Gli spezzoni del 14 maggio 1944
Testimonianze raccolte da Alessandra e Giancarlo Anselmi
Testimonianze raccolte da Alessandra e Giancarlo Anselmi
Rosa ed Eva Paraboschi
Erano le 12,30 del 14 maggio (1944), domenica.
Udimmo l'ormai familiare sibilo della sirena d'allarme. Ci precipitammo fuori dalla nostra casa alla Fratta e mentre tentavamo di raggiungere il rifugio gli aerei avevano già sganciato le loro bombe chiamate «spezzoni». Una di queste era esplosa a poca distanza da noi ed una scheggia, schizzata verso l'alto, aveva trapassato il cappello che mio padre aveva in testa senza però ferirlo.
Cessato lo «spezzonamento aereo» vedemmo passare, proveniente da Rizzolo, un camion condotto da Luigi Grumieri con diversi feriti a bordo e diretto alla Villa del Conte Zanardi, trasformata in Ospedale da campo. Tra i feriti riconoscemmo subito i miei cognati. Un particolare curioso. Il bombardamento aveva interrotto il nostro pranzo che comprendeva una portata rara per quel tempo: i tortelli che nostra madre aveva cucinato essendo riuscita a trovare da alcuni pastori un mezzo chilo di ricotta.
Gemma Trioli
Ero sfollata al Mulinazzo in quanto i miei avevano abbandonata La Fratta, ritenuta poco sicura data la adiacenza con la strada che conduceva al campo d'aviazione di San Damiano. Suonato l'allarme udii lo scoppio di una o più bombe e vidi mio nipote di sei anni che, in preda a grande paura continuava a correre attorno ad un portico. Lo raggiunsi con fatica, di li a poco vidi che proprio sotto lo stesso fabbricato le schegge di una esplosione avevano colpito a morte una chioccia e diversi pulcini.
Lidia Zanotti
Domenica, 14 maggio. Mia madre, richiamata dal suono del campanello di casa, va alla porta e trova una ragazza vestita di rosso che le consegna una forma di pane bianco inviato dal parroco di Bicchignano, don Riccardo Vincini, a mio padre, il dr. Achille Zanotti. Ci lascia in fretta perché intende recarsi dalla parrucchiera.
Trascorrono un paio di ore. Verso le 12,30-13 inizia un bombardamento lungo la zona del Nure sino a Mulino Croce. Un grappolo di spezzoni scende verso il ponte mentre è attraversato dalla ragazza che un paio ore prima era stata da noi. La giovane intuisce il pericolo e corre a ripararsi in una nicchia scavata nel muretto verso il Bagnolo. Purtroppo è raggiunta da una scheggia che la trapassa il corpo all'altezza del polmone. Soccorsa, forse da soldati tedeschi, è portata all'ambulatorio di mio padre che però non può fare nulla data la gravità della ferita ...
Il parroco di Ponte dell'Olio don Pietro Tinelli giunto all'ambulatorio impartisce l'estrema unzione alla ragazza prima che sopraggiunga la morte per dissanguamento.
Mia madre coglie nel giardino le rose più belle e le colloca attorno al corpo ricomposto della sfortunata ragazza, Marcella Cammi perita a 26 anni.
I deceduti nel Bombardamento:
Berte Giovanna in Orsi di Torrano,
Fiorenzo Arcari di Piacenza (sfollato alla Fratta),
Oreste Pasquali di Torrano,
Maria Casotti di Torrano,
Vincenzo Lomiti di Torrano,
Marcella Cammi di Bicchigniano,
Enrico Curati di Albarola.
Erano le 12,30 del 14 maggio (1944), domenica.
Udimmo l'ormai familiare sibilo della sirena d'allarme. Ci precipitammo fuori dalla nostra casa alla Fratta e mentre tentavamo di raggiungere il rifugio gli aerei avevano già sganciato le loro bombe chiamate «spezzoni». Una di queste era esplosa a poca distanza da noi ed una scheggia, schizzata verso l'alto, aveva trapassato il cappello che mio padre aveva in testa senza però ferirlo.
Cessato lo «spezzonamento aereo» vedemmo passare, proveniente da Rizzolo, un camion condotto da Luigi Grumieri con diversi feriti a bordo e diretto alla Villa del Conte Zanardi, trasformata in Ospedale da campo. Tra i feriti riconoscemmo subito i miei cognati. Un particolare curioso. Il bombardamento aveva interrotto il nostro pranzo che comprendeva una portata rara per quel tempo: i tortelli che nostra madre aveva cucinato essendo riuscita a trovare da alcuni pastori un mezzo chilo di ricotta.
Gemma Trioli
Ero sfollata al Mulinazzo in quanto i miei avevano abbandonata La Fratta, ritenuta poco sicura data la adiacenza con la strada che conduceva al campo d'aviazione di San Damiano. Suonato l'allarme udii lo scoppio di una o più bombe e vidi mio nipote di sei anni che, in preda a grande paura continuava a correre attorno ad un portico. Lo raggiunsi con fatica, di li a poco vidi che proprio sotto lo stesso fabbricato le schegge di una esplosione avevano colpito a morte una chioccia e diversi pulcini.
Lidia Zanotti
Domenica, 14 maggio. Mia madre, richiamata dal suono del campanello di casa, va alla porta e trova una ragazza vestita di rosso che le consegna una forma di pane bianco inviato dal parroco di Bicchignano, don Riccardo Vincini, a mio padre, il dr. Achille Zanotti. Ci lascia in fretta perché intende recarsi dalla parrucchiera.
Trascorrono un paio di ore. Verso le 12,30-13 inizia un bombardamento lungo la zona del Nure sino a Mulino Croce. Un grappolo di spezzoni scende verso il ponte mentre è attraversato dalla ragazza che un paio ore prima era stata da noi. La giovane intuisce il pericolo e corre a ripararsi in una nicchia scavata nel muretto verso il Bagnolo. Purtroppo è raggiunta da una scheggia che la trapassa il corpo all'altezza del polmone. Soccorsa, forse da soldati tedeschi, è portata all'ambulatorio di mio padre che però non può fare nulla data la gravità della ferita ...
Il parroco di Ponte dell'Olio don Pietro Tinelli giunto all'ambulatorio impartisce l'estrema unzione alla ragazza prima che sopraggiunga la morte per dissanguamento.
Mia madre coglie nel giardino le rose più belle e le colloca attorno al corpo ricomposto della sfortunata ragazza, Marcella Cammi perita a 26 anni.
I deceduti nel Bombardamento:
Berte Giovanna in Orsi di Torrano,
Fiorenzo Arcari di Piacenza (sfollato alla Fratta),
Oreste Pasquali di Torrano,
Maria Casotti di Torrano,
Vincenzo Lomiti di Torrano,
Marcella Cammi di Bicchigniano,
Enrico Curati di Albarola.
Ing. Ugo Dalla Casa
A metà Settembre 1943 il comando militare dell'aeronautica requisisce la mia abitazione, la «Villa del Conte Zanardi» a Zaffignano, per trasformarla in ospedale. Noi ci ritiriamo in poche camerette. Poiché ero un ragazzino non ho ricordi diretti precisi, però i miei genitori mi raccontavano di essere in presenza di una equipe sanitaria molto valida.
Una domenica, il 14 maggio 1944, poco dopo le 12 sentii l'ormai familiare rumore dei bombardamenti; salii al piano superiore della casa e vidi diversi aerei passare verso il Nure che sganciavano le bombe.
Dopo una decina di minuti le ambulanze trasportarono alla mia casa-ospedale numerosi feriti, in maggior parte civili che lavoravano al campo dell'aviazione militare, donne e anche qualche bambino. Poiché lo spazio disponibile era presto esaurito i feriti furono collocati anche sotto le volte esterne e sul prato del giardino dove l'erba si chiazzò di sangue.
I feriti meno gravi vennero dimessi dopo una prima medicazione, altri furono trasferiti all'ospedale di Piacenza, altri purtroppo perirono.
I miei genitori, la contessa Rita, e mio padre l'ing. Luigi Dalla Casa, furono in prima linea nelle opere di soccorso e cura ai feriti.
Nello Pancini
Era l'anno 1943, Godi. da poco passato il mezzogiorno. Mi trovavo in casa con mia madre e la osservavo mentre, con la testa coperta da un fazzoletto bianco, in luogo di quello abituale scuro, stava facendo il burro nella bottiglia; improvviso suonò l'allarme. Lasciammo la casa per correre nel rifugio posto a circa 300 metri da Godi sulla strada per Ronco.
Alzando gli occhi al cielo vidi alcune formazioni di aerei disposti a tre per tre, li chiamavano «le fortezze volanti». Poiché sganciavano bombe ci riparammo in una cunetta a fianco della strada. Il bombardamento era insolito, le bombe scendevano a grappoli, inoltre il primo volo era seguito dal passaggio dei «caccia» che mitragliavano a tappeto. Il mio paese non fu colpito, ma le bombe dello «spezzonamento» provocarono morti e feriti a Tollara, Rizzolo e Centovera.
I bombardamenti causarono le seguenti vittime, Comune di San Giorgio Piacentino:
Chiesa Giuseppina di anni 37
Gobbi Mario di anni 21,
Cavanna Giovanni di anni 49
Maggi Costante di anni 49
Camozzi Giacomo di anni 56
Lambri Enrichetta di anni 62
Rimondi Carla di anni 1 e mezzo
Perazzi Eugenia di anni 34
Genesi Cesira di anni 45
Pancini Fernando di anni 8
Massari Marcella di anni 18
Scozzesi Giuseppe di anni 76
Gentilotti Assunta di anni 8
Devoti Rita di anni 10
Bernardi Iolanda di anni 9
Panelli Serafino di anni 27
Dallavalle Benvenuto di anni 21
Roncaroni Francesco di anni 51
Sartori Albino di anni 48
Trabucchi Elisa di anni 8
Bosi Giovanni di anni 55
Miserotti Giovanni di anni 51
Capra Federico di anni 42
Gregori Bartolomeo di anni 61
Groppi Germana di anni 6
Ferrari Severino di anni 44
Piana Ermencgildo di anni 30
Bianchi Adele di anni 57
Busconi Vitaliana di anni 53
Moffa Mario di anni 39
Ovali Innocente di anni 45
Bonatti Giuseppe di anni 31
Tinelli Domenico di anni 37
Perazzi Silvio di anni 37
Miserotti Luciana di anni 10
Casotti Antonio di anni 11
Merli Maria di anni 49
Molti erano i feriti, diversi morirono nei giorni successivi.
NOTA - Gli autori ringraziano gli uffici comunali di Ponte dell’Olio, Vigolzone, San Giorgio per la cortese collaborazione fornita per questo ed i precedenti articoli.
A metà Settembre 1943 il comando militare dell'aeronautica requisisce la mia abitazione, la «Villa del Conte Zanardi» a Zaffignano, per trasformarla in ospedale. Noi ci ritiriamo in poche camerette. Poiché ero un ragazzino non ho ricordi diretti precisi, però i miei genitori mi raccontavano di essere in presenza di una equipe sanitaria molto valida.
Una domenica, il 14 maggio 1944, poco dopo le 12 sentii l'ormai familiare rumore dei bombardamenti; salii al piano superiore della casa e vidi diversi aerei passare verso il Nure che sganciavano le bombe.
Dopo una decina di minuti le ambulanze trasportarono alla mia casa-ospedale numerosi feriti, in maggior parte civili che lavoravano al campo dell'aviazione militare, donne e anche qualche bambino. Poiché lo spazio disponibile era presto esaurito i feriti furono collocati anche sotto le volte esterne e sul prato del giardino dove l'erba si chiazzò di sangue.
I feriti meno gravi vennero dimessi dopo una prima medicazione, altri furono trasferiti all'ospedale di Piacenza, altri purtroppo perirono.
I miei genitori, la contessa Rita, e mio padre l'ing. Luigi Dalla Casa, furono in prima linea nelle opere di soccorso e cura ai feriti.
Nello Pancini
Era l'anno 1943, Godi. da poco passato il mezzogiorno. Mi trovavo in casa con mia madre e la osservavo mentre, con la testa coperta da un fazzoletto bianco, in luogo di quello abituale scuro, stava facendo il burro nella bottiglia; improvviso suonò l'allarme. Lasciammo la casa per correre nel rifugio posto a circa 300 metri da Godi sulla strada per Ronco.
Alzando gli occhi al cielo vidi alcune formazioni di aerei disposti a tre per tre, li chiamavano «le fortezze volanti». Poiché sganciavano bombe ci riparammo in una cunetta a fianco della strada. Il bombardamento era insolito, le bombe scendevano a grappoli, inoltre il primo volo era seguito dal passaggio dei «caccia» che mitragliavano a tappeto. Il mio paese non fu colpito, ma le bombe dello «spezzonamento» provocarono morti e feriti a Tollara, Rizzolo e Centovera.
I bombardamenti causarono le seguenti vittime, Comune di San Giorgio Piacentino:
Chiesa Giuseppina di anni 37
Gobbi Mario di anni 21,
Cavanna Giovanni di anni 49
Maggi Costante di anni 49
Camozzi Giacomo di anni 56
Lambri Enrichetta di anni 62
Rimondi Carla di anni 1 e mezzo
Perazzi Eugenia di anni 34
Genesi Cesira di anni 45
Pancini Fernando di anni 8
Massari Marcella di anni 18
Scozzesi Giuseppe di anni 76
Gentilotti Assunta di anni 8
Devoti Rita di anni 10
Bernardi Iolanda di anni 9
Panelli Serafino di anni 27
Dallavalle Benvenuto di anni 21
Roncaroni Francesco di anni 51
Sartori Albino di anni 48
Trabucchi Elisa di anni 8
Bosi Giovanni di anni 55
Miserotti Giovanni di anni 51
Capra Federico di anni 42
Gregori Bartolomeo di anni 61
Groppi Germana di anni 6
Ferrari Severino di anni 44
Piana Ermencgildo di anni 30
Bianchi Adele di anni 57
Busconi Vitaliana di anni 53
Moffa Mario di anni 39
Ovali Innocente di anni 45
Bonatti Giuseppe di anni 31
Tinelli Domenico di anni 37
Perazzi Silvio di anni 37
Miserotti Luciana di anni 10
Casotti Antonio di anni 11
Merli Maria di anni 49
Molti erano i feriti, diversi morirono nei giorni successivi.
NOTA - Gli autori ringraziano gli uffici comunali di Ponte dell’Olio, Vigolzone, San Giorgio per la cortese collaborazione fornita per questo ed i precedenti articoli.
Nota del Grac:
Questo articolo è già stato pubblicato sul periodico “Il Ponte”, nella rubrica "Schegge di Storia", (supplemento de “Il Nuovo Giornale”, Direttore responsabile Gianfranco Gatti, Condirettore il Parroco Pro-tempore di Ponte dell’Olio), sul numero 2 del 1997.
Il Grac ringrazia gli Autori dell'articolo, dottor Giovanni Pilla, i ricercatori Alessandra e Giancarlo Anselmi e l'Editore, nella persona di Don Mauro Bianchi, per la concessione alla pubblicazione sul sito del Grac. Si ringrazia inoltre il ricercatore Pierluigi Valla per il lavoro di digitalizzazione della rivista.
Questo articolo è già stato pubblicato sul periodico “Il Ponte”, nella rubrica "Schegge di Storia", (supplemento de “Il Nuovo Giornale”, Direttore responsabile Gianfranco Gatti, Condirettore il Parroco Pro-tempore di Ponte dell’Olio), sul numero 2 del 1997.
Il Grac ringrazia gli Autori dell'articolo, dottor Giovanni Pilla, i ricercatori Alessandra e Giancarlo Anselmi e l'Editore, nella persona di Don Mauro Bianchi, per la concessione alla pubblicazione sul sito del Grac. Si ringrazia inoltre il ricercatore Pierluigi Valla per il lavoro di digitalizzazione della rivista.
Continuing the "Operation Strangle" of supply routes from industrial centers in Northern Italy to the Gothic Lines, a formation of Martin B-26 Marauders of the 12th Air Force attacked the railroad bridge over the Nure River, near Piacenza, Italy, on the Bologna-Milan line. The picture, taken during the bombing, shows the precision and affective concentration of bombs on the targhet. Initial photo interpretation indicated hits on the north end of the brisge and the line blocked. 6 July 1944. (USAF photo)
Pagina pubblicata il 30 gennaio 2021