Gruppo Ricercatori Aerei Caduti Piacenza
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Giuseppe Segalini, nonno alla memoria
di Pierlino Bergonzi
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Fante Giuseppe Segalini, nato a Lugagnano (Piacenza), il 21 dicembre 1886, morto a causa dei gas presi in trincea...​
La cattiveria umana non sarebbe bastata
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La visita di leva al Distretto Militare di Piacenza
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Foglio Matricolare di Giuseppe Segalini, classe 1886, custodito presso l'Archivio di Stato
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Chiamato alle armi e inviato in zona di guerra
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Foto sopra a sinistra: cartina delle zone di operazioni e reparti schierati. Foto sopra a destra: postazioni sulla vetta del Cavioio, area Monte Cimone - Val d'Astico
Per effetto del Regio Decreto del 22 maggio 1915, Circolare nr. 370 del Giornale Militare, veniva chiamato alle armi il 6 novembre 1915. Una settimana dopo, l'11 novembre 1915, era assegnato al 23° Reggimento di Fanteria della Brigata "Como" di stanza nella città di Novara. In questa sede avrà certamente seguito il primo addestramento conclusosi con il giuramento solenne. Terminata la prima fase, di sicuro ce ne sarà stata una seconda, fatta di esercitazioni sul campo e indottrinamento psicologico alla guerra. A febbraio del'anno successivo i superiori ritengono che sia idoneo alla guerra e viene inviato al fronte. Il 23 febbraio 1916 raggiunge "l'altra parte" del suo reparto, che si trova nel Cadore. Giuseppe si trova inquadrato nel 23° Reggimento Fanteria della Brigata "Como". La sua Brigata ha iniziato a combattere dall'inizio della guerra, maggio 1915, con le truppe della 2^ Divisione, I Corpo d'Armata; 4^ Armata in Val Boite. Il 23° Reggimento si era già fatto onore nei combattimenti in varie azioni, subendo anche perdite rilevanti, come quando il 9 giugno del 1915 attaccavano le postazioni dello sbarramento di Som Pauses, lasciando sul campo 180 uomini e 10 ufficiali. La "Como" continua con azioni offensive contro il nemico in Val Fiorenza, Monte Cristallo; il il 30 giugno occupa una importante postazione a Col Rosà; l'8 luglio gli uomini del 23° fanteria con un'azione audace catturano una quindicina di prigionieri; sempre il 23° concorre con altri reparti alla conquista del Monte Piana... A ottobre la "Como" insieme  alla Brigata "Umbria" completano la conquista del Cristallo, già iniziata a luglio... All'inizio del 1916 la "Como" si trova nel Cadore, poi il 13 febbraio si sposta in Val d'Ansiei. Quando nonno Giuseppe arriva in zona di operazioni, il 23 febbraio 1916, il suo reparto, il 23° fanteria della Brigata "Como", si trova quindi in Val d'Ansiei; ma non ci rimarrà per molto, già il 29 marzo sono in Val Padola, sempre con la 2^ Divisione. L'attività della "Como" in questo periodo è indirizzata per lo più al rafforzamento delle difese e a qualche colpo di mano condotto da reparti isolati; come quello portato a termine dal 23° fanteria sul gruppo del Cristallo il 29, 30 e 31 marzo dove hanno preso la posizione nemica e fatti prigionieri una trentina di uomini.
Giuseppe, insieme a diversi suoi commilitoni, il 4 aprile del 1916 cambia reparto e viene assegnato al 153° fanteria della Brigata "Novara". E' quasi certo che questo passaggio avvenga per rimpinguare gli uomini del 153°, causa le gravissime perdite subite. Il 153° dall'inizio del 1916 ha operato nel settore del "Lenzuolo Bianco" (Oslavia) dove ha a seguito di un forte attacco nemico ha perduto quasi 200 uomini e la Quota 188 che presidiava. Subito dopo il 153° riesce a riprendere in parte Quota 188, in questa operazione il comandante di reggimento viene colpito mortalmente. Dopo una decina di giorni, il 24 gennaio il nemico riprende la Quota 188, i nostri sono costretti a ripiegare fino al Lenzuolo Bianco. Dopo tutte queste sofferenze la Brigata è spostata fra Manzano e Ruttars per riprendere fiato. La "Novara" ritorna alla dipendenza della 9^ Divisione e l'8 aprile, con il treno, raggiunge la zona fra Caltrano-Carrè e Chiuppano. Poi, il 28 aprile viene spostata fra Arsiero-Cogolio e Seghe di Velo e dopo qualche giorno di nuovo in movimento per raggiungere l'area tra Isola Vicentina, Caltelnuovo, San Tomio, Caldogno e Novoledo. 
Il 17 maggio la "Novara" riceve l'ordine di inviare il 153° al Passo della Vena (35^ Divisione), mentre il comando di Brigata prende posizione a Tonezza. Due giorni dopo, il 19, il Passo della Vena deve essere evaquato in tutta fretta e dopo il ripiegamento sono sull'altopiano di Tonezza. Dopo altri due giorni, il 21, ricevono l'ordine di abbandonare anche l'altopiano e i battaglioni vengono posti fra Cogollo e Mosson. Le perdite subite sono ingenti, un migliaio di uomini. Il 26 maggio 1916 alla "Novara" viene assegnata la difesa del sottosettore di sinistra dell'Astico. Una prima linea che va dalla strada di Arsiero- Velo d'Astico e la Valle di Rabollo; un'altra linea più arretrata che va fra il fondo Val d'Astico (Castello di Meda) e il Monte Cengio. Il 29 maggio ci sono aspri combattimenti per una minaccia nemica contro Monte Cengio. Nello stesso giorno il nemico tenta di passare la difesa in Val Canaglia... Il 31 il nemico aggredisce da Cima Ardè e Punta Corbin in direzione di Monte Cengio. Il primo giugno riesce ad occupare Monte Belmonte, ma viene arrestato al Monte Cengio... La morsa nemica si stringe ogni giono di più e il giorno 3 giugno il Monte Cengio cade in mano loro. 
La Brigata "Novara" dal 15 maggio al 3 giugno ha lasciato sul campo 57 ufficiali e 1834 militari di truppa. Il 17 giugno il 153° prende posizione tra San Rocco e San Ulderico. 
All'alba del 26 giugno il 153° raggiunge la postazione fra Quota 336 e Quota 645, dove la notte precedente la Brigata "Bisagno" sta conducendo l'attacco alle postazioni nemiche di Monte Cimone. La Brigata "Novara" ha il compito di tenersi pronta per un probabile intervento e viene posizionata col comando in Val d'Astico, mentre fra Arsiero e le trincee delle quote 336 e 645 abbiamo visto che è dislocato il 153° suo reparto dipendente a disposizione della "Bisagno".  
Dopo un periodo di relativa "calma", piccole azioni e una serie di spostamenti, il 23 luglio alla "Novara" viene ordinato di aggredire il Monte Cimone.  Il 153° fanteria partecipa alla battaglia. Il monte viene conquistato a caro prezzo: rimangono infatti sul campo 436 uomini e 17 ufficiali. Dal 24 luglio al 9 agosto sul Cimone è battaglia senza soluzione di continuità il nemico tenta di giorno e di notte di riprendere il monte, ma gli italiani non demordono anzi, oppongono sempre un'accanita resistenza, in più lavorano febbrilmente per rinforzare e consolidare le opere difensive. Alcune battaglie qui svolte vengono annotate anche nei Rapporti giornaglieri di Cadorna, il 25, 26, il 28, il 29, il 30 e il 31 luglio; e ancora il 1°, il 2, il 4, il 5, il 10 e il 15 agosto. Dal 15 agosto la Brigata "Novara" e quindi anche il 153° Fanteria, reparto dipendente, viene spedita per riposare e rifarsi nella zona di Meda, S. Ulderico e Poggio Curegno. Ritornerà sul Monte Cimone il 1° settembre 1916 pronta a versare nuovo sangue...

Ferimento, ricovero, congedo per inabilità grave
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Foto sopra a sinistra: ambulanza in attesa di chiamata davanti ad un ospedale delle retrovie. Foto sopra a destra: ospedale da campo ricavato in una cascina, generalmente allestito non distante dalle zone di operazioni.
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(*) Bollettino numero 427 in data 30 giugno 1916, firmato da Luigi Cadorna
(**) ​Sergio Vittori, 100 anni fa: la tragedia dei gas sul San Michele, sulla Voce Isontina, settimanale dell'Arcidiocesi di Gorizia, 27 giugno 2016.  
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Salita al Golgota e "liberazione"...
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Foto sopra a sinistra: Vicanino Sopra, la casa dove abitava nonno Giuseppe con la sua famiglia. Foto sopra a destra: documento riferito a nonno Giuseppe estratto dal  Liber Mortuorum custodito negli archivi della Parrocchia di Rustigazzo.
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"Attenzione, gas in arrivo: mettete in bocca un pezzo di pane"
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Foto sopra al centro: maschera in dotazione agli italiani, modello... Foto sopra a destra: maschera in dotazione agli italiani, modello...
esse non erano assolutamente in grado di proteggere chi l'indossasse. Il Regio Esercito si adeguerà solo verso fine guerra con l'acquisto delle maschere inglesi "Small Box Respirator"...
Medaglia  "GRANDE GUERRA PER LA CIVILTÀ"
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Foto sopra: la Medaglia Interalleata della Vittoria, fronte e retro. Regio Decreto  del 16 dicembre 1920, n. 1918
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Lapide posta sul Monte Cimone a ricordo del valore dei Soldati che qui combatterono e morirono, fra questi nonno Giuseppe

Note
Si ringraziano:
- i nipoti e gli amici: Achille, Angelo, Anna, Enrico, Enzo, Gianna, Paola, Pino, Tina;
​- Don Germano Gregori, parroco di Rustigazzo-Vicanino;
- Anna Riva e Sara Fava dell’Archivio di Stato;
- Ippolito Negri, storico e direttore della rivista culturale piacentina “L’Urtiga”;
- Arrigo Francani, ricercatore;
- Cristiano Maggi, ricercatore.

Bibliografia
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Brigata Como - 23° e 24° Fanteria e Brigata Novara - 153° e 154° Fanteria, Ministero della guerra, Stato Maggiore Centrale, Ufficio Storico, Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929, 8 volumi
Albino Visintin, Erica Cettul, Gorizia ed il fronte dell'Isonzo nella Grande Guerra, Stampa: Graphy snc - Mariano del Friuli (GO) - Nov.2014
Simonetta De Fazi, L'officina della guerra, Dipartimento Studi e Ricerche Acli, 1918
Giovanni Comisso, 4 anni sull'Altipiano, Antologia sulla 1^ Guerra Mondiale
Stefano Zanolin, La vita in trincea, su Gruppo Archeologico Polcenigo, Bollettino nr 11,  gennaio 2014
Carlo De Maria, L'Italia nella Grande Guerra, Isrec Forli-Cesena, Clionet, Associazione Storica, Roma 2017
In ricordo della Grande Guerra 1914-1918, I.T.TS. "E. DIVINI", Istituto Tecnico Tecnologico, San Severino Marche, 2017
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