Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza
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Dego, Savona, Italy. B-17 Flying Fortress
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Il Boeing B-17 Flying Fortress era un quadrimotore americano imponente: larghezza alare 32 metri, lunghezza 23, peso massimo al decollo 300 quintali. Volava in crociera a 300 km/h, con un raggio d'azione di 3200 km, e poteva salire fino a oltre 10000 metri. L'armamento era costituito da 13 mitragliatrici Browning calibro 12,7mm (a scopo difensivo) e nel suo ventre poteva trasportare quasi 40 quintali di bombe.
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Il B-17G sn 297152 ripreso mentre rulla su un raccordo dell'aeroporto di Amendola (FG), appena arrivato dagli USA. (Archivio Garello)
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Lo stesso velivolo (confrontare la matricola sulla deriva verticale) caduto in frazione Bormiola nel comune di Dego. (Archivio Garello)
La storia del 297152
Nel libro "Centauri su Torino. La squadriglia Bonet dell'Aviazione nazionale repubblicana 1944-1945", scritto dal C.te Garello, viene ricostruita l'intera storia della Squadriglia Montefusco dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, comandata dal capitano Giovanni Bonet. Il capitolo ottavo l'Autore lo dedica all'abbattimento del B-17 su Cairo Montenotte ad opera di detta Squadriglia. Si riassume qui l'episodio di guerra, rimandando al capitolo "Dieci bianchi paracadute" riportato più sotto, dove si può leggere l'intera storia.
Il B-17G serial number 42-97152 decolla dall'aeroporto di Amendola (FG) la mattina del 29 marzo 1944. A bordo ci sono dieci uomini di equipaggio, li comanda Edward Wronkoski. Scopo della missione: bombardare Torino. Mentre si svolge l'azione, l'aereo viene danneggiato da colpi della contraerea nemica. Ferito, il B-17 tenta di raggiungere una base amica. Non ci riuscirà perché viene inseguito da caccia dell'ANR che lo abbattono. Cade a qualche chilometro ad ovest di Dego. I dieci membri dell'equipaggio si salvano tutti. Nove sono arrestati all'istante e uno riesce a sfuggire alla cattura. Fra gli arrestati due sono feriti seriamente. L'unico fuggiasco, il sergente mitragliere Maurice La Rouche, raggiunge le formazioni partigiane sui monti e...
L'inizio della ricerca
La ricerca di questo aereo ha inizio dalla segnalazione che lo storico Alberto Magnani inviò al Grac mesi orsono. Magnani fece pure conoscere al gruppo di ricerca il C.te Giancarlo Garello, che al momento della caduta del B-17 si trovava nel suo paese, Cairo Montenotte, e vide il fatto svolgersi davanti ai suoi occhi di bambino. Il piccolo Giancarlo fissò nella mente ogni singola sequenza ed anni dopo, diventato a sua volta frequentatore dei cieli, prima volando con le stellette ed in seguito come pilota dell'Alitalia, decise di ricostruire l'intera storia nel libro "Centauri su Torino". Il C.te Garello, durante i suoi frequenti viaggi negli USA per lavoro, iniziò e portò a compimento una laboriosa ricerca negli archivi americani; infine riuscì a rintracciare quasi tutti i membri di quell'equipaggio che aveva visto anni prima scendere col paracadute sopra casa sua. Garello nel suo libro racconta gli incontri emozionanti con gli allora membri dell'equipaggio, tutti molto sorpresi di essere stati inseguiti e scovati ancora una volta da "aquile italiane"... Alcuni di questi aviatori vennero anche in Italia, ospiti del C.te Garello, e vollero visitare il luogo dell'incidente e i posti frequentati durante la loro prigionia in Val Bormida. 
La ricerca sul campo
In data 22 marzo 2016 Cristiano e Pierlino raggiungono Cairo Montenotte per incontrarsi con il C.te Garello. Egli fu testimone da bambino della caduta della fortezza volante e conduce i due con sicurezza sul luogo dello schianto. Insieme a lui vi è anche suo cugino Alberto Francia, anch'egli testimone dell'incidente. L'attuale proprietario del fondo sul quale si "adagiò" il B-17, signor Franco Rodino, accoglie con gentilezza la comitiva e permette le ricerche con i metal detectors. Prima di mettersi al lavoro i due ricercatori ascoltano con attenzione i racconti dei testimoni oculari del fatto e subito realizzano che non ci si potrà aspettare di trovare tanti reperti in quanto il velivolo, dopo l'impatto, avvenuto alla minima velocità di sostentamento, rimase pressoché integro, eccetto per l'ala destra che urtò contro una roccia e si staccò dalla carlinga incendiandosi. Dopo diverse ore di "spazzolamento" sull'area, il Grac dichiara chiusa la ricerca e conta i resti rinvenuti. Considerato che il terreno sul quale si "posò" il B-17 è stato intensamente lavorato per oltre settant'anni e che l'aereo non si distrusse che in minima parte, quindi con pochi pezzi disseminati, il ritrovamento di una decina di reperti è sicuramente un successo e la "certificazione" che il luogo esatto dove avvenne la caduta è proprio questo. Tra i resti ritrovati si notano anche alcune colate di metallo, ritrovate proprio sotto la roccia contro la quale si distrusse l'ala destra, che "dichiarano" l'incendio riportato dai testimoni. Sotto le immagini della giornata, del luogo della caduta e dei reperti ritrovati.
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Il B-17 si trovava su questo spiazzo
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Cristiano al lavoro
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Da sinistra a destra: Alberto Francia, Cte Garello, Cristiano del Grac e Franco Rodino
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Lo spiazzo dove si fermò il B-17 e sulla destra la roccia contro la quale si distrusse l'ala destra
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"Dieci bianchi paracadute"
Si riporta integralmente qui di seguito il capitolo ottavo del libro "Centauri su Torino. La squadriglia Bonet dell'Aviazione nazionale repubblicana 1944-45", di Giancarlo Garello, Giorgio Apostolo Editore, 1998, dove viene descritta con perizia, precisione e dovizia di dettagli l'intera storia dello sfortunato volo del B-17G sn 97152. Il Grac ringrazia l'Autore e l'Editore per la gentile concessione.
2309271823_garello.pdf
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​Tutti gli uomini dell'equipaggio sulla Fortezza Volante 42-97152
Qui sotto sono raffigurati i dieci componenti dell'equipaggio del Boeing B-17 Flying Fortress in questione. Il loro comandante era il 1st Lt. Wronkoski, un uomo di 21 anni (che contrasto con i tempi odierni, dove i quarantenni sono ancora chiamati ragazzi...). 
Nelle didascalie sono riportati i nomi, i gradi e gli incarichi di ognuno a bordo. Le immagini sono frutto della lunga ricerca effettuata dal C.te Garello negli Stati Uniti, durante i suoi numerosi viaggi effettuati come pilota dell'Alitalia.
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1st Lt. Edward J. Wronkoski, 0-145229, comandante del volo
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S/Sgt. Maurice R. LaRouche, 36519814, mitragliere torretta inferiore
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2nd Lt. Francis A. Sanvito, 0-748256, co-pilota
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Sgt. George A. Lawrence, 11116092, assistente motorista e mitragliere laterale destro
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2nd Lt. Richard T. Zeugin, 0-694637, navigatore
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T/Sgt. Daniel (NMI) Weiss, 1218325, radio operatore e mitragliere laterale sinistro
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2nd Lt. Norman J. Stockstill, 0-689554, puntatore bombardiere
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Sgt. Ernest I. Lipsett, 11091223, mitragliere di coda
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S/Sgt. Floyd Allen High, 15324929, motorista di bordo e mitragliere alla torretta superiore
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S/Sgt. Donald F. Genter, 18169171, mitragliere di prua
Le insegne dei reparti di volo
Di seguito le insegne dei reparti di volo dai quali dipendevano gli uomini dell'equipaggio ed il velivolo 42-97152.
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Emblem of 20th Bomb Squadron
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Emblem of 2nd Bomb Group
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Emblem of 15th Air Force
Le foto del B-17 dopo la caduta 
Queste straordinarie immagini, tratte dall'archivio del C.te Garello, furono riprese subito dopo la caduta del B-17 in località Bormiola nel comune di Dego. Si vedono i soldati germanici a guardia del relitto per evitare che qualcuno si avvicinasse e sottraesse materiali. Si  noti come l'aereo, nonostante la "botta" che ha preso nel contatto col terreno, è ancora relativamente integro. Ciò fu probabilmente dovuto alla solida struttura, ma ancor di più grazie al "dolce atterraggio" avvenuto con un "avvicinamento" alla minima velocità di sostentamento...
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La borsa di volo del sergente Daniel Weiss
Come accadde in ogni altro luogo dove precipitarono aerei durante la guerra, anche qui a Dego arrivarono, subito dopo l'incidente, molte persone del posto e dei dintorni; alcune andarono semplicemente per curiosità, ma altre per vedere se vi fosse stato qualcosa da asportare per trasformarlo poi in un oggetto di utilizzo quotidiano. La lunga guerra aveva reso gli italiani sempre più poveri e nelle famiglie mancava il necessario. Le lamiere del velivolo diventavano pentole e coperchi, l'alluminio fuso da esperte mani poteva trasformarsi ad esempio in un torchietto per fare la pasta, come avvenne a Ponte dell'Olio in Val Nure. Di seguito, alcuni degli oggetti recuperati al tempo dalla popolazione, e ancora custoditi oggigiorno come ricordo del fatto. Si ringrazia il C.te Garello, che ha "scovato" i reperti e inviato le immagini e didascalie.
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La borsa personale del sergente Daniel Weiss utilizzata per molti anni dal tabacchino di Dego
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Congegno non identificato per anni conservato in casa del sindaco di Dego
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Il C.te Garello mostra un pezzo della cofanatura di un motore, staccatasi in volo e conservata nella cantina di Giulio Grenno
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La signora Olga Rodino di Dego mostra la coperta recuperata dal velivolo
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Pentola ricavata per pressofusione dall'alluminio sciolto dell'ala destra, una cassetta porta bossoli trasformata in trappola per topi
Fotografie in bianco-nero
Immagini dei paesi di Cairo Montenotte e Dego riprese molti anni fa... (Archivio Ugo Pasini, Alessandria)
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Cairo M., anni trenta
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Cairo Montenotte, La Stazione, inizio 900
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Cairo M., P.zza Garibaldi
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Dego, anni trenta
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Dego, Via Grilero