Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza
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Propata, Genova, Italy. Vickers Wellington
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Quasi certamente si tratta del terzo aereo precipitato durante la notte di tempesta del 24/25 novembre 1943. A pochi chilometri in linea d'aria sono stati già ritrovati gli altri due (cfr. "Artana" e "Bogli" su questo sito). Anche questo bombardiere fu segnalato dall'amico e insostituibile collaboratore del Grac Ugo Pasini di Viguzzolo. L'incidente avvenne per cause meteo avverse, come negli altri due casi già ricostruiti. Quella notte gli inglesi persero ben diciassette velivoli degli oltre settanta che presero il volo dal nord Africa per raggiungere Torino a bombardare la Fiat... (si vedano le pagine "Artana" e "Bogli").
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Wellington Bomber
Il primo giorno di ricerca: trovato!
ImmagineStemma Comunale di Propata
25 luglio 2015. Nella mattinata di oggi Cristiano e Pierlino arrivano a Propata e chiedono, a chi incontrano, del velivolo precipitato qui vicino durante la guerra. I più ignorano il fatto (quasi tutti i giovani), altri ne hanno sentito parlare, ma non sono in grado di dire di più. Il ristoratore da poi una dritta ai due: "Andate dalla Luisa di Renato, lei vi saprà dare informazioni a riguardo". Aveva ragione: la signora Luisa, abitante nel centro di Propata, inizia a raccontare e dice che una notte buia d'inverno sentono un rumore forte di un aereo a bassa quota e poco dopo odono un boato sui monti. Vi furono sei morti, seppelliti poi nel cimitero di Propata e riesumati per lo spostamento nell'immediato dopoguerra. La fase della ricerca iniziale, quando per la prima volta si va nel paese dove si presume vi siano persone in grado di dare notizie sull'evento che si sta indagando, è ricca di emozioni, quasi come la fase successiva della ricerca sul campo con i metaldetectors. Il primo colloquio avviene di solito per strada e immancabilmente i vicini vengono coinvolti e si forma spontaneamente un capannello di persone, tutti con la curiosità di conoscere cosa vogliono questi "ricercatori di aerei perduti". Ognuno dice quel che sa e quelli del Grac prendono nota. L'incredibile è che nel fare di pochi minuti la passione per un fatto così lontano prende tanto le persone presenti, che con entusiasmo naturale diventano i migliori collaboratori del gruppo di ricerca. Cosi è accaduto anche oggi qui a Propata. E se il Grac ha potuto ritrovare oggi stesso, primo giorno di ricerca sul campo, i resti del "Terzo Wellington" lo deve a due persone del "crocicchio", che si son prestate a guidare sul posto dove cadde il velivolo Cristiano e Pierlino. Essi sono: Giovanni Fraguglia di Propata, classe 1945 e Mattia Crosetti di Genova (ma d'estate vive a Propata), classe 2003. Le due guide, con buon passo, dopo aver lasciato l'auto nei pressi del Ristorante Casa del Romano (luogo di riferimento centenario di quest'area montagnosa), seguono inizialmente il sentiero molto battuto che porta al Monte Tre Croci ed all'Antola, poi per boschi e campi, un tempo lavorati dai montanari, ma oggi incolti, portano quelli del Grac sul punto dell'incidente. Dopo non molto i cerca-metalli segnalano "roba buona" e così, in breve tempo, la ricerca di superficie (ricerca non invasiva, si "scava" con un coltello, ma spesso son sufficienti le mani nude...) da i primi frutti. I pezzi  ritrovati oggi non sono tanti, presumibilmente non si tratta del punto esatto dove avvenne l'impatto (qui generalmente gli strumenti "impazziscono", suonando in continuazione), ma alcuni di essi sono significativi in quanto "dichiarano" che ci fu un incendio (le due colate); che a bordo vi erano bombe (le due schegge). Vi è poi un pezzo di tubo corrugato, schiacciato, dal diametro di 8 centimetri circa ed un coperchio di alluminio molto duro (a dire il vero questo "tubo" ha le sembianze di un grosso barattolo di conserva, ma il lamierino è di una solidità che fa più pensare al duralluminio impiegato nell'industria aeronautica piuttosto che in quella conserviera), più vari tocchetti di lamiera e parti del motore. Sotto le immagini della ricerca di oggi e dei reperti rinvenuti.

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Lago del Brugneto
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Casa del Romano, 1909
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Casa del Romano, 1908
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Mattia Crosetti e Giovanni Franguglia. Le guide
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Immagini del passato (Archivio Ugo Pasini)
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Propata, 1958
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Antola, 1908
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Monte Carmo, Capanne di Carrega
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Lago del Brugneto, 1989
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Capanne di Carrega, 1910
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Antola, 1923
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Conio Avena, pagliaio, particolare dell'ingresso, 1989
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Casa del Romano, anni trenta
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Antola, 1930
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Casa del Romano, anni quaranta
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Conio Avena, pagliai, 1989
Escursione da Capanne di Carrega all'Antola
03 agosto 2015. Maurizio e Pierlino hanno effettuato oggi una camminata da Capanne di Carrega alla cima dell'Antola. Il sentiero è facile, ben segnato, e per nulla faticoso. Esso corre sul crinale spartiacque tra la Val Borbera a nord-ovest e la Val Trebbia a sud-est. I panorami che offre questo percorso sono impareggiabili: verdissime vallate, qui e la paesini da fiaba, catene di monti a perdita d'occhio; la splendida giornata di oggi ha permesso di vedere anche oltre la Pianura Padana fino a riconoscere sua maestà il Monte Rosa. Di seguito le immagini della puntata...
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Monte Antola
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Propata, vista dal sentiero M. Tre Croci
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Il Monte Carmo in primo piano e il Monte Lesima sullo sfondo
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La Croce sul Monte Antola
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Chiesetta sul Monte Antola, sullo sfondo il Lago del Brugneto
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Foto Sichel Maurizio
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Foto Sichel Maurizio
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Foto Sichel Maurizio
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Foto Sichel Maurizio
altre foto
L'osteria del "Driulin"
L'antica locanda situata a Capanne di Carrega, grazie alla sua strategica posizione, al valico tra le Valli Borbera, Trebbia e Scrivia, durante l'ultima guerra fu testimone di importanti fatti legati alla resistenza. E' qui infatti che nel settembre del 1944 si riunirono i vertici del CLN regionali (presenti i quadri della Divisione Garibaldina "Cichero" e delle Brigate Coduri, Berto, Jori, Caio, Oreste e Arzani) ed elessero i comandanti della Sesta Zona Operativa: Anton Ukmar, "Miro"; Aldo Gastaldi, "Bisagno"; Umberto Lazagna, "Canevari"; Anelito Barontini, "Rolando"; Mario Franzone, "Ugo"; Amino Pizzorno, "Attilio".
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24 ottobre 2015. Oggi Arrigo e Pierlino sono ritornati sul posto alla ricerca di nuovi reperti. Hanno trovato probabilmente il punto d'impatto, segnalato da molti pezzi di plexiglass, gomma e  bachelite (materiali appartenenti alla cabina di pilotaggio e scomparti vicini...) distribuiti in pochi metri quadri, ma senza pezzi di rilievo, identificativi del velivolo. Sotto le immagini della zona e i frammenti ritrovati appartenenti al velivolo.
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