Prato Ottesola, Lugagnano (PC). Messerschmitt Bf 109
Il velivolo precipitato in questo luogo è un Messersmith Bf 109. Il Messerschmitt Bf 109 è uno dei più noti caccia tedeschi della seconda guerra mondiale e uno degli aerei da combattimento costruito nel maggior numero di esemplari nella storia: apertura alare: 9,91 m; lunghezza: 8,95 m.
"Il 26 luglio 1944, dall'aeroporto di Villafranca, nel pomeriggio 11 Bf 109 decollarono su allarme per intercettare alle 17:30 una dozzina di P-47 dell'86th FS/79th FG che avevano bombardato un ponte a nord-ovest di Brescia. Le due formazioni si scontrarono a sud di Piacenza e gli americani riferirono di essere stati assaliti da 11 Bf 109 "con i musi blu". Nel violento combattimento gli italiani rivendicarono tre P47 abbattuti, mentre gli americani (noti come "Comanches") si attribuirono la distruzione di sei Bf 109... In realtà gli americani non subirono perdite, mentre quelle subite dagli italiani si limitarono al Me 109 pilotato dal sergente maggiore Rolando Ancillotti della 2^ Squadriglia, che si salvò col paracadute."
(Tratto da: "I falchi di Mussolini" di Marco Mattioli, Aviolibri Records, IBN Editore, 2011)
Secondo testimonianze raccolte nell'area Prato Ottesola, il pilota atterrò col paracadute nei pressi del cimitero di Magnano e fu recuperato poco dopo da soldati della GNR arrivati prontamente da Carpaneto.
Le ricerche di questo aereo ebbero inizio nell'estate del 2011 su segnalazione del capitano dell'Intendeza Ugo Gobbi che al tempo prestava servizio al Comando della Divisione partigiana "Valdarda". Ma per localizzare il velivolo ci sono volute numerose uscite, che hanno impegnato il Gruppo per quasi due anni. Finalmente nel luglio del 2013, Arrigo, Luigi e Pierlino, dopo aver riascoltato le testimonianze dei locali e rielaborato i dati a disposizione, riuscivano, con l'ausilio dei fidi metal detectors, ad individuare il luogo dell'incidente. Qui sotto le immagini delle ricerche e dei pezzi rinvenuti...
"Il 26 luglio 1944, dall'aeroporto di Villafranca, nel pomeriggio 11 Bf 109 decollarono su allarme per intercettare alle 17:30 una dozzina di P-47 dell'86th FS/79th FG che avevano bombardato un ponte a nord-ovest di Brescia. Le due formazioni si scontrarono a sud di Piacenza e gli americani riferirono di essere stati assaliti da 11 Bf 109 "con i musi blu". Nel violento combattimento gli italiani rivendicarono tre P47 abbattuti, mentre gli americani (noti come "Comanches") si attribuirono la distruzione di sei Bf 109... In realtà gli americani non subirono perdite, mentre quelle subite dagli italiani si limitarono al Me 109 pilotato dal sergente maggiore Rolando Ancillotti della 2^ Squadriglia, che si salvò col paracadute."
(Tratto da: "I falchi di Mussolini" di Marco Mattioli, Aviolibri Records, IBN Editore, 2011)
Secondo testimonianze raccolte nell'area Prato Ottesola, il pilota atterrò col paracadute nei pressi del cimitero di Magnano e fu recuperato poco dopo da soldati della GNR arrivati prontamente da Carpaneto.
Le ricerche di questo aereo ebbero inizio nell'estate del 2011 su segnalazione del capitano dell'Intendeza Ugo Gobbi che al tempo prestava servizio al Comando della Divisione partigiana "Valdarda". Ma per localizzare il velivolo ci sono volute numerose uscite, che hanno impegnato il Gruppo per quasi due anni. Finalmente nel luglio del 2013, Arrigo, Luigi e Pierlino, dopo aver riascoltato le testimonianze dei locali e rielaborato i dati a disposizione, riuscivano, con l'ausilio dei fidi metal detectors, ad individuare il luogo dell'incidente. Qui sotto le immagini delle ricerche e dei pezzi rinvenuti...
La notizia del fatto viene segnalata con "sollecitudine" dal Comitato Provinciale Protezione Antiaerea della Prefettura di Piacenza al Comando Germanico di Piacenza. Sotto copia del documento originale custodito presso l'ISREC (Istituto storico della Resistenza e dell'età contemporanea) di Piacenza.