Liam e Tom Tufnell
Dalla Gran Bretagna a Pedina di Morfasso sulle tracce del nonno che operò con i partigiani della "Val d'Arda"
Una storia che inizia tanti anni fa nel Settembre del 1943 quando Tom Tufnell ufficiale di sua Maestà britannica, approfittando dello sbandamento generale dovuto alla proclamazione dell’armistizio del governo Badoglio, fugge dal campo di prigionia di Veano. Assieme a lui diversi altri, è una vera e propria fuga di gruppo. Certo tornare a casa era un’operazione molto difficile con i tedeschi che presidiavano strade e città, in primis era vitale non farsi riprendere dai nazifascisti che si stavano riorganizzando. Non rimaneva che l’opzione di risalire le valli per raggiungere in montagna quei nuclei di ribelli, che non rispondevano ai bandi d’arruolamento della neonata Repubblica di Salò e combattere. Chissà come arrivarono sino a Pedina, una frazione alle pendici del monte Lama e prossima alle sorgenti dell’Arda. C’era e ancora c’è un ponte con cui si poteva raggiungere la sponda destra verso l’abitato di Casali e poi proseguire verso il passo del Pelizzone o il monte Lama. L’osteria del Peppo Ongeri era dall’altra parte. Come tutti gli esercizi di montagna di una volta faceva anche trattoria e c’era un negozietto che vendeva generi di prima necessità, pane, carne, insaccati di maiale articoli di drogheria o coloniali come si usava chiamarli allora. Era un posto molto noto al tempo della guerra di liberazione dove trovarono asilo e rifugio Vladimiro Bersani allora comandante in capo di tutto il movimento di Resistenza, poi il suo successore Giuseppe Prati, il comandante delle brigate dell’oltrepo Carlo Gaboardi, il fiorenzuolano Fagnoni (Stalin). Nei numerosi volumi di memorie scritte dai protagonisti di quella epopea tragica ed eroica non manca mai un riferimento a quella mitica osteria. Possiamo a tutti gli effetti considerarla come un campo base prima della salita al monte Lama, dove la 38° Brigata Garibaldi, ingrossata da numerosi arrivi, divenne la Divisione "Val d'Arda", seconda per effettivi solo alla "Piacenza". Con l’arrivo dell’ufficiale inglese Tom Tufnell, il posto divenne una vera e propria base operativa e fu dotata di una ricetrasmittente indispensabile per comunicare notizie e per coordinare un’intensa attività di lanci per il rifornimento di centinaia di uomini. Tutto ciò venne facilitato dal fatto che la moglie del Peppo, Giannetta era di lingua inglese poiché nata a Londra da genitori morfassini colà emigrati ai primi del ‘900. Terminata anche la seconda guerra mondiale infine si ritorna a casa. Mentre l’osteria dell’Arda continua l’usuale attività, il Peppo lavora e diventa un patriarca, gli nascono due gemelli e poi ancora altri figli, Tom si trasferisce per qualche anno in Nuova Zelanda ma poi la nostalgia prevale e torna in Inghilterra, si sposa, nasce Athol. Ma non dimentica coloro che lo salvarono per due lunghi inverni, ci tiene a mantenere i rapporti scrive agli Ongeri e ben consapevole della difficoltà linguistiche inizia ogni scritto rivolgendosi a “Dear Giannetta”. Lettere che sono state conservate con cura e, in questi ultimi anni, messe on-line dove si possono leggere sul sito del Grac. Poi, venti anni dopo, nei primi anni ’60, Tom torna a Pedina da turista per rivedere i luoghi e i suoi amici portandosi anche il figlioletto. Non ci sono più testimoni, ma dev’esserci stato un abbraccio molto commovente tra lui e il Peppo. Personaggi di altre epoche e di altra levatura con curricula che hanno il potere di riconciliarti con il genere umano. Arriviamo infine ai nostri giorni e la storia si arricchisce di un altro capitolo. Il nipote di Tom, Liam Tufnell, un ventottenne con un fisico da rugbista, grazie a internet rintraccia i fratelli Ongeri che vivono a Carpaneto e dice che gli piacerebbe vedere il luogo di cui aveva sentito tanto parlare ove combatté il nonno. Nessun problema, adesso il mondo è diventato più piccolo. Domenica 10 febbraio 2019 si presenta a Carpaneto insieme alla sua donna Emma, una bella ragazza mora non tipo english ma come una delle nostre donne; pranzo all’italiana cucinato dalla Bruna cuoca/gastronoma della famiglia e poi via da Carpaneto a Pedina per una visita. Là pare che nulla sia cambiato, rive verdissime anche d’inverno e poi l’alto Appennino è sempre meraviglioso in tutte le stagioni. Nel paese tante case ma con porte e persiane chiuse, unico segno di vita un vecchietto che sta spingendo verso il pollaio le sue tre galline. L’osteria non c’è più, ha subito una profonda ristrutturazione; dov’era il negozio c’è la cucina e dov’erano i tavoli per bere e giocare a carte una grande sala da pranzo, ma aprendo una porta, come per miracolo, si torna indietro di un secolo perché si accede all’unico posto rimasto invariato: una bella cantina come erano una volta con i muri di sasso e il pavimento in "ciappe" lucidate da un infinito calpestio. Il posto dove era nascosta la trasmittente e dove alla notte il capitano Tom si collegava con gli alleati. Siamo li a parlare fra di noi quasi dimenticandoci di Liam quando ad un tratto voltandoci lo vediamo seduto in un angolo che piange. Siamo usciti silenziosamente in punta di piedi e brillavano gli occhi anche a noi.
Fotografie
|
|
Pagina pubblicata il 18 aprile 2019. Realizzata da Giuseppe Zurla e Pierlino Bergonzi