Fibbie dei cinturoni: "Gott mit uns"
L'uomo è da sempre una "macchina perfetta" ma può pensare: qui sta la sua maggior grandezza e la sua più grande vulnerabilità. Perché sia capace di compiere al meglio un'azione è necessario che la sua coscienza lo sostenga, che ne condivida pienamente l'operato. E' libero anche di agire contro la sua coscienza, ma il prezzo da pagare sarà la diminuzione della sua serenità interiore. E tanto più agisce contro la sua coscienza tanto più sprofonda nel malessere, diventando un essere estremamente triste e fragile. Quando poi fosse chiamato a compiere atti estremi come uccidere i propri simili, anche a freddo, sopratutto a freddo, la sua coscienza potrebbe non reggere e mandare in tilt la "macchina perfetta" prima ancora che la stessa inizi l'azione. Un uomo con una struttura interiore basata sulla sua coscienza non è certamente idoneo per uccidere chiunque, per qualsiasi ragione, al massimo potrebbe sopprimere un assalitore per estrema difesa. Per impiegarlo come "macchina da guerra" in "ogni occasione" occorre quindi agire sulla sua consapevolezza: gli si deve trasmettere la convinzione che uccidere i "nemici" (uomini cattivi, violenti, senza principi morali, quando non addirittura "umani di razza inferiore") non solo sia un bene per il resto dell'umanità "sana", ma che addirittura lo desidera il "Padrone della sua anima". Quale sostegno più vigoroso per l'azione può avere colui che è convinto di agire per volere di Dio? Queste considerazioni dovevano essere molto ben conosciute da coloro che ordinarono e distribuirono ai loro soldati i cinturoni di guerra sulla cui fibbia era scritto "Dio è con noi". Il Dio "usato" era il Dio dei Cristiani. Il Capo della Cristianità sulla terra però, papa Benedetto XV, non era dello stesso parere: egli "urlava", inascoltato, al mondo di fermare "l'inutile strage"...
(Collezione Arrigo Francani)
(Collezione Arrigo Francani)