La Valle Tribolata di Ermanno Faccini
La Valle Tribolata si trova tra la Val Nure e la Val d’Aveto e come si evince dal nome presenta un aspetto tipico di un paesaggio lunare: con pinnacoli e ammassi caotici di rocce che agli occhi di un osservatore superficiale non presentano la loro vera morfologia e aspetto. Infatti l’erosione meteorica e il tempo hanno modificato (metamorfosato) e frantumato questi ammassi celando la loro primitiva origine.
Infatti questa valle è di origine vulcanica sottomarina, sorta da un oceano interposto tra due placche continentali, quando l’Appennino e i principali rilievi italici non erano ancora sorti dal mare (Tetide). |

Per semplicità consideriamo la terra come uno sferoide composto da tre parti ben distinte.
1. Al centro esiste una sfera composta da nichel e ferro, in un nuovo stato fisico superdenso della materia, che ruotando attorno un proprio asse, genera il campo magnetico terrestre.
2. Sovrapposto al nucleo c'è il mantello fluido costituito prevalentemente da silicio e magnesio, questo tipo di magma può sgorgare dalle fenditure o fratture della crosta sovrastante come lava.
3. Crosta continentale, involucro costituito prevalentemente da silicio e alluminio e quindi di minor densità, che galleggia come un iceberg sul mantello sottostante e più denso.
1. Al centro esiste una sfera composta da nichel e ferro, in un nuovo stato fisico superdenso della materia, che ruotando attorno un proprio asse, genera il campo magnetico terrestre.
2. Sovrapposto al nucleo c'è il mantello fluido costituito prevalentemente da silicio e magnesio, questo tipo di magma può sgorgare dalle fenditure o fratture della crosta sovrastante come lava.
3. Crosta continentale, involucro costituito prevalentemente da silicio e alluminio e quindi di minor densità, che galleggia come un iceberg sul mantello sottostante e più denso.

Oltre alla crosta continentale, esiste anche la crosta oceanica, derivata dall'eruzione di vulcani sottomarini, dove questa è fratturata, secondo delle linee che suddividono tutta la crosta del pianeta in sette grandi zolle o placche.
Poiché tutta la crosta, sia oceanica che continentale scorre sul mantello, ne deriva il tettonismo terrestre, o movimento delle zolle. Lo spessore della crosta oceanica può essere di pochi chilometri e dalle fratture sottomarine di quest'ultima, ne sgorga una lava molto simile chimicamente al mantello sottostante.
Quando la lava ricca di Fe, Mg, (Femica) solidifica sotto l’oceano, causa dell’alta pressione dell’acqua e della bassa temperatura, subisce un rapido raffreddamento con contrazione sferoidale (lava a guanciale o pillow lave). Le rocce effusive derivate da queste lave femiche sono di tipo basaltico, scure con pochi grandi cristalli di prima formazione (Fenocristalli). La reazione che la lava oppone al brusco calo di temperatura e all’alta pressione idrostatica, fa si che questa assuma la configurazione a sfera, poiché in questa stà il massimo volume nella minor superficie e inoltre ottimizza la resistenza alla pressione.
Poiché tutta la crosta, sia oceanica che continentale scorre sul mantello, ne deriva il tettonismo terrestre, o movimento delle zolle. Lo spessore della crosta oceanica può essere di pochi chilometri e dalle fratture sottomarine di quest'ultima, ne sgorga una lava molto simile chimicamente al mantello sottostante.
Quando la lava ricca di Fe, Mg, (Femica) solidifica sotto l’oceano, causa dell’alta pressione dell’acqua e della bassa temperatura, subisce un rapido raffreddamento con contrazione sferoidale (lava a guanciale o pillow lave). Le rocce effusive derivate da queste lave femiche sono di tipo basaltico, scure con pochi grandi cristalli di prima formazione (Fenocristalli). La reazione che la lava oppone al brusco calo di temperatura e all’alta pressione idrostatica, fa si che questa assuma la configurazione a sfera, poiché in questa stà il massimo volume nella minor superficie e inoltre ottimizza la resistenza alla pressione.
Sopra: carta geologica con l’evidenza della distribuzione delle formazioni ofiolitifere o liguridi nell’appennino ligure piacentino. Cerchiata il rosso l’aera che contiene anche la Valle Tribolata.
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Non dovrebbe sorprendere che un antico lembo di crosta oceanica, abbia dato origine alla Valle Tribolata, poiché nel movimento a deriva delle zolle continentali, queste nel moto di convergenza hanno compresso e sollevato al di fuori dell’oceano questa crosta sottomarina dando così origine a nuove catene di montagne (orogenesi). Il fatto singolare è che, nonostante il corrugamento e contrazione avvenuti durante l’orogenesi (sollevamento), questa scheggia tettonica venuta da lontano (alloctona) abbia mantenuta la morfologia sferoidale (pillow).
Queste schegge tettoniche, come la Valle Tribolata, sono ricche di olivina, minerale con Fe-Mg, che dona una colorazione verde scuro tanto da somigliare alla pelle dei serpenti, da qui il termine “rocce ofiolitifere”. La distribuzione di queste falde ofiolitifere è parcellizzata in Liguria tanto d’esser dette anche “Liguridi”. |
Escursione nella Valle Tribolata

"Da Piacenza si segue la strada di Val Nure fino a Selva di Ferriere. Poco dopo l'abitato si svolta a destra per Torrio e il rifugio GAEP o Vecchia Dogana. Su questa strada si arriva al Passo Crociglia (1475 m). Qui si imbocca il sentiero 107 che, in direzione sud, scende nel fitto bosco. Si attraversa una prima radura e poi, in zona denominata 'Pietre Sorelle', si devia verso sinistra (1189 m, ore 00:30). Sfiorato un roccione a forma di balena si sale leggermente, si transita per una radura di arbusti spinosi (tabella segnavia) e ci si addentra di nuovo nel bosco per arrivare, superando un modesto dislivello, al Passo del Bocco (1316 m, ore 00:45). Lasciato il sentiero 107, che conduce a Santo Stefano d'Aveto, si svolta a sinistra per il segnavia 103, mantenendo dapprima la direzione nord-est e poi nord fino al punto di partenza: passato il modesto Monte Bocco, lungo il crinale di confine tra Piacenza e Genova, ad un bivio (con indicazione a destra per il Monte Groppo Rosso e la Rocca d'Aveto), si continua diritti per entrare nella Valle Tribolata (1450 m), in un paesaggio quasi lunare. Con brevi ma ripidi tornanti si scende alla radura (1373 m, ore 00:45), alla base della Ciapa Liscia, dalla cui parete rocciosa scaturiscono diversi zampilli di acqua fresca. Attraversato il pianoro, si costeggia il roccione rossastro della Rocca Marsa e, su sfasciumi, si guadagna il crinale. Scavalcato uno steccato, si svolta a sinistra immettendosi sul sentiero 001, con il quale si torna al Passo del Crociglia ( ore 00:30)."
(Tratto da: "Guida escursionistica dell'Appennino Piacentino", C.A.I. Piacenza)
(Tratto da: "Guida escursionistica dell'Appennino Piacentino", C.A.I. Piacenza)
Sotto: immagini della Valle Tribolata...