notte fonda, il velivolo viaggiava tassativamente a luci spente, da terra si sentiva solo il rumore, quindi non si poteva vedere (si ricorda che al tempo le armi contraeree non erano sofisticate come oggi, per cui si sparava a vista); secondo, ammesso e non concesso che il mitragliere contraereo improvvisato avesse per puro miracolo colpito il cacciabombardiere, di certo questi non sarebbe precipitato all'istante come un fagiano e neanche a pochi chilometri, ma con alcune sforacchiature causate dalla 12,7 (l'arma più potente a disposizione dei ribelli) avrebbe verosimilmente fatto rientro alla base di partenza senza troppi problemi. Da aggiungere che se fosse realmente accaduto questo fatto, obbligatoriamente ne sarebbe successo un altro: Pippo avrebbe certamente individuato la provenienza dei traccianti e riversato su quel punto una tale potenza di fuoco da cancellare Mirandola dalle mappe...
La terza versione è forse la più verosimile: Pippo volava per controllare il territorio ed il suo compito era di mitragliare o lanciare bombe su tutte le luci che avesse scorso sotto di se, al fine di lanciare un messaggio chiaro a “Fritz” ed a quelli che ancora lo sostenevano: “Attenzione, non siete più liberi neanche di accendere una luce di notte, quindi di spostarvi ecc…”. Da testimonianze orali tramandate si dice che quella sera un'auto dei partigiani, con luci accese, fosse partita da Gusano in direzione nord verso la strada in discesa che porta alla pianura. Presumibilmente Pippo l'avvistò e si mise in affondata con direzione nord-sud per mitragliarla di fronte. A questo punto il pilota potrebbe aver realizzato, con un attimo di ritardo, che la picchiata effettuata per mettersi in linea di tiro l'aveva portato ben sotto la quota dei monti, che si stavano pericolosamente avvicinando, costringendolo ad una repentina ed estrema richiamata, per risalire oltre gli ostacoli naturali, finita purtroppo in tragedia. Dall'esame della dislocazione dei resti ritrovati si percepisce con discreta precisione che l'aereo proveniva da nord-est ed ha impattato probabilmente contro il groppo al centro del paese disintegrandosi da qui nella direzione del vecchio cimitero.
Per dire proprio tutto, c'è anche un altro resoconto: un partigiano, tuttora vivente, che al tempo aveva 17 anni, dice con orgoglio di averlo abbattuto lui con una mitragliera posta a Mirandola. La versione non è accettabile per due motivi: primo, era notte fonda, il velivolo viaggiava tassativamente a luci spente, da terra si sentiva solo il rumore, quindi non si poteva vedere (si ricorda che al tempo le armi contraeree non erano sofisticate come oggi, per cui si sparava a vista); secondo, ammesso e non concesso che il mitragliere contraereo improvvisato avesse per puro miracolo colpito il cacciabombardiere, di certo questi non sarebbe precipitato all'istante come un fagiano e neanche a pochi chilometri, ma con alcune sforacchiature causate dalla 12,7 (l'arma più potente a disposizione dei ribelli) avrebbe verosimilmente fatto rientro alla base di partenza senza troppi problemi. Da aggiungere che se fosse realmente accaduto questo fatto, obbligatoriamente ne sarebbe successo un altro: Pippo avrebbe certamente individuato la provenienza dei traccianti e riversato su quel punto una tale potenza di fuoco da cancellare Mirandola dalle mappe...
Le prime stime
Nel cimitero militare di Staglieno, Genova vi riposano due aviatori di nazionalità britannica deceduti a seguito di incidente aereo proprio in data 6 settembre 1944: Warrant Officer Watson John Crockatt, di anni 26, official number 1354770 e Flight Sergeant Horsford John di anni 21, official number 1623161, entrambi appartenenti alla Royal Air Force, 272 Sqdn. Potrebbero essere loro l'equipaggio deceduto a Gusano, ma per aver certezze si cercano nuovi riscontri da "incrociare".
Inizio della ricerca sul campo
19 novembre 2011, Arrigo, Cristiano, Luigi e Pierlino hanno dato inizio oggi alle ricerche sul campo. Partendo dalla testimonianza di Prati e dai racconti sentiti dai vecchi, il Gruppo ha individuato l'aerea dove il velivolo precipitò nel 1944. Determinante per il ritrovamento sono state le informazioni avute sul posto dai nativi al momento della ricerca. Infine il Grac ha localizzato i resti con l'ausilio dei metal detectors. Di seguito le immagini della ricerca e i pezzi ritrovati.
La collezione di Francesco Lazzarelli
Il Grac è venuto a conoscenza che un mercante di Carpaneto negli anni sessanta aveva acquistato, da un contadino di Gusano, parti dell'aereo qui precipitato. Dopo brevi ricerche il Gruppo ha individuato Francesco Lazzarelli, il quale ha messo subito a disposizione i reperti per la catalogazione. Successivamente Lazzarelli ha ceduto i pezzi a Cristiano Maggi che li ha esposti al Museo della Resistenza di Sperongia, dove si possono osservare dal vivo. Nell'immagine a fianco l'articolo "L'ultima missione di Pippo", scritto da Giancarlo Anselmi, negli anni settanta, per il periodico "Il Ponte" nella rubrica "Schegge di Storia" e che tratta dell'aereo caduto a Gusano. Sotto, le foto dei numerosi reperti custoditi da Lazzarelli.
La visita di Morrow, ricercatore americano
Il 15 giugno 2013 il Gruppo di Ricerca ha accolto ed accompagnato in visita sui luoghi dell'incidente l'amico John Morrow, un gentiluomo arrivato dall'America, esperto ed appassionato di aerei ed in particolare di bimotori della seconda guerra mondiale; arrivato fino a Gusano sulla spinta del suo entusiasmo per la conoscenza storica dell'aviazione...
Ritrovamento in diretta di altri reperti importanti
Mentre Morrow e il Grac stavano studiando il luogo dell'incidente, incontrano Maurizio, un giovane che vive a Gusano, il quale, capito il perché la comitiva si trovasse nella sua vigna, spiazza tutti dicendo: "Venite, vi mostro dei pezzi dell'aereo che ho in garage". Stupefatti per l'affermazione i ricercatori seguono Maurizio e scoprono che diceva il vero... Sotto le immagini della giornata, riprese a Gusano e al Museo di Sperongia, e i reperti custoditi da Maurizio.
Gusano di Gropparello, 15 giugno 2013, intervista a John Morrow
Il velivolo è un Bristol Beaufighter
A seguito del suo soggiorno a Gusano e Sperongia, Morrow ha riportato sul suo sito il resoconto della visita e l'incontro con il Grac (per leggere quanto ha scritto della sua esperienza piacentina fare clic qui...)
Dopo che Morrow ha pubblicato le foto dei resti del velivolo in questione, da lui fotografati durante la visita, il signor Ewan McArthur, che vive in Australia, ha riconosciuto i pezzi dell'aereo confrontando gli stessi con il manuale di volo: fare clic qui per vedere la pagina. Qui sotto due esempi dei pezzi identificati da McArthur.
Dopo che Morrow ha pubblicato le foto dei resti del velivolo in questione, da lui fotografati durante la visita, il signor Ewan McArthur, che vive in Australia, ha riconosciuto i pezzi dell'aereo confrontando gli stessi con il manuale di volo: fare clic qui per vedere la pagina. Qui sotto due esempi dei pezzi identificati da McArthur.
Un colpo d'arma da fuoco nella lamiera dell'ala
10 novembre 2013, dopo un'ulteriore "ispezione" dei reperti dell'aereo rinvenuti, Cristiano ha notato un piccolo squarcio su uno di essi (probabilmente si tratta di un alettone), che richiama, osservando la slabbratura del foro, un colpo di arma da fuoco... E' anche presente una targhetta, ma non si capisce bene se poteva essere una "toppa" oppure un "indirizzo" di chi aveva messo mano al velivolo per la riparazione... Le foto sotto ritraggono il pezzo del Beaufighter in questione.
2014, ritrovato il nome di un pilota nell'Archivio Comunale di Gropparello
Silvia e Silvana, ricercatrici del Grac, hanno risolto il caso. Nelle loro ricerche negli archivi del Comune di Gropparello si sono imbattute in un documento risolutivo. Si tratta della richiesta della Prefettura di Piacenza, datata 15 ottobre 1945, indirizzata a tutti i Comuni, atta a conoscere i nomi dei militari italiani e stranieri deceduti durante il conflitto e sepolti nei cimiteri della provincia. Le due investigatrici capiscono al volo che se trovano la risposta del comune alla Prefettura sveleranno il mistero dell'equipaggio deceduto a Gusano. E così succede; dopo poco ecco apparire la lettera di risposta con elencati i nomi dei militari sepolti nei cimiteri del comune di Gropparello. Alla voce "sepolti nel cimitero di Gusano" leggono: "Risultano sepolti due aviatori americani deceduti in seguito a caduta del loro apparecchio il 18 novembre 1944. Si ha il nome di uno solo dei due, tale Howard John Michael, nato in America il 8 novembre 1920, per il secondo non sono stati trovati documenti".
E' fatta!
E' fatta!
Missing Air Crew Reports
Una volta conosciuto almeno un nome dell'equipaggio e la data dell'incidente, questa volta precisa, è stato facile risalire ai documenti originali americani custoditi con cura e precisione in archivi digitali accessibili e facilmente navigabili.
Dette relazioni venivano compilate dai rispettivi reparti di volo ed inoltrate seguendo la via gerarchica al comando centrale ogniqualvolta un velivolo non rientrava dopo una missione di guerra. Qui sotto le copie dei documenti che riguardano l'aereo caduto a Gusano.
Dette relazioni venivano compilate dai rispettivi reparti di volo ed inoltrate seguendo la via gerarchica al comando centrale ogniqualvolta un velivolo non rientrava dopo una missione di guerra. Qui sotto le copie dei documenti che riguardano l'aereo caduto a Gusano.
La fine del Beaufighter MM-935 del 414th Night Fighter Squadron
Il Beaufighter VI-F MARK VIII, serial number MM935 del 414 Night F.S. Squadron, 62 FTR Wing Group, 12th Air Force, decolla da Pisa il 18 novembre 1944 alle ore 19:57. Il tipo di missione è "Intruder", la destinazione "Est Po Valley". A bordo ci sono in due: 1st Lt Howard John M., pilot, serial number 0-743450 e il 2nd Lt Murphy John F., radar observer, serial number 0-1695589. La pianificazione della missione prevedeva di stare in zona d'operazioni dalle 20:30 alle 22:30, il ritorno alla base per l'atterraggio era previsto per le ore 23:00. Dopo il decollo Howard chiama via radio l'ente di controllo dello spazio aereo "Blue Control Sector", fu l'ultima chiamata del Beau MM935. Blue Sector tentò ripetutamente il contatto con Howard nelle tre ore successive (il tempo dell'autonomia del velivolo), poi si rassegnò. L'estensore del rapporto del mancato rientro conclude in modo disarmante: non si sa nulla di nulla, non ci sono elementi per fare la minima stima di cosa possa essere accaduto al Beau 935. Si può presumere che l'ora dell'incidente possa essere tra le 20:30 e le 21:00, quando cioè Howard avrebbe dovuto contattare il controllo per dire che aveva raggiunto l'area assegnata, chiamata che non fece mai e non rispose nemmeno alle chiamate radio di altri velivoli che cercavano di contattarlo. Tenendo conto del calcolo orario aeronautico, che è sempre espresso in GMT (Greenwich Mean Time), l'ora locale di Gusano era un'ora in più: 21:30 - 22:00.
Sotto: a sinistra un Beaufighter del 414th Night Fighter Squadron; a destra l'emblema del 414th Night Fighter Squadron.
Sotto: a sinistra un Beaufighter del 414th Night Fighter Squadron; a destra l'emblema del 414th Night Fighter Squadron.
Da pistone a pompa per estrarre acqua dai pozzi...
Il signor R. B., collezionista di Ponte dell'Olio, ha gentilmente messo a disposizione del gruppo ricerca un altro prezioso reperto che riguarda il Bristol Beaufighter in questione. Nelle immagini a lato uno dei pistoni e l'assieme pistone cilindro. Il pistone ha un diametro di 13 centimetri circa. L'asola nella parte superiore del pistone è stata praticata dalla inventiva contadina (in campagna c'era bisogno di tutto in quel periodo e l'ingegno umano era molto sviluppato...); in essa veniva inserito un sistema di leve ed il tutto serviva come pompa a mano per tirare su acqua dai pozzi...
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Altre immagini dei resti del velivolo (collezione Cristiano Maggi)
I miracoli dell'acido ossalico
Marzo 2017, dopo che il Grac ha ritirato i reperti custoditi da Maurizio di Gusano, ha sottoposto gli stessi a "tamponatura" con acido ossalico, ottenendo buoni risultati. Le foto che seguono rappresentano la piastra d'acciaio che faceva da corazza di prua a protezione del pilota e una parte del congegno del carrello d'atterraggio principale. In entrambi i casi l'ossalico ha riportato in superficie il colore originario, che risultava invisibile prima del trattamento.
I due pezzi sotto (a sinistra una gamba di forza del carrello, a destra un congegno per espulsione dei bossoli posto nell'ala) sono stati trattati con sabbiatura il primo ed acido ossalico il secondo.
Foto sotto: particolari del congegno espulsioni bossoli installato sulle ali