Barabasca, Fiorenzuola, Piacenza. Junkers JU88
Lo Junkers 88 era un bombardiere tedesco costruito dalla "Junkers Gmbh". Nella Luftwaffe era un aereo tuttofare: bombardiere, caccia notturno, trasporto ecc. Vennero costruiti circa sedicimila esemplari in diverse versioni. Con una lunghezza di quasi 15 metri ed un'apertura alare di 20, altezza 5 metri, lo JU88 pesava a pieno carico 140 quintali. Poteva volare alla velocità massima di 470 chilometri, raggiungere gli 8000 metri di tangenza e volare per 2700 chilometri. Era armato con mitragliatrici da 7,92 e da 13 mm, nel vano bombe poteva trasportare 10 SC 50 da 50 kg, 4 SC 250 e 2 SC 500.
"In una serena giornata dell'autunno 1944, un bombardiere tedesco JU88, di ritorno da una missione lungo la "Linea Gotica" per bombardare obiettivi militari americani, seriamente danneggiato dalla contraerea e con due feriti a bordo (pilota e marconista), stava sorvolando il cielo di Fiorenzuola diretto all'aeroporto di San Damiano distante solo 16 chilometri. Erano circa le 15:00 quando dal velivolo germanico si vide uscire una sottile scia di fumo e si notarono alcune sbandate che facevano pensare ad un tentativo di atterraggio d'emergenza. Improvvisamente dopo una stretta virata il bombardiere precipitò rovinosamente in un fossato, a lato della strada provinciale che da Fiorenzuola porta a Cortemaggiore, in località Barabasca, un terreno del podere "La Gnocca", di proprietà della famiglia Volpi. Come riferito da alcuni contadini della zona, in mezz'ora arrivarono sul posto due autocarri con militari tedeschi di stanza a San Damiano, i quali prestarono i primi soccorsi all'armiere ed al marconista, mentre il pilota venne rinvenuto cadavere a pochi passi dal relitto. Il giorno seguente i militari tedeschi tornarono sul posto per recuperare le mitragliatrici di bordo, i nastri dei proiettili ed altro materiale ritenuto importante, la carcassa del velivolo venne poi abbandonata e, successivamente, smontata e fatta sparire da ignoti. Tramite confidenze raccolte nell'aeroporto si seppe che l'intero equipaggio era di origine austriaca e che tutti e tre i componenti dell'equipaggio avevano poco più di vent'anni. A questo proposito va ricordato che negli ultimi anni di guerra la Germania si trovò nella necessità di reclutare nella Luftwaffe allievi giovanissimi, che diventavano piloti e specialisti dopo un breve periodo di addestramento. Anche questa circostanza concorse ad incrementare le forti perdite di velivoli e di personale di volo dell'aeronautica militare germanica.
Nei primi mesi del 1942, per esigenze connesse alla strategia delle Forze dell'Asse, l'aeroporto militare di San Damiano passò praticamente sotto la gestione della Luftwaffe, che schierò nella base piacentina diversi reparti di volo, fra questi anche due gruppi di Junkers-JU88. Questi velivoli "soggiornarono" per lungo tempo a San Damiano e furono impiegati, soprattutto fra la fine del 1943 e per tutto il 1944, in azioni offensive contro lo schieramento delle Forze Alleate in lenta risalita lungo il territori italiano. Li si vedeva levarsi in volo a tutte le ore del giorno con il loro carico di bombe e rietrare dopo circa tre ore. Ed era all'ordine del giorno il fortunoso atterraggio di qualche JU88 colpito dalla contraerea alleata: drammatici momenti in cui, probabilmente con qualche membro dell'equipaggio ferito o deceduto, il bombardiere compiva disperate manovre per salvarsi...)"
(Tratto da un'intervista effettuata alcuni anni fa a Franco Villani, diretta da Luigi Buratti)
Nei primi mesi del 1942, per esigenze connesse alla strategia delle Forze dell'Asse, l'aeroporto militare di San Damiano passò praticamente sotto la gestione della Luftwaffe, che schierò nella base piacentina diversi reparti di volo, fra questi anche due gruppi di Junkers-JU88. Questi velivoli "soggiornarono" per lungo tempo a San Damiano e furono impiegati, soprattutto fra la fine del 1943 e per tutto il 1944, in azioni offensive contro lo schieramento delle Forze Alleate in lenta risalita lungo il territori italiano. Li si vedeva levarsi in volo a tutte le ore del giorno con il loro carico di bombe e rietrare dopo circa tre ore. Ed era all'ordine del giorno il fortunoso atterraggio di qualche JU88 colpito dalla contraerea alleata: drammatici momenti in cui, probabilmente con qualche membro dell'equipaggio ferito o deceduto, il bombardiere compiva disperate manovre per salvarsi...)"
(Tratto da un'intervista effettuata alcuni anni fa a Franco Villani, diretta da Luigi Buratti)
Il 20 settembre 2014, in località Cortina di Alseno, il Grac ha intervistato la signora Carolina Cesena, testimone oculare dell'incidente in questione.
Carolina ha raccontato quei momenti con ricchezza di particolari e poi ha condotto i ricercatori sul luogo esatto del fatto, permettendo il ritrovamento di alcuni reperti del velivolo precipitato nel lontano 1944. Qui a fianco l'intervista a Carolina, sotto le immagini riprese da Arrigo. |
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L'orologio d'oro
Uno degli aviatori ferito ed incapace di muoversi autonomamente fu avvicinato da un malandrino, giunto in bicicletta sul posto, che gli sottrasse l'orologio d'oro. In seguito però, quando seppe della probabilità di finire impiccato per furto (la credibilità dei tedeschi in questo settore era fuori discussione...), il ladruncolo corse all'ospedale e depositò sul comodino dell'infermo aviere l'orologio d'oro che gli aveva strappato dal polso sul luogo dell'incidente.
Il che è bello ed istruttivo, direbbe Giovannino Guareschi.
Uno degli aviatori ferito ed incapace di muoversi autonomamente fu avvicinato da un malandrino, giunto in bicicletta sul posto, che gli sottrasse l'orologio d'oro. In seguito però, quando seppe della probabilità di finire impiccato per furto (la credibilità dei tedeschi in questo settore era fuori discussione...), il ladruncolo corse all'ospedale e depositò sul comodino dell'infermo aviere l'orologio d'oro che gli aveva strappato dal polso sul luogo dell'incidente.
Il che è bello ed istruttivo, direbbe Giovannino Guareschi.
Sotto: momenti della ricerca e reperti rinvenuti. Nota: l'area è altamente "inquinata" di metalli estranei (viti, chiodi, lattine, tappi, tubetti di conserva ecc.), pertanto il compito di discriminare quelli aeronautici e quelli no è ancor più difficile. Tra i pezzi esposti qui sotto ci sono sia quelli certamente aeronautici e sia quelli con "sembianze" aeronautiche.
Ricordi del "Podere Pilastri"
Il signor Giorgio Zanetti ha "intercettato" questa pagina mentre navigava nel web da Ottawa, Canada...
"Gentilissimi,
vorrei porgere i miei complimenti per le ottime attività del vostro gruppo. È stato particolarmente singolare leggere, alcuni giorni fa, la storia dello Junkers 88 caduto ai Pilastri. A quei tempi la mia famiglia abitava al podere Barabasca. Tre dei miei fratelli (classe '28, '30 e '37) si ricordano molto bene, specie i due più anziani, dell'accaduto. Me ne avevano parlato molte volte. Hanno inoltre specificato che un 'ala dell'areo cadde proprio nel nostro prato che si trovava appena dalla parte opposta dello stradello (sulla destra, andando verso il casolare Pilastri) dove si fermò la carlinga.
I nostri zii e cugini erano allora i fittabilli del podere i Pilastri. I miei fratelli hanno conosciuto la famiglia della signora Cesena del video (anche se ormai non si ricordano bene della fisionomia di Carolina).
Siamo ora tutti in Canada, a Ottawa.
Con i migliori saluti e ringraziamenti"
Giorgio Zanetti
"Gentilissimi,
vorrei porgere i miei complimenti per le ottime attività del vostro gruppo. È stato particolarmente singolare leggere, alcuni giorni fa, la storia dello Junkers 88 caduto ai Pilastri. A quei tempi la mia famiglia abitava al podere Barabasca. Tre dei miei fratelli (classe '28, '30 e '37) si ricordano molto bene, specie i due più anziani, dell'accaduto. Me ne avevano parlato molte volte. Hanno inoltre specificato che un 'ala dell'areo cadde proprio nel nostro prato che si trovava appena dalla parte opposta dello stradello (sulla destra, andando verso il casolare Pilastri) dove si fermò la carlinga.
I nostri zii e cugini erano allora i fittabilli del podere i Pilastri. I miei fratelli hanno conosciuto la famiglia della signora Cesena del video (anche se ormai non si ricordano bene della fisionomia di Carolina).
Siamo ora tutti in Canada, a Ottawa.
Con i migliori saluti e ringraziamenti"
Giorgio Zanetti