I Combattenti della Prima Guerra Mondiale
Lino Bergonzi, emigrato per lavoro e richiamato per la guerra
Il lavoro che non c'è per tutti non è un'invenzione di questi giorni, già all'inizio del secolo scorso era una "malattia" che divorava le menti e le ossa degli ultimi sulla scala sociale. Lino Bergonzi dei Quarantini di Gropparello era uno di questi ultimi. Conscio del suo futuro incerto, partì giovanissimo all'avventura. Diresse a nord. Si stabilì in Inghilterra, dove la vita, seppur dura, offriva le speranze negate in Patria. Trovò lavoro come "lanternaro": accendeva le lampade a gas che illuminavano le strade cittadine di Liverpool ogni sera, li "curava" durante la notte e li spegneva all'alba. Ma la "bella vita" durò poco. Un mattino del 1910, appena tornato a casa per riposare, sopraggiunse un postino di Re Giorgio che gli consegnò la cartolina di precetto: "Devi rientrare subito in Italia, devi andare in Libia a combattere per la tua Patria!" Lino obbedì. Partecipò alla Guerra di Libia. Avrebbe voluto, al termine del periodo africano, ripartire per il nord, ma v'erano disegni diversi, studiati per lui a tavolino da finissimi pensatori. La Patria, che non seppe dargli un lavoro, gli assegnò però, per la seconda volta, un "posto" in prima fila, stavolta sul Carso. Lino, soldato disciplinato, che sognava di ripartire per il nord dovette andare ad est: la Patria richiamava, aveva bisogno di lui. Anche lui aveva bisogno della Patria...