Monte Zatta, Varese Ligure, La Spezia. Halifax Mk II
Il Grac ebbe conoscenza della perdita di questo aereo consultando gli archivi di "lostaircraft" anni orsono. Poi, al momento di dare inizio alla ricerca sul campo, venne a sapere che detto velivolo era già stato ritrovato da Francesco Sabini, ricercatore parmense. Il Grac contattò Sabini informandolo dell'intenzione di fare un articolo sull'Halifax e chiedendogli se era possibile pubblicare anche la sua ricerca sulla stessa pagina. Francesco acconsentì ben volentieri e inviò al Grac il suo resoconto che si pubblica più sotto.
L'Halifax era un bombardiere pesante impiegato dalla Royal Air Force durante la seconda guerra mondiale. Costruito dalla Handley Page, aveva quattro motori Bristol Hercules da 1615 hp. Poteva volare per più di 3000 chilometri e salire fino a 24000 ft; la velocità massima era di 454 km/h. Le dimensioni erano notevoli: lungo oltre 20 metri, largo oltre 30 ed alto 6,32 m; il peso al decollo raggiungeva quasi 250 quintali. Aveva un armamento difensivo di 8 Browning da 7,7 mm ed una Wichers da 7,7 mm in prua; quando impiegato come bombardiere il carico bellico era costituito da circa 60 quintali di bombe. Ne furono costruiti oltre seimila esemplari in diverse configurazioni a seconda del compito che avrebbero dovuto svolgere.
Il ritrovamento
06 aprile 2016. Arrigo e Pierlino raggiungono Santa Maria del Taro, dove trovano il primo contatto al "Ristorante Alpino". Il signor Nando, classe 1930, racconta l'incidente aereo accaduto oltre settanta anni fa e dice che accompagnerebbe volentieri i ricercatori sul luogo, ma c'è da camminare un bel po per raggiungere il posto e non se la sente di rischiare, tanto più che non si cammina sul piano ma su erti pendii. Spiega quindi bene ai due la strada che devono seguire e i sentieri che devono prendere nel folto dei boschi per raggiungere i resti del relitto. Ma si sa che non è un'impresa facile arrivare, con le sole istruzioni verbali, in un punto in mezzo ad una boscaglia; e Nando, consapevole delle difficoltà, fa di più. Chiama Giorgio di Giaiette e... Arrigo e Pierlino incontrano Giorgio Lagorio nel "Rifugio Antonio Devoto" al Passo del Bocco. Giorgio si rende subito disponibile ad accompagnare i due sul luogo dello schianto dell'Halifax. Giusto il tempo di andare a casa per equipaggiarsi con un buon paio di scarpe e tornare con il suo fuoristrada; invita quindi i ricercatori a salire sul suo mezzo e poi li scorta prima su una stradina in mezzo alla foresta di Monte Zatta, poi su una carrareccia accessibile solo ad esperti piloti fino al punto dove continuare avrebbe significato ribaltarsi. Da qui Giorgio guida i due ricercatori a piedi su un sentiero, che traccia lui sul momento, per oltre quaranta minuti. "E' qui, cercate qui intorno, il luogo è questo!", dice Giorgio ad un certo punto. Si accendono gli strumenti ed immediatamente il silenzio del canalone si riempie di "bip, bip, bip...". L'Halifax è qui. La guida rimane fino al ritrovamento dei primi reperti poi ritorna a casa. Il Grac lavora per diverse ore e trova molti resti, per lo più completamente divorati dalla ruggine, ma alcuni ancora in buono stato. Sotto le immagini della giornata: i momenti della ricerca e i reperti rinvenuti.
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La storia dell'Halifax JP 237 del 148° Squadron della Royal Air Force
Il giorno 24 giugno 1944, alle ore 20:11, l'aeromobile modello Halifax tipo Mk II, serial numer JP 237, appartenente al 148° Squadron della RAF, decolla dall'aeroporto di Brindisi, congiuntamente ad altri velivoli, per l'operazione "Sound 1"; la zona da raggiungere per svolgere la missione è "DZ", nel nord dell'Italia. Si tratta in sostanza di paracadutare equipaggiamenti, armi e munizioni alle formazioni partigiane sui monti dell'Appennino Ligure-Emiliano. Lo "stormo" arriva sopra la zona assegnata e si appresta al lancio dei materiali. A questo punto però qualcosa va storto sull'Halifax di Hillman... I piloti di altri velivoli impiegati nella stessa missione dichiareranno che il JP237 aveva smesso di comunicare, e di rispondere alle chiamate, dalle ore 22:00 di quella sera. Si credette che l'aereo fosse stato colpito dal fuoco nemico, ma di certezze non ce ne erano. L'unica notizia sicura giungeva al comando inglese a Brindisi qualche tempo dopo e non era bella: il velivolo JP-237 era precipitato sul versante est del Monte Zatta e tutti i membri dell'equipaggio erano defunti. Furono recuperati i corpi nei giorni successivi alla caduta e seppelliti nel cimitero del paese. Subito dopo la guerra vennero traslati nel cimitero di Staglieno, Genova, dove tutt'ora riposano. Non è dato sapere se al momento dello schianto l'aereo avesse ancora il carico da lanciare a bordo, ma dai numerosi bossoli cal. 9 mm e di un frammento di bomba a mano inglese tipo "Mills", ritrovati dal Grac nell'aerea della ricerca, si presumerebbe di si. Se non proprio tutto almeno una parte di quel materiale bellico destinato ai ribelli della montagna doveva trovarsi ancora nella carlinga nell'istante dell'incidente. Non si spiegherebbe altrimenti. Infatti le cartucce calibro nove millimetri non facevano parte del munizionamento delle armi di bordo, erano invece quelle più usate per le armi nella lotta di guerriglia partigiana e gli aerei alleati ne "buttavano giù" in quantità enormi, appese ai paracadute e chiuse in robuste casse di legno; lo stesso ragionamento per le bombe a mano: a bordo salivano solo disinnescate e ben impacchettate pronte per essere lanciate come rifornimento alle truppe di terra.
Questi i nomi degli uomini, canadesi ed inglesi, che costituivano l'equipaggio: Flight Lieutenant Donald Ernest Hillman, pilot, nr J/17893; Sergeant Arthur Pinder, flight engineer, nr 1538939; Pilot Officer Nicholas Holyk, navigator, nr J/92012; Flight Sergeant James Ross Robertson, bomb aimer, nr R/161315; Sergeant Edward Geoffrey Chapman, air gunner, nr 1323119; Sergeant Dixon Finlayson, gunner, nr 1824006; Sergeant John Michael Sumner, gunner, nr 1801255. Il comandante del volo era Hillman, canadese di 26 anni. Qui sotto la foto dei "ragazzi" che costituivano l'equipaggio del JP 237 (immagine tratta dal sito "www.hillmanweb.com", che si ringrazia).
Questi i nomi degli uomini, canadesi ed inglesi, che costituivano l'equipaggio: Flight Lieutenant Donald Ernest Hillman, pilot, nr J/17893; Sergeant Arthur Pinder, flight engineer, nr 1538939; Pilot Officer Nicholas Holyk, navigator, nr J/92012; Flight Sergeant James Ross Robertson, bomb aimer, nr R/161315; Sergeant Edward Geoffrey Chapman, air gunner, nr 1323119; Sergeant Dixon Finlayson, gunner, nr 1824006; Sergeant John Michael Sumner, gunner, nr 1801255. Il comandante del volo era Hillman, canadese di 26 anni. Qui sotto la foto dei "ragazzi" che costituivano l'equipaggio del JP 237 (immagine tratta dal sito "www.hillmanweb.com", che si ringrazia).
17 aprile 2016. Arrigo, Cristiano e Pierlino hanno compiuto oggi un'altra ricerca e trovato ancora parecchio materiale interessante...
"Gli angeli della montagna"
Come accennato all'inizio di questa pagina, il primo a individuare i resti di questo aereo è stato il ricercatore Francesco Sabini di Parma. Si riporta qui di seguito il resoconto da lui scritto riguardo al ritrovamento. Il Grac lo ringrazia per la concessione.
La ricerca di Sabini è stata ripresa anche dal sito www.hillmanweb.com, in lingua inglese.
La ricerca di Sabini è stata ripresa anche dal sito www.hillmanweb.com, in lingua inglese.
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I reperti ritrovati da Alessandro e Francesco Sabini
Qui di seguito le immagini di alcuni resti relativi all'Halifax ritrovatati dai Sabini durante le loro escursioni sull'area dell'incidente e alcune istantanee riprese ad una recente mostra aeronautica allestita dai ricercatori parmensi. Le ultime due foto rappresentano il modellino dell'Halifax, costruito da Francesco in onore agli aviatori che morirono nello schianto sulle pendici dello Zatta.
25 luglio 2016. Andrew, Arrigo e Pierlino hanno svolto oggi un'altra perlustrazione sul luogo e rinvenuti altri interessanti frammenti del velivolo qui precipitato. Fra gli oggetti ritrovati vi è una leva con pomolo di legno (quasi certamente una "manetta comando") e una barretta curva graduata (potrebbe essere stata anch'essa parte del gruppo comandi motore); un altro pezzo di una "Mills"; un "medaglione" tondo non metallico con riportata una matricola e altre decine di piccoli pezzi. Sotto le immagini della giornata ed alcuni dei reperti ritrovati
Un pannello di rivestimento della struttura integro...
Aprile 2017. Il signor Francesco Galano di Chiavari segnala al Grac di possedere un pannello dell'Halifax, ritrovato a Codivara, luogo non distante dall'incidente aereo. Sotto le immagini del reperto.