Le scuderie di Maria Luigia
Un gioiellino che ci arriva dal medioevo
di Giuseppe Zurla
Un gioiellino che ci arriva dal medioevo
di Giuseppe Zurla
Promossa e organizzata dall’Ente Farnese si è aperta nello scorso mese di Dicembre un’interessante mostra fotografica dal titolo “USI E ABUSI DEL PALAZZO FARNESE DI PIACENZA”. Si è trattato di un itinerario fotografico attraverso 250 immagini fornite principalmente dell’Archivio Storico Croce e con il fattivo contributo di collezionisti, Archivi ed Enti privati.
La mostra è stata ospitata in un edificio situato tra la caserma del Genio e il Palazzo Farnese. La costruzione, che si affaccia su piazza Cittadella, si presenta con tre alte campate. A prima vista non sembra antica ma in realtà l’edificazione primaria ha quasi 4 secoli.
L’arcata centrale del portico espone un dipinto a parete rappresentante il territorio piacentino mentre le due laterali presentano portali d’ingresso. Quello a sinistra conduce al sistema di corti interne mentre quello a destra permette l’ingresso alle scuderie che e’ stato l’ultimo uso cui l’edificio è stato adibito. Una stalla per cavalli, appunto le scuderie della duchessa Maria Luigia d’Austria. Ma la costruzione non nacque a questo scopo. In origine fu un teatro. Sembra che sia stato il Duca Odoardo Farnese a farlo erigere nel 1646 e poi a farlo diventare il Teatro Ducale della Cittadella. Pur essendo attiguo a Palazzo Farnese, vi era anche collegato per mezzo di un cavalcavia che permetteva ai Principi di recarsi ad assistere agli spettacoli senza passare tra la gente.
La struttura doveva essere imponente perché, come scrive Francesco Zanetti allora geometra comunale, era sostenuta da due piloni in muratura misuranti ciascuno mt. 2X5. L’ingresso portava direttamente nella platea larga 25 metri da cui si elevavano 5 piani ognuno con più di 20 palchi. Il centrale, più grande, era detto della “Corona”. Il vano riservato all’orchestra non era inferiore a quello riservato al palcoscenico che compreso il retro misurava mt. 20X15. Inoltre c’erano spazi per le biglietterie, caffè, guardaroba, una rudimentale toilette ( chiamata prosaicamente pozzo nero) mentre nel loggione erano posizionati 2 vasi. Adiacente al versante nord di questa imponente architettura teatrale si trova una costruzione allora edificata per ospitare gli alloggi riservati agli artisti che quasi sempre arrivavano da fuori, il cosidetto “Casino dei virtuosi”. Il complesso divenne da subito il teatro ufficiale della Corte abitualmente frequentato dall’aristocrazia locale mentre poco distante ve n’era un altro chiamato “delle Saline” che era il più antico della città sorto nel 1593, ubicato nell’angolo tra l’attuale Largo Matteotti e via Cavour, che era frequentato da un pubblico più eterogeneo. Il teatro delle Saline continuò a funzionare fino al 1804 anno in cui fu costruito l’attuale Municipale. Dopo quella data fu definitivamente abbandonato e l’immobile venne ceduto in proprietà all’associazione costruttrice del nuovo teatro. Scorrendo l’elenco dei numerosi palchettisti per lo più nobili o di casate abbienti si notano persone o nuclei famigliari che erano titolari di palchi in entrambi i teatri. Anche le strutture erano simili a pianta rettangolare. Il Ducale più grande misurava mt.60 X20. Fu restaurato nel 1730 su progetto dello Zanetti. Vi si esibirono, in special modo cavallerizzi, ginnasti, saltimbanchi e i primi spettacoli equestri che giunsero a Piacenza. Purtroppo nella notte del 24 Dicembre 1798 venne completamente distrutto a causa di un violentissimo incendio. Qualche anno dopo l’area dove sorgeva venne adattata a cavallerizza e denominata “Cavallerizza del teatro bruciato della Cittadella” toponimo che poi nel tempo si trasformò in Scuderie Ducali di Maria Luigia. Nella ristrutturazione venne sfruttata parte della primaria fondazione e salvato il collegamento aereo con il palazzo che venne usato per soddisfare le esigenze di comodità e sicurezza della Corte così che per raggiungere le carrozze non era costretta a compiere un percorso scoperto. Ricordiamo il precedente del Duca Pierluigi assassinato circa un secolo e mezzo prima.
Le scuderie vere e proprie sono suddivise in tre navate di cui, per ciascuna, si contano sette campate con una doppia fila di colonne in granito con capitello e senza basamento. Nei lati lunghi della muratura perimetrale vi sono una serie di nicchie per il posizionamento delle greppie a rastrelliera per il fieno mentre di pregevole fattura sono gli abbeveratoi in marmo rosa di Carrara. Manufatti degni da acquasantiere costruiti interamente a mano da valenti artigiani per l’arredamento di una stalla. Una testimonianza dell’accuratezza con cui una volta si lavorava e di come si curavano i particolari. L’assieme, come si può vedere dalle foto è di bellezza e praticità, poteva contenere 42 cavalli, uno squadrone che avrà suscitato l’ammirazione e assieme il timore della gente quando usciva per le manovre nella grande spianata della piazza che ovviamente era senza le attuali costruzioni della parte sud che vennero molto dopo. Come già accennato quello che fu il Casino dei Virtuosi si trova all’estremo nord della costruzione e, a differenza del teatro non fu toccato dall’incendio. Se inizialmente ospitava gli artisti di corte rimane incerta quale fosse l’uso all’epoca di Maria Luigia. Successivamente con il passaggio dell’area ai militari venne adattato ad alloggio per i soldati. Successivamente all’unità d’Italia tutto il complesso ed altri edifici furono interessati da un provvedimento di espropriazione statale per trasformarli in caserme. Piacenza per la sua posizione geografica venne fin dalla sua fondazione considerata d’importanza strategica di conseguenza ci fu una notevole quantità di conventi e monasteri trasformati in caserme e mantenute tali anche sotto il governo di Maria Luigia.
Nel 1861 le unità pontieri entrarono a far parte del 9° Reggimento Artiglieria con un distaccamento a Piacenza nella caserma di piazza Cittadella ex convento dei Benedettini. Questa per sommi capi la storia di un edificio che assieme al Palazzo Farnese e il Genio Pontieri chiude la parte nord di Piazza Cittadella. Il fatto che scuderie di quelle dimensioni, dopo che la cavalleria perse la sua funzione militare non abbiano subito stravolgimenti e siano sopravvissute nei secoli praticamente intatte ha dell’incredibile. Anche da loro possiamo leggere la storia della nostra città e delle generazioni che ci hanno preceduto. E’ da qualche tempo che assistiamo a delle iniziative che denotano un rinnovato interesse culturale. Dall’ascensore per la torre del Duomo alle salite del Guercino e del Pordenone fino alle mostre e alle pubblicazioni seguite al centenario della Grande Guerra. E poi Annibale il grande condottiero delle guerre Puniche, un allestimento pregevole, la sola location nei sotterranei di palazzo Farnese vale ampiamente il prezzo del biglietto. Per finire alla mostra fotografica dell’ultimo secolo del Farnese che è stata l’occasione per aprire le porte delle scuderie, un gioiellino quasi sempre chiuso. Pensate che dagli scorsi decenni questa è la terza volta che viene aperto al pubblico. Spero non si sia persa la razza di quegli insegnanti appassionati che portano le classi in posti del genere per una lezione di storia a cielo aperto che non sarà più dimenticata. Così pian piano la nostra città disvela i suoi tesori. A noi il compito di comprendere l’importanza di questo patrimonio, come la cosa più preziosa che abbiamo valorizzarlo, e farlo rivivere per tramandarlo alle future generazioni.
Bibliografia
1) Attilio Repetti “Il teatro Ducale della Cittadella” dal Bollettino storico Piacentino Vol.XLVI fasc. 1:2 1951 pp 1-9
2) Marcello Spigaroli “Piacenza ritrovata” Rilievi ed indagini sugli edifici storici nelle caserme del 2° Reggimento Genio Pontieri.del 17 Agosto 2010.
1) Attilio Repetti “Il teatro Ducale della Cittadella” dal Bollettino storico Piacentino Vol.XLVI fasc. 1:2 1951 pp 1-9
2) Marcello Spigaroli “Piacenza ritrovata” Rilievi ed indagini sugli edifici storici nelle caserme del 2° Reggimento Genio Pontieri.del 17 Agosto 2010.
Pagina pubblicata il 10 febbraio 2019