Miano di Medesano, Parma, Italy. Curtiss P-40
L'aereo precipitato a Miano di Medesano durante la guerra era un Curtiss P-40 della SAAF (South African Air Force). L'input per questa ricerca è venuto dagli amici dell'Air Crash Po, il gruppo di ricerca aerei cremonese.
Prodotto dall'azienda statunitense "Curtiss Aeroplane and Motor Company" il P-40 era un caccia monomotore ad ala bassa e fu presente in quasi tutti i teatri operativi della seconda guerra mondiale. Interamente di struttura metallica, non aveva caratteristiche marcate, ma nei primi anni di guerra fu uno dei caccia americani più usato. Di questo caccia ne furono costruiti oltre 13 mila esemplari. Quando arrivò in Italia era già un aereo un poco sorpassato ma grazie alla sua velocità e robustezza fu impiegato fino alla fine della guerra principalmente per attacchi al suolo. Caratteristiche del velivolo: lunghezza 10,16 metri; apertura alare 11,38 metri; altezza 3,23 metri; peso massimo al decollo 5170 chili; velocità max 563 km/h; tangenza 9450 metri; autonomia 545 chilometri; armamento sei Browning M2 da 12,7 mm; predisposizione per una bomba da 500 libbre.
Leutnant R.A. Harley missing in action, di Agostino Alberti e Luca Merli
Aeroporto di Pontedera, ore 16:00 del 2 marzo 1945. Decollano per una ennesima missione di bombardamento in picchiata sulla Pianura Padana 16 cacciabombardieri Curtiss P-40 Kittyahwk, appartenenti all' 11 Squadron della SAAF (South African Air Force). Bersaglio dell'incursione, un deposito di munizioni situato nei pressi di Noceto, nel punto P 939874, nei pressi di Strada della Vigna /Vigna Arsenale. Al comando del Lt (Tenente) Van Heerden, i sedici velivoli superano gli Appennini e si presentano a quota 4000 metri sulla verticale dell'obiettivo, alle 16:45. Il cielo è limpido e soffia un forte vento proveniente da Ovest. Uno dopo l'altro, si lanciano in picchiata e, dalla quota di 600 metri, sganciano 15 bombe da 500 libbre, con risultati modesti: 10 Bombe “arano” dei campi posti ad Est del deposito, mentre 4 cadono nelle vicinanze dell'angolo sud ed una colpisce il terrapieno di un edificio. Poco prima, alle 14:15, altri 8 cacciabombardieri dello stesso reparto avevano attaccato il medesimo obiettivo, con risultati mediocri ed avevano effettuato diversi passaggi a bassa quota, mitragliando il deposito.
Mentre si appresta ad un secondo passaggio sul bersaglio, l'aereo del Lt (Tenente) R A Harley comincia a perdere fumo bianco. L'aviatore chiama per radio il comandante di squadriglia e comunica che deve lanciarsi. A quota 2100 metri, rovescia il velivolo “a pancia in su”, sgancia il tettuccio e si lancia con il paracadute. Sospinto dal vento, l'aviatore sudafricano prende terra sano e salvo “nei pressi di un corso d'acqua” (il fiume Taro), mentre il suo P-40 si schianta al suolo. Per evitare di attirare l'attenzione sulla zona di atterraggio, indicata nel punto P 919795 (ossia in una zona posta tra Felegara e La Carnevala, vicino alla località Pianezza) i piloti degli altri Kittihawks evitono di volare in cerchio su quel punto e si dirigono verso la base, ad eccezione del Lt (Tenente) Tyser che, avvistata una Volkswagen scoperta transitare su una strada a circa 5 chilometri di distanza, la attacca; i due occupanti abbandonano il veicolo, che viene distrutto dal fuoco delle mitragliatrici nel punto P935788, lungo la SS 357 / via Matteotti, all'altezza di Pianezza. Il Lt (Tenente) Harley si nasconde e già quella sera del 2 marzo, entra in contatto con un nucleo partigiano operante nella zona. Si dirige quindi verso gli Appennini e nel giro di diciotto giorni, dopo aver scarpinato per 185 miglia, raggiunge le linee Alleate e rientra a Pontedera il 20 marzo. Commentando la propria esperienza oltre le linee nemiche, spende parole di encomio per l'ottima organizzazione della Resistenza nelle zone da lui attraversate e chiosa con un laconico: “La prossima volta, vedrò di portarmi appresso degli scarponi!”.
La ricostruzione della missione e della perdita dell'aereo si basa interamente su materiale documentale reperito presso i National Archives di Londra e messo a disposizione dal sig. Nevio Casagrande di Vittorio Veneto.
La ricostruzione della missione e della perdita dell'aereo si basa interamente su materiale documentale reperito presso i National Archives di Londra e messo a disposizione dal sig. Nevio Casagrande di Vittorio Veneto.
L'aeroporto di Pontedera
Sull'aeroporto di Pontedera nel periodo della seconda guerra mondiale operarono prima gli aerei italiani della Regia Aeronautica, poi quelli della Luftwaffe ed a partire dalla primavera del 1944 arrivarono gli aerei degli alleati. Il velivolo qui trattato decollò da questa superficie il 2 marzo 1945 per non farvi più ritorno. Sotto alcune immagini dei bombardamenti effettuati sulla ferrovia, sulle fabbriche e sull'aeroporto di Pontedera dai B-17 della 15th AAF nei primi mesi del '44.
Ritrovati i resti del Curtiss P-40
19 marzo 2016. Seguendo le informazioni fornite dall'amico Antonio Cassani di Fidenza, membro del "Gruppo Tracce di Storia", Arrigo e Pierlino arrivano di buon ora a Miano di Medesano ed incontrano Saglia Aldo classe 1931. Quando quelli del Grac dicono il motivo della loro visita a Miano, il signor Aldo beffardamente dice: "Siete venuti a cercare un aereo caduto settanta anni fa; ma non siete un po' in ritardo? Comunque capitate bene: io ho visto tutto con gli occhi del ragazzino che fui e mi ricordo attimo per attimo tutta la scena della caduta, sia dell'aereo che del pilota...". Era proprio vero quello che diceva Aldo, infatti dopo le istruzioni ricevute da lui i due ricercatori, armati dei loro strumenti, raggiungono il punto indicato e... trovano il Curtiss P-40. Sotto le immagini della giornata: ritratti del signor Saglia e l'intervista rilasciata al Grac; la chiesa di Miano; i luoghi della ricerca e alcuni reperti rinvenuti.