Il piastrino di riconoscimento di Robert Scovel
“Non chi comincia ma quel che persevera”
La nave più bella del mondo, quella che tutte le marine ci invidiano, è l’italiana “Amerigo Vespucci”. Il motto della Vespucci è “Non chi comincia ma quel che persevera”. Fatte le debite proporzioni, anche il Grac, come di recente ha suggerito un carissimo amico, dovrebbe dotarsi di questo importante motto proprio in virtù della perseveranza che il gruppo dimostra nelle sue ricerche.
Molte di queste ricerche, infatti, già all’inizio sembrano impossibili e nel corso delle prime “indagini” questa impossibilità spesso sembra farsi certezza, spazzando via ogni più piccola speranza. Ma il Grac ha sperimentato più volte che è proprio in questa fase di insuccessi e frustrazioni che invece è necessario perseverare perché alla fine si potrebbe arrivare a disvelare il “mistero”.
È già accaduto in più casi: quando tutto sembrava irrisolvibile, e i ricercatori erano lì lì per gettare la spugna, ecco giungere improvviso un colpo d’ala che riporta la speranza e nuove forze che poi risolvono l’enigma.
Esattamente quello che è successo anche di recente con il ritrovamento dei nomi dell’equipaggio del B-17 caduto a Parola di Parma, dopo averli cercati per 13 anni; ed è accaduto ora con il piastrino di riconoscimento di Robert Scovel, riconsegnato in America ai familiari che abbiamo tentato di rintracciare per quasi dieci anni.
Molte di queste ricerche, infatti, già all’inizio sembrano impossibili e nel corso delle prime “indagini” questa impossibilità spesso sembra farsi certezza, spazzando via ogni più piccola speranza. Ma il Grac ha sperimentato più volte che è proprio in questa fase di insuccessi e frustrazioni che invece è necessario perseverare perché alla fine si potrebbe arrivare a disvelare il “mistero”.
È già accaduto in più casi: quando tutto sembrava irrisolvibile, e i ricercatori erano lì lì per gettare la spugna, ecco giungere improvviso un colpo d’ala che riporta la speranza e nuove forze che poi risolvono l’enigma.
Esattamente quello che è successo anche di recente con il ritrovamento dei nomi dell’equipaggio del B-17 caduto a Parola di Parma, dopo averli cercati per 13 anni; ed è accaduto ora con il piastrino di riconoscimento di Robert Scovel, riconsegnato in America ai familiari che abbiamo tentato di rintracciare per quasi dieci anni.
Il campo americano ad Alseno
Era il 26 aprile 1945, per Alseno la guerra era finita con l’arrivo delle avanguardie di soldati americani; erano gli uomini con i loro carri Sherman della prima Divisione corazzata USA e la 34ª Divisione Fanteria “Red Bull”. La popolazione li accolse in festa. Già da giorni sul campanile della chiesa gli abitanti avevano appeso un enorme lenzuolo bianco in segno di resa agli alleati. Lenzuolo che veniva prontamente tolto quando passavano le retroguardie tedesche in fuga verso nord, per poi immediatamente rimetterlo.
Nei giorni successivi al 26 aprile, una parte dei soldati americani si accamparono alle porte del paese. Gli abitanti di Alseno lo ricorderanno per sempre questo accampamento. Un ricordo indelebile in quanto per la prima volta gli alsenesi avevano toccato con mano l’abbondanza dei generi alimentari e anche voluttuari. Era da tempo che sognavano una scatoletta di carne, una barretta di cioccolato o un pacchetto di sigarette intero. Dopo anni di cinghia stretta e tessere annonarie che non bastavano mai al fabbisogno di una famiglia, ecco arrivare l’abbondanza. I ragazzini, spesso inviati dai loro parenti, facevano la spola per questuare presso gli americani dentro il loro campo. Quasi sempre ne uscivano con qualche oggetto e soprattutto con roba commestibile che per le famiglie era una vera manna. Addirittura c’erano anche quelli che di nascosto – ma neanche tanto – andavano a rovistare nella discarica dei soldati per trarne fuori qualcosa da mettere sotto i denti, tanto era il benessere raggiunto dopo un governo ventennale fatto di slogan altisonanti ma incapace di saziare il proprio popolo anche nei bisogni primari.
Gli uomini della “Red Bull”, l’unità militare statunitense rimasta attendata ad Alseno fino a maggio 1945, non hanno mai mancato durante questo periodo di supportare la popolazione anche con le razioni da combattimento preconfezionate, delle quali avevano ovviamente grandi scorte. Quando levarono le tende per recarsi altrove, la popolazione locale ne ebbe grande dispiacere, sia per l’ottimo rapporto umano creatosi tra le due comunità, ma soprattutto perché sarebbe venuto a cessare il facile approvvigionamento di derrate alimentari e voluttuarie.
Nei giorni successivi al 26 aprile, una parte dei soldati americani si accamparono alle porte del paese. Gli abitanti di Alseno lo ricorderanno per sempre questo accampamento. Un ricordo indelebile in quanto per la prima volta gli alsenesi avevano toccato con mano l’abbondanza dei generi alimentari e anche voluttuari. Era da tempo che sognavano una scatoletta di carne, una barretta di cioccolato o un pacchetto di sigarette intero. Dopo anni di cinghia stretta e tessere annonarie che non bastavano mai al fabbisogno di una famiglia, ecco arrivare l’abbondanza. I ragazzini, spesso inviati dai loro parenti, facevano la spola per questuare presso gli americani dentro il loro campo. Quasi sempre ne uscivano con qualche oggetto e soprattutto con roba commestibile che per le famiglie era una vera manna. Addirittura c’erano anche quelli che di nascosto – ma neanche tanto – andavano a rovistare nella discarica dei soldati per trarne fuori qualcosa da mettere sotto i denti, tanto era il benessere raggiunto dopo un governo ventennale fatto di slogan altisonanti ma incapace di saziare il proprio popolo anche nei bisogni primari.
Gli uomini della “Red Bull”, l’unità militare statunitense rimasta attendata ad Alseno fino a maggio 1945, non hanno mai mancato durante questo periodo di supportare la popolazione anche con le razioni da combattimento preconfezionate, delle quali avevano ovviamente grandi scorte. Quando levarono le tende per recarsi altrove, la popolazione locale ne ebbe grande dispiacere, sia per l’ottimo rapporto umano creatosi tra le due comunità, ma soprattutto perché sarebbe venuto a cessare il facile approvvigionamento di derrate alimentari e voluttuarie.
Bruno Liviotti, raffigurato nella foto qui sopra, era uno di quei bambini che durante quei giorni di fine guerra andava giornalmente al campo degli americani.
Bruno aveva fatto amicizia con un ufficiale, il quale aveva chiesto al ragazzino di portargli un uovo fresco tutti i giorni. In cambio gli avrebbe procurato scatolette di cibo e sigarette. Bruno gli portava ogni giorno l’uovo pattuito e riceveva il dovuto. Una volta riuscì a trovarne tre di uova, ma l’americano pensò che fosse un imbroglio e non lo ripagò adeguatamente. La mamma di Bruno era stata regolarmente assunta come cuoca e faceva servizio in una villa requisita dagli inglesi, sempre ad Alseno. Gli inglesi, ricorda Bruno, a differenza degli americani non volevano avere a che fare con la popolazione e neanche con i loro colleghi d’oltre oceano.
Bruno aveva fatto amicizia con un ufficiale, il quale aveva chiesto al ragazzino di portargli un uovo fresco tutti i giorni. In cambio gli avrebbe procurato scatolette di cibo e sigarette. Bruno gli portava ogni giorno l’uovo pattuito e riceveva il dovuto. Una volta riuscì a trovarne tre di uova, ma l’americano pensò che fosse un imbroglio e non lo ripagò adeguatamente. La mamma di Bruno era stata regolarmente assunta come cuoca e faceva servizio in una villa requisita dagli inglesi, sempre ad Alseno. Gli inglesi, ricorda Bruno, a differenza degli americani non volevano avere a che fare con la popolazione e neanche con i loro colleghi d’oltre oceano.
Sulle tracce del piastrino di riconoscimento
Diversi anni fa Fausto Coppi, un residente di Alseno, ha ritrovato degli oggetti risalenti a quando sostarono le truppe della “Red Bull” in quell’aerea. Arrigo del Grac ne venne a conoscenza e pregò Coppi di indicare anche a lui il luogo preciso del ritrovamento. Insieme andarono con il metal detector e trovarono un prezioso oggetto: un piastrino di riconoscimento proprio della “Red Bull”, intestato al militare americano Robert Scovel, matricola 20701322.
Come è consuetudine, i ricercatori del Grac a seguito del prezioso ritrovamento si misero immediatamente alla ricerca dei familiari di Robert Scovel, ma nulla di nulla...
Dopo anni di tentativi falliti, qualche mese fa Arrigo intercetta un sito che sembra fare al caso. Si relaziona con Roberto Venturini, un altro appassionato ricercatore del Nord-Est, specializzato nella ricerca di effetti personali di soldati della Seconda Guerra Mondiale.
Venturini dimostra subito di essere esperto in materia e indirizza il Grac al GRS (Gruppo Ricerche Storiche) di Roma. Il Grac si mette quindi in contatto con il GRS, nella persona di Maurizio De Angelis che, neanche 24 ore dopo, si ripresenta con il caso risolto: trovati i familiari di Roberto Scovel in USA e anche il recapito di un nipote. Inoltre il GRS può aggiungere ulteriori notizie sul ritrovamento: Robert B Scovel era nato a Fairfield, Iowa, nel 1912 e morto nel 1993, a 81 anni, a Ottumwa Wappello Country, Iowa. I genitori erano Ira Chester Scovel e Nina Laura Youmans e aveva una sorella: Helen Barbara Scovel. Si sposò due volte, prima con Lula Wilamina Paxton e poi con Edna Mae Wiseman, morta nel 1992. Entrambi i matrimoni furono senza figli. Nella Seconda Guerra ha combattuto nella “Red Bull” col grado di technician fifth grade (caporale). Il nipote Hoffman è figlio dell’unica sorella.
Come è consuetudine, i ricercatori del Grac a seguito del prezioso ritrovamento si misero immediatamente alla ricerca dei familiari di Robert Scovel, ma nulla di nulla...
Dopo anni di tentativi falliti, qualche mese fa Arrigo intercetta un sito che sembra fare al caso. Si relaziona con Roberto Venturini, un altro appassionato ricercatore del Nord-Est, specializzato nella ricerca di effetti personali di soldati della Seconda Guerra Mondiale.
Venturini dimostra subito di essere esperto in materia e indirizza il Grac al GRS (Gruppo Ricerche Storiche) di Roma. Il Grac si mette quindi in contatto con il GRS, nella persona di Maurizio De Angelis che, neanche 24 ore dopo, si ripresenta con il caso risolto: trovati i familiari di Roberto Scovel in USA e anche il recapito di un nipote. Inoltre il GRS può aggiungere ulteriori notizie sul ritrovamento: Robert B Scovel era nato a Fairfield, Iowa, nel 1912 e morto nel 1993, a 81 anni, a Ottumwa Wappello Country, Iowa. I genitori erano Ira Chester Scovel e Nina Laura Youmans e aveva una sorella: Helen Barbara Scovel. Si sposò due volte, prima con Lula Wilamina Paxton e poi con Edna Mae Wiseman, morta nel 1992. Entrambi i matrimoni furono senza figli. Nella Seconda Guerra ha combattuto nella “Red Bull” col grado di technician fifth grade (caporale). Il nipote Hoffman è figlio dell’unica sorella.
Il piastrino è ritornato in Iowa, USA
Il giorno dopo aver ricevuto l’indirizzo dei parenti di Scovel da parte del Gruppo Ricerca Storica di Roma – era il 28 agosto 2023 – il Grac spedisce il piastrino. Dopo una settimana il nipote Robert Hoffman manda al Grac una foto di suo zio Robert Scovel di quando era militare e una foto sua mentre tiene in mano il piastrino ritrovato ad Alseno dal Grac. Anche questa storia si è conclusa nel migliore dei modi.
Il Gruppo Ricerche Storiche di Roma
Il GRS ha alle spalle oltre 15 anni di attività e fu costituito da volontari appassionati di ricerche col metal detector. La loro sede è a Roma, ma hanno operato anche in altri luoghi. Ad esempio in Alto Adige sotto il controllo della Sovrintendenza, dove poi hanno partecipato come relatori a un convegno sull’archeologia a Bolzano e dopo pochi mesi invitati anche a un convegno sul metaldetecting in Bulgaria. A Mentana hanno eseguito ricerche sui luoghi della Battaglia Garibaldina in collaborazione col locale museo. Come lavori in corso il gruppo GRS sta studiando le zone di sbarco durante la Seconda Guerra Mondiale che vanno da Anzio a sud di Roma. Hanno rinvenuto durante le ricerche un BF-109 con all’interno ancora i resti del pilota. Inoltre si dedicano a organizzare un’esposizione per mostrare i materiali che hanno rinvenuto durante le ricerche. Il loro impegno principale è tuttavia è rintracciare i familiari delle persone a cui appartenevano gli oggetti personali che si ritrovano, per esempio i piastrini di riconoscimento, ma anche orologi, braccialetti, tessere ecc. Nel corso della loro attività hanno eseguito circa 200 restituzioni. Il loro servizio è del tutto gratuito e dichiarano di essere mossi solo dalla passione. L’associazione è composta da più elementi ma i due deux ex machina, quelli che lavorano con continuità assicurando un servizio davvero eccellente, sono Maurizio De Angelis e Dario Conti. È infatti grazie a loro se il Grac ha potuto mettere a segno un altro successo come quello sopra descritto. Grazie ragazzi per il vostro lavoro!
Nota
Le immagini pubblicate su questa pagina, dove non diversamente specificato, appartengono all'archivio di Arrigo Francani.
Pagina pubblicata il giorno 25 settembre 2023
Le immagini pubblicate su questa pagina, dove non diversamente specificato, appartengono all'archivio di Arrigo Francani.
Pagina pubblicata il giorno 25 settembre 2023