Le leggi razziali del fascismo
di Pierlino Bergonzi e Giuseppe Zurla
di Pierlino Bergonzi e Giuseppe Zurla
Ottant'anni fa i fascisti decisero che era tempo di dichiarare al mondo la loro appartenenza a una "razza umana superiore" e giurarono che da allora si sarebbero comportati come tali. Ma i più non tennero fede al giuramento, o compresero male il significato di "essere superiori"...
Il razzismo fascista non "fu all'acqua di rose". Le leggi razziali del fascismo furono una vergogna e una infamia imperdonabile. Quelle leggi, infatti, portarono alla morte migliaia di ebrei e provocarono sofferenze indicibili, paura, terrore, angoscia e miseria.
Le leggi razziali furono emanate nel 1938: esattamente il 14 luglio con la pubblicazione del famoso "Manifesto del razzismo italiano", poi trasformato in decreto il 15 novembre dello stesso anno, con tanto di firma di Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d'Italia e imperatore d'Etiopia "per grazia di Dio e per volontà della nazione".
Il 25 luglio, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri e il segretario del partito fascista Achille Starace si erano premurati di ricevere "un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
Insomma una vera e propria tragedia per migliaia di persone, magari con alle spalle anni ed anni di onoratissimo lavoro o carriera. Le colpe del regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
Il 25 luglio, il ministro della cultura popolare Dino Alfieri e il segretario del partito fascista Achille Starace si erano premurati di ricevere "un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane che avevano, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, redatto il manifesto che gettava le basi del razzismo fascista".
Con il manifesto e con le leggi successive, agli ebrei venne proibito, tra l'altro, di prestare servizio militare, esercitare l'ufficio di tutore, essere proprietari di aziende, essere proprietari di terreni e di fabbricati, avere domestici "ariani". Gli ebrei venivano anche licenziati dalle amministrazioni militari e civili, dagli enti provinciali e comunali, dagli enti parastatali, dalle banche, dalle assicurazioni e dall'insegnamento nelle scuole di qualunque ordine e grado. Infine, i ragazzi ebrei non potevano più essere accolti nelle scuole statali.
Insomma una vera e propria tragedia per migliaia di persone, magari con alle spalle anni ed anni di onoratissimo lavoro o carriera. Le colpe del regime di Mussolini furono gravissime, ma la tendenza generale è, ancora oggi, quella di addossare tutto alla "follia" nazista.
I 10 punti del manifesto del razzismo
Redatto da Mussolini e sottoscritto da 180 studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, sotto l'egida del ministero della cultura popolare, che gettava le basi del razzismo fascista.
Le razze umane esistono
La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti, di milioni di uomini, simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
Esistono grandi razze e piccole razze
Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
Il concetto di razza è un concetto puramente biologico
Esso è quindi basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc .. non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
La popolazione dell'Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà è ariana
Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
E' una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici
Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisonomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa; i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nell'assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da un millennio.
Esiste ormai una pura "Razza Italiana"
Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico linguistico di popolo e di nazione, ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
E' tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti
Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani. un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che, per i suoi caratteri puramente europei, si stacca completamente da tutte le razze extra europee. Questo vuol dire elevare l'Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
E' necessario fare una netta distinzione tra i mediterranei d'Europa (occidentali) da una parte, gli orientali e gli africani dall'altra
Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
Gli ebrei non appartengono alla razza italiana
Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo
L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un corpo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti, di milioni di uomini, simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
Esistono grandi razze e piccole razze
Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
Il concetto di razza è un concetto puramente biologico
Esso è quindi basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc .. non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
La popolazione dell'Italia attuale è di origine ariana e la sua civiltà è ariana
Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
E' una leggenda l'apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici
Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisonomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa; i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nell'assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da un millennio.
Esiste ormai una pura "Razza Italiana"
Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico linguistico di popolo e di nazione, ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
E' tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti
Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani. un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che, per i suoi caratteri puramente europei, si stacca completamente da tutte le razze extra europee. Questo vuol dire elevare l'Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.
E' necessario fare una netta distinzione tra i mediterranei d'Europa (occidentali) da una parte, gli orientali e gli africani dall'altra
Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
Gli ebrei non appartengono alla razza italiana
Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli italiani non devono essere alterati in nessun modo
L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un corpo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.
La difesa della razza
Il senso della copertina è chiaro: la spada del fascismo che divide il bel profilo dell'italico antico romano dalle altre razze spurie e animalesche. Nel primo numero della rivista “La difesa della razza” si sosteneva quanto segue:
« È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. »
« È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano-nordico. »
A supporto di queste tesi ecco, il 5 agosto del 1938, comparire nelle edicole e nelle librerie, il primo numero del giornale "La difesa della Razza" diretto da Telesio Interlandi. Interlandi era un giornalista e uno scrittore sulla cresta dell'onda che già dirigeva, su richiesta di Mussolini, il quotidiano “Il Tevere”. Gli scritti di Interlandi, comunque colto e preparato, erano già di un razzismo ripugnante. Con “La difesa della Razza” la politica del regime nei confronti degli ebrei diventa metodica e, per così dire, "scientifica" e pianificata. La rivista, fu il prodotto giornalistico più vergognoso e infame del fascismo. Il primo numero è pieno di vergognose scempiaggini, stupidità, sciocchezze e idiozie teoriche sulle quali si reggeva la politica antiebraica fascista che non faceva altro che scimmiottare quella nazista. In base a quelle cosiddette teorie (quasi sempre penose, false perfino ridicole) migliaia di ebrei italiani furono perseguitati, umiliati, messi alla fame, arrestati e poi spediti nei campi di sterminio.
Dichiarazione sulla razza
La "Dichiarazione sulla razza" fu anche approvata da Gran consiglio del fascismo il 6 ottobre 1938, e venne pubblicata sul "Foglio d'ordine" del Partito Nazionale Fascista, il 26 ottobre 1938. Il Gran Consiglio, in seguito alla conquista dell'Impero, dichiara l'attualità urgente dei problemi razziali e la necessità di una coscienza razziale. Ricorda che il Fascismo ha svolto da sedici anni e svolge un'attività positiva, diretta al miglioramento quantitativo e qualitativo della razza italiana, miglioramento che potrebbe essere gravemente compromesso, con conseguenze politiche incalcolabili, da incroci e imbastardimenti. Il problema ebraico non è che l'aspetto metropolitano di un problema di carattere generale. Il Gran Consiglio del Fascismo stabilisce:
a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.
I professori universitari devono uniformare insegnamento e programmi a queste regole. Chi decide di rimanere in Italia è costretto ad abbandonare la cattedra. Tra questi: Tullio Ascarelli, Walter Bigiavi, Mario Camis, Federico Cammeo, Alessandro Della Seta, Donato Donati, Mario Donati, Marco Fanno, Gino Fano, Federigo Enriques, Giuseppe Levi, Benvenuto Terracini, Rodolfo Mondolfo, Adolfo Ravà, Attilio Momigliano, Gino Luzzatto, Donato Ottolenghi, Tullio Terni e Mario Fubini.
a) il divieto di matrimoni di italiani e italiane con elementi appartenenti alle razze camita, semita e altre razze non ariane;
b) il divieto per i dipendenti dello Stato e da Enti pubblici - personale civile e militare - di contrarre matrimonio con donne straniere di qualsiasi razza;
c) il matrimonio di italiani e italiane con stranieri, anche di razze ariane, dovrà avere il preventivo consenso del Ministero dell'Interno;
d) dovranno essere rafforzate le misure contro chi attenta al prestigio della razza nei territori dell'Impero.
I professori universitari devono uniformare insegnamento e programmi a queste regole. Chi decide di rimanere in Italia è costretto ad abbandonare la cattedra. Tra questi: Tullio Ascarelli, Walter Bigiavi, Mario Camis, Federico Cammeo, Alessandro Della Seta, Donato Donati, Mario Donati, Marco Fanno, Gino Fano, Federigo Enriques, Giuseppe Levi, Benvenuto Terracini, Rodolfo Mondolfo, Adolfo Ravà, Attilio Momigliano, Gino Luzzatto, Donato Ottolenghi, Tullio Terni e Mario Fubini.
Papa Pio XI e le leggi razziali
"Ma io mi vergogno... mi vergogno di essere italiano. E lei padre (il gesuita Tacchi Venturi, itermediario tra la Santa Sede e il Governo Fascista), lo dica pure a Mussolini! Io non come papa, ma come italiano mi vergogno! Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide. Io parlerò, non avrò paura. Mi preme il Concordato, ma più mi preme la coscienza".
Cfr. Emma Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.171
Cfr. Emma Fattorini, Pio XI, Hitler e Mussolini, Einaudi, Torino, 2007 pag.171
"La razza ariana ha la missione di civilizzare il mondo"
dal Secondo libro del fascista
dal Secondo libro del fascista
Che cosa devo sapere sulla razza
Domanda: Che cosa si intende per razza? Risposta: La razza è una massa di uomini simili per caratteri fisici e psichici che furono ereditati e continueranno a ereditarsi. Domanda: A quale razza appartieni? Risposta: Appartengo alla razza ariana. Domanda: Le razze sono tutte uguali? Risposta: Vi sono fra le razze differenze fisiche e spirituali. Domanda: Quale è la missione della razza ariana? Risposta: La razza ariana ha la missione di civilizzare il mondo, e di farne incessantemente progredire la civiltà. Domanda: Come si chiama l'individuo nato da genitori di razza diversa? Risposta: L'individuo nato da genitori di razza diversa, dei quali uno è di colore, si chiama meticcio. Domanda: Quali sono i caratteri del meticcio? Risposta: Il meticcio è un individuo fisicamente e moralmente inferiore. Domanda: Gli ebrei nati in Italia appartengono alla nostra razza? Risposta: No. Gli ebrei, ovunque siano nati, non appartengono alla razza ariana. |
Il Campo di Fossoli
Fossoli, già Campo di prigionia per i soldati prigionieri, fa il "salto di qualità" a seguito dell'ordinanza di polizia del 30 novembre 1943 e diventa un Campo speciale dove rinchiudere quelli di razza ebraica. I primi ebrei, un'ottantina, entrano nel campo di Fossoli nel dicembre del 1943. Il numero aumenta rapidamente nei mesi seguenti. Nella prima fase gli internati godono ancora di qualche servizio: possono inviare e ricevere posta, acquistare generi alimentari dai venditori ambulanti autorizzati a entrare nel campo. All'inizio del 1944 avviene una suddivisione di compiti tra tedeschi e fascisti sul controllo del campo. I fascisti debbono effettuare la vigilanza sugli internati, mentre i tedeschi provvedono ad organizzare le deportazioni. Tra la fine di gennaio e gli inizi di febbraio partono i primi convogli diretti a Bergen-Belsen. Il 22 febbraio parte un convoglio per Auschwitz con 600 ebrei, anche Primo Levi è a bordo...
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Le leggi razziali a Piacenza
"... anche i piacentini, come tutti gli italiani, furono coinvolti nella campagna di 'formazione al razzismo' orchestrata dal regime attraverso la stampa, le conferenze dei locali Istituti di Cultura e la scuola, con maggior impegno a partire dalla guerra d'Etiopia, come dimostrano il plauso espresso dallo stesso Mussolini e dal suo Ministro della Cultura Popolare, Dino Alfieri, al quotidiano 'La Scure'."*
"In che misura la propaganda poté effettivamente incidere sulle coscienze? Non siamo in grado di determinarlo. Possiamo però osservare che l'applicazione delle leggi razziali, puntuale, meticolosa, assidua, capillare per tutti gli ebrei della Provincia, lasciò il resto della cittadinanza -per paura o per convinzione- completamente o in massima parte indifferente, mentre rarissime, anche se preziose, furono le eccezioni di aiuto ai perseguitati. E non si può ritenere che l'azione delle autorità rimanesse ignota alla popolazione."*
"Articolisti, intellettuali e oratori insistevano sui temi del miglioramento e della 'difesa della razza', sui fondamenti soprattutto storici della superiorità degli italiani, introducendo per via culturale e nazionalista, la concezione gerarchica dei popoli, l'abitudine mentale a considerare la diversità come estraneità, l'estraneità come minaccia. Preconcetti, codesti, facilmente applicabili ai nuovi nemici che il regime intendeva additare e che, debitamente orientati dai media, indipendentemente dal vissuto personale e dal presunto danno arrecato, potevano condizionare i pensieri e i comportamenti."*
Spegnete quelle radio...
Sotto, comunicazione di sequestro di un apparecchio radiofonico a una donna ebrea non discriminata da parte dei carabinieri di Castelsangiovanni (22 febbraio 1941)*
Sotto, comunicazione di sequestro di un apparecchio radiofonico a una donna ebrea non discriminata da parte dei carabinieri di Castelsangiovanni (22 febbraio 1941)*
"Con l'entrata in guerra dell'Italia, le misure di controllo e le restrizioni a cui vengono assoggettati gli ebrei si fanno più severe. Dai primi mesi del '41, i Carabinieri del piacentino sono impegnati anche a sequestrare gli apparecchi radio."*
Quanti erano gli ebrei nella provincia di Piacenza?
Come si nota dalla tabella qui sopra gli ebrei nella provincia di Piacenza erano uno zero, zero, per cento in confronto con la popolazione "ariana". Ammesso e non concesso che fossero tutti "terribili umanoidi", in una società sana avrebbero potuto causare un "disturbo" pari a quello che può dare una pulce su un elefante...
* Tratto da: Carla Antonini, "Piacenza 1938-1945. Le leggi razziali", Edizioni Scritture, 2015
* Tratto da: Carla Antonini, "Piacenza 1938-1945. Le leggi razziali", Edizioni Scritture, 2015
A Piacenza, poliziotti e soldati solo di razza ariana
La "razza umana superiore" esiste!
La "razza umana superiore" esiste eccome! Nulla però ha a che vedere con le leggi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale! E' una superiorità che non si assegna per decreto! E' una superiorità che non riconosce latitudini, limiti amministrativi, titoli nobiliari, caste, conti in banca, potenza militare, attestati accademici, iscrizioni a clubs esclusivi. Una superiorità che non si acquisisce per nascita, nemmeno viene rilasciata a domanda, e non si può acquistare a nessun prezzo. Non si ottiene neppure con la forza, ma soprattutto non ci si arriva in gruppo come alle adunate. Questa superiorità si guadagna con un travagliato percorso solitario, ed è obbligatorio "entrare per la porta stretta"... Solo pochi possono percorrere la "via dritta" fino alla fine. Noi altri umani faremmo già molto se non perseguitassimo questi arditi dello spirito. E se volessimo fare ancora di più, potremmo riconoscere a costoro l'appartenenza all'unica vera "razza superiore"!
N o t e
Hanno contribuito a realizzare la presente pagina Cristiano Maggi e Arrigo Francani.
Il Grac ringrazia l'Anpi di Lissone e Carla Antonini dell'Isrec di Piacenza.
Le immagini contenute in questo articolo, dove non diversamente specificato, appartengono all'archivio di Pierlino Bergonzi.
Sullo stesso argomento si segnala la pagina: La famiglia Francesco Soavi di Ponte dell'Olio
Pagina pubblicata il 24 febbraio 2018