Il ritorno dall’oblio
A Castelvetro Piacentino, il 28 giugno 2019, è stata consegnata ai nipoti la piastrina militare di Gino Ziliani, un giovane artigliere della Pasubio disperso in Russia nella tragica spedizione dell’ARMIR. La piastrina è stata recuperata da Cristiano Maggi del Grac e consegnata ai famigliari dal sindaco Luca Quintavalla.
A volte può capitare che la retorica resti fuori dalla porta anche in occasioni dall’alto valore simbolico. Così, venerdì sera 28 giugno a Castelvetro Piacentino i tanti presenti, familiari, componenti di associazioni (Anpi, Alpini, Combattenti e reduci), cittadini comuni, autorità civili e militari, sono stati portati per mano con semplicità nei terribili gironi dell’inferno del fronte russo sul Don che, nell’inverno 1942/43, aveva ingoiato oltre 80.000 soldati italiani.
Commozione sì, emozioni tante, ma opportuni approfondimenti storici, proposti con sintesi puntuali e chiare dai collaboratori del Museo della Resistenza Piacentina, hanno messo in condizione un po’ tutti, partendo dal contesto generale dell’invasione dell’Unione Sovietica da parte delle forze dell’Asse nel giugno del 1941, di arrivare a ricostruire i possibili risvolti legati alla sorte di Gino Ziliani.
La proiezione di alcuni filmati (Film Luce e teche Rai) e il racconto dei coniugi Respighi (una coppia di Abbiategrasso che da anni esplora in camper i luoghi delle battaglie e che ha promosso tanti incontri come questo) hanno permesso di cogliere il senso e di apprezzare questa preziosa attività di recupero della memoria.
La proiezione di alcuni filmati (Film Luce e teche Rai) e il racconto dei coniugi Respighi (una coppia di Abbiategrasso che da anni esplora in camper i luoghi delle battaglie e che ha promosso tanti incontri come questo) hanno permesso di cogliere il senso e di apprezzare questa preziosa attività di recupero della memoria.
L’iniziativa, promossa dal Museo della Resistenza Piacentina e accolta entusiasticamente dall’Amministrazione Comunale di Castelvetro Piacentino, è stata preceduta dalla deposizioni di fiori al Monumento ai Caduti davanti al Municipio.
Così Gino Ziliani, dato per disperso nei documenti ufficiali, grazie al ritrovamento della sua piastrina militare accartocciata ma perfettamente leggibile, è tornato a rivivere almeno nella memoria dei familiari e dei tanti presenti in sala.
Nativo di S.Pietro in Cerro, al momento della chiamata alle armi era residente a S.Pedretto di Castelvetro. Partito per la Russia il 12 ottobre 1942, era stato inquadrato nell’ 8° Rgt. Artiglieria Terrestre “PASUBIO”, destinato ad avvicendare alcuni contingenti della spedizione italiana già da mesi schierati in Russia.
Così Gino Ziliani, dato per disperso nei documenti ufficiali, grazie al ritrovamento della sua piastrina militare accartocciata ma perfettamente leggibile, è tornato a rivivere almeno nella memoria dei familiari e dei tanti presenti in sala.
Nativo di S.Pietro in Cerro, al momento della chiamata alle armi era residente a S.Pedretto di Castelvetro. Partito per la Russia il 12 ottobre 1942, era stato inquadrato nell’ 8° Rgt. Artiglieria Terrestre “PASUBIO”, destinato ad avvicendare alcuni contingenti della spedizione italiana già da mesi schierati in Russia.
Foto sopra a sinistra: luogo del ritrovamento in Ucraina. Foto sopra al centro: i due ricercatori russi che hanno disotterrato il piastrino di Ziliani, Alex e Ivan Perminov. Foto sopra a destra: foto di oggetti rinvenuti nell'aerea dai ricercatori.
L’ubicazione del luogo di ritrovamento della piastrina (Arbuzovka in Ucraina), riportata in Italia di recente grazie all’impegno ed alla passione di Cristiano Maggi del gruppo Grac (e a sua volta collaboratore del Museo), ha permesso una ricostruzione del tutto plausibile delle sue ultime vicende .
Nel disperato tentativo di sganciarsi dalle ripetute manovre a tenaglia operate dall’Armata Rossa, un significativo contingente della Pasubio, con i resti di formazioni tedesche e di altre Divisioni italiane, era stato circondato proprio nella conca di Arbuzovka, la cosiddetta “Valle della Morte”, e aveva pagato la disperata resistenza, durata dal 21 al 25 dicembre 1942, con perdite altissime. Gino, quasi sicuramente, è stato una delle vittime di questa immane tragedia.
Nel disperato tentativo di sganciarsi dalle ripetute manovre a tenaglia operate dall’Armata Rossa, un significativo contingente della Pasubio, con i resti di formazioni tedesche e di altre Divisioni italiane, era stato circondato proprio nella conca di Arbuzovka, la cosiddetta “Valle della Morte”, e aveva pagato la disperata resistenza, durata dal 21 al 25 dicembre 1942, con perdite altissime. Gino, quasi sicuramente, è stato una delle vittime di questa immane tragedia.
La piastrina, perfettamente restaurata e incastonata in un elegante quadro contenitore, è stata consegnata a fine serata ai nipoti Angelo e Roberto da parte del Sindaco Luca Quintavalla che, a sua volta, ha inteso ringraziare con una targa ricordo anche il gesto generoso di Cristiano Maggi.
Pagina realizzata da Mario Miti, Pierlino Bergonzi e Arrigo Francani; pubblicata il 27 luglio 2019